Oggi sono intervenuto alla Camera sulle pregiudiziali di incostituzionalità relative al decreto 92 del 2014 che riguarda le disposizioni urgenti concernenti il risarcimento a favore dei detenuti, la custodia cautelare in carcere e ulteriori interventi in materia penitenziaria. Ho ribadito in Aula quanto fosse strumentale sollevare una pregiudiziale di costituzionalità su queste disposizioni, che reputo invece fondamentali per rispondere all’ennesimo richiamo che ci è giunto dall’Europa, in particolare dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, per lo stato delle nostre carceri a cominciare dal sovraffollamento. Il decreto infatti ha la finalità di adempiere alle direttive dettate da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo nei confronti dello Stato italiano nella sentenza cosiddetta “Torreggiani” del gennaio 2013, nella quale la Corte aveva imposto l’adozione di specifiche misure riparatorie in favore dei detenuti che hanno scontato la pena in una condizione di sovraffollamento. Misure adottate con successo dall’Italia, come stabilito da ultimo da Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa che ha ‘promosso’ l’Italia per i “significativi risultati” ottenuti sul fronte del sovraffollamento delle nostre carceri.
Nel decreto si stabilisce che i detenuti che hanno subito un trattamento non conforme al disposto della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo abbiano diritto a ottenere la riduzione di un giorno di pena per ogni dieci durante il quale è avvenuta la violazione del loro diritto a uno spazio e a condizioni adeguate, con contestuale previsione in favore di coloro che non si trovino più in stato di detenzione di un risarcimento per ciascuna giornata di detenzione trascorsa in condizioni non conformi alle indicazioni della Cedu.
Nonostante ciò che pretestuosamente viene detto dall’opposizione, era dunque necessario e urgente intervenire con un decreto, che è uno degli strumenti di legge più rapidi che la nostra legislazione ci consente. E’ utile ricordare, inoltre, che con queste disposizioni non si realizzano né scarcerazioni di massa né indulti o amnistie, ma si prevede l’utilizzo, nell’ambito delle misure cautelari e sempre nell’ambito di una valutazione del giudice, di misure extramurarie alternative. In definitiva questo decreto serve all’Italia per rendersi più in linea con l’Europa per ciò che concerne il rispetto dei diritti umani all’interno delle carceri. Anche di questo mi sono occupato nel mio incarico da sottosegretario, continuo a farlo in Commissione Giustizia, e per questo sono contento di aver dato il mio contributo per rendere l’Italia un paese più moderno e liberale.
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