Trent’anni fa moriva Enrico Berlinguer, moriva a seguito di un malore che lo aveva colto ‘sul campo’ durante un comizio in mezzo alla sua gente in cui esortava i militanti del partito ad andare casa per casa, a stare con i cittadini, tra i cittadini da cittadini. Credo che non ci sia occasione migliore per intitolare una strada della città di Catania al grande politico, al segretario del Partito Comunista, all’uomo serio e affidabile che suscitava stima e rispetto nei compagni di partito e negli avversari.
Nella sua lunga esperienza da segretario del PCI, Berlinguer aveva rinnovato il suo partito aprendolo alle nuove esigenze di cambiamento che venivano con forza dalla società, mettendo in guardia la politica dall’occupazione affaristica del potere.
Negli anni ’70, nel momento più duro e difficile della giovane Repubblica italiana, si fece interprete dell’esigenza della tenuta democratica del Paese contro ogni deriva autoritaria. Tanti episodi potrebbero essere citati nel ricordo del leader più carismatico della sinistra italiana del ventesimo secolo, ma ciò che lo ha reso amato dal suo popolo e rispettato e stimato da alleati e avversari era quel tratto di risoluta e determinata mitezza tipico degli uomini della Sardegna.
Oggi un’iniziativa che la nostra Isola e Catania possono intraprendere per ricordarne la memoria è l’intitolazione di una strada, magari a Librino. Sarebbe un modo per ricordare a tutti che la buona politica è quella che non dimentica di andare quotidianamente casa per casa, per stare al fianco dei cittadini, per interpretare le loro esigenze e per trasformare in meglio la realtà in cui vivono.
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