Un partito popolare, laico, radicato nel territorio e nelle nuove generazioni
Un partito popolare, radicato nel territorio, che guardi alle nuove generazioni senza per questo lasciare alle spalle la sua storia. E’ l’idea del Pd tracciata oggi da Pier Luigi Bersani, nel discorso di presentazione della sua candidatura.
“Ho in mente un partito nel quale c’è rispetto per la generazione precedente – ha detto Bersani davanti ad una platea composta in gran parte da giovani amministratori dopo aver fatto il suo ingresso accompagnato dalle note della canzone “Un senso” di Vasco Rossi – in cui la generazione che viene prima apre la strada alla generazione più giovane accompagnandola. E’ mio impegno aprire a una nuova classe dirigente che c’e’ già, non e’ inventata”.
Quanto al partito, Bersani ha spiegato che “ci sono forti correzioni da fare. Il nostro problema è non aver messo il nostro progetto su basi culturali abbastanza solide. Per me il Pd e’ un partito del lavoro, laico, popolare, che sta là dove stanno i partiti progressisti, socialisti, liberaldemocratici”, un partito “non classista, non populista, capace di elaborare linguaggi legati alla vita reale, che renda concreta l’idea di uguaglianza”.
“Io sono il candidato di nessuno che pensa ci sia bisogno di tutti”, ha sottolineato con forza, rivendicando anche la sua capacità di innovazione. “Mi sono sempre preso la briga di voler cambiare qualcosa, ovunque sono stato non ho mai lasciato le cose come le ho trovate. Questo per due motivi, semplici e banali: la terra gira tutti i giorni e questa società non mi piace per tutto. Quindi, parliamo di innovazione a chiacchiere? Allora io non partecipo. Se invece parliamo di fatti allora credo di avere qualcosa da dire”.
La sfida comune, d’altronde, e’ quella del Partito democratico e “il nostro progetto non e’ stato mai messo in discussione, ora ci sono le condizioni politiche per riaffermarlo e per rimetterci in cammino”.
Sulla “sovranità” del partito, essa deve appartenere a “elettori e iscritti”: “Ribadisco – ha proseguito – il valore democratico delle primarie che non possono essere solo procedure elettorali ma un momento di coinvolgimento e si devono fare nelle coalizioni”. E inoltre “non ci deve essere automatismo tra le cariche di partito e ruoli istituzionali”.
Bersani ha poi sottolineato la necessità di rilanciare un sistema di alleanze a cominciare dalle prossime elezioni amministrative perché “da soli non si può fare nulla. Bisogna definire il compito politico del Partito democratico facendo tre cose: profilare meglio il nostro progetto, tenere aperto il cantiere del partito e lavorare per definire un nuovo campo del centrosinistra”.
“Bisogna riconoscere l’autonomia delle altre forze di opposizione” perché “la vocazione maggioritaria non può lasciare immaginare un ruolo esaustivo per il Partito democratico”.
“Guardiamo avanti ma senza perdere di vista il passato. Negli ultimi centocinquant’anni tanta gente pronunciando le nostre stesse parole le ha pagate a un prezzo ben più alto”. Pier Luigi Bersani chiude la presentazione della sua mozione puntando ancora l’attenzione sul tema del rinnovamento. “Se andassimo nel futuro senza sentire questi legami – ha detto – saremmo come astronauti persi nello spazio. Il nostro cuore deve battere per l’antichissima e modernissima idea che questo paese possa essere giovane e giusto. Io penso che chi ci crede e’ giovane, ed e’ vecchio chi non ci crede più”.
Per l’Italia – Presentazione della candidatura a Segretario – Guarda il filmato
Non credo che “confusione” e “caos” derivino dalla presenza dei cattolici. E non credo nemmeno che per i cattolici adulti, la laicità sia mai stato un problema dentro e fuori il Pd. I cattolici oltranzisti forse dovrebbero stare in altre formazioni. Mi piacerebbe comunque vedere un confronto sui progetti e sui contenuti del partito e non solo sui contenuti di governo; nè un confronto che nasce da immagini passate e logore dei due candidati.
Chiunque vinca, spero che riesca a creare un partito radicato sul territorio e capace di superare l’antipolitica ed il berlusconismo.
Allora in bocca al lupo a tutti noi!
Oserei dire soprattutto fra i militanti.
Non dico che i cattolici alla Marino non abbiano senso dentro una formazione come il Pd, per carità, ma comunque credo che la loro presenza ingeneri molta confusione. Fra gli elettori e fra i militanti.
Un minimo di fiducia, dai. Si farà chiarezza, ne sono certo. In maniera civile, senza urli e strepiti, ma si farà chiarezza.
Speriamo solo che non venga fuori un caos ancora peggiore di quello attuale.
Bhè, da osservatore esterno io noto solo che uno scontro a tre sulla segreteria fra Bersani, Franceschini e Marino dà l’occasione ad un partito con una identità fin qui un po’ troppo confusa di fare non dico ordine, ma almeno un po’ di chiarezza.
Attenzione, però, anche la componente cattolica dentro il Pd ha il suo peso. Non è da sottovalutare, proprio no.
Sì, lo credo anch’io … E soprattutto sarà l’occasione per fare chiarezza all’interno del Pd e affermare un volta per tutte l’anima laica … Sempre che chi è su tale posizione ne abbia la forza … Ma probabilmente sì …
Certo la cosa si complica con la discesa in campo di Ignazio Marino, annucniata questo fine settimana. Bersani avrà più possibilità di vincere, credo.
Un’altra cultura politica. Diversissima. Noi al confronto siamo indietro di trent’anni.
Verissimo, pensiamo solo a quel che si sono detti Barack Obama e Hillary Clinton. Ed ora vanno d’ccordissimo.
Ma non non avete idea di quel che accade alle primarie in America. Gente dello stesso partito che se ne dice di tutti i colori. Al cofronto da noi è nulla.
Certo però che come è stata “redarguita” la Serracchiani a me non è piaciuto molto. Oggi in merito c’è un pezzo di Pierluigi Battista sul “Corriere” che fa riflettere.
Sì, ma personalmente a me Franceschini sembra abbastanza simile a Veltroni, soprattutto nelle tendenze centriste. Preferisco Bersani, di gran lunga.
Quindi si profilerebbe per il congresso un confronto fra Bersani e Franceschini. A meno di qualche altra candidatura a sorpresa.
Bhè, chiunque vinca fra i due a me sta bene, sono entrambi capaci, Berlusconi non avrà vita facile.
Francamente era molto che non sentivo utilizzare la parola “uguaglianza”. Bravo Bersani!
Forse è la volta buona che il Pd si ancori dov’è naturale che sia ancorato (ossia a sinistra)? Vedremo …
Intanto, che emerga per il congresso la sua figura è un buon segnale per l’Italia. Bersani è una persona colta, preparata, un emiliano serissimo, di quell’Emilia che è quasi Lombardia. E dice cose di sinistra, che, non me ne vogliate, nel Pd praticamente nessuno nelle alte sfere ha mai detto dalla nascita in avanti …
Ottimo discorso, davvero. Ma cerchiamo di non arrivare al congresso dilaniati. E di non azzannarci troppo neanche lì.