Ho letto stamattina, e lo ripropongo integralmente, questo pezzo scritto da Concita de Gregorio su l’Unità. Ne condivido forma e contenuti, che considero spunto per una riflessione collettiva. Dobbiamo comprendere che è giunto il momento di unire tutti i nostri sforzi per riportare la barra del timone sulla direzione giusta.
Non possiamo percetterci di perdere la bussola, se non vogliamo affidare il futuro dei nostri figli ai bussolotti di una lotteria.
Ricatti e lotterie
Pietrina ha 78 anni e una pensione minima. Trenta euro di spesa per lei non sono pochi però li spende perché chissà, la fortuna, magari può arrivare un lavoro per il figlio che «cerca a vuoto perché ha cinquant’anni e già sono a spasso i giovani. Lo faccio per lui e per i miei nipoti, chissà che la Madonna non mi aiuti a sistemarli tutti». Lisa, giovane, ci crede poco: «La vedo grigia, meglio andarsene, questo paese che cosa può offrire a chi ha studiato?». Sono due delle voci che Francesca Ortalli ha raccolto nel supermercato di Cagliari dove i brillanti manager del marketing hanno pensato di sfidare la concorrenza (ipermercati, discount della zona) non con un ordinario prendi quattro e paghi tre ma con un’esca molto, molto più attraente: un posto di lavoro. Con trenta euro di spesa partecipi all’estrazione, dice il concorso: quattro posti di lavoro in palio, mille euro, contratto a tempo determinato e poi si vede. Coda alla cassa, schedine e scontrini che gonfiano il bussolotto. Commenta Oreste Pivetta: «Si potrebbe rendere merito ai padroni di quei supermercati sardi e, prima, varesini (nella patria di Bossi) che hanno inventato la lotteria dei posti di lavoro, perché ci stanno raccontando quanto è cambiato il mondo e quanto quello italiano stia precipitando». Proprio così. Eccolo il paese reale, ecco l’autobiografia di una nazione. E’ molto di più di una furbesca trovata commerciale questa di chi mette in palio vitalizi, pensioni, contratti. Win for life, la lotteria: spendi un euro e vinci lo stipendio. Gli ingegnosi inventori del sistema si fregano le mani: funziona. C’è da sprofondare nella desolazione. La speranza nel lotto per avere un lavoro è la misura esatta della rassegnata disperazione in cui ci siamo lentamente impantanati. E’ così che le cose cambiano: cominciano a cambiare così. Poi, fra dieci anni, ci saranno saggi e dotte analisi retrospettive: quando in Italia la fortuna rimase l’unica carta da giocare. Come si fa a mandare a scuola i figli, a spiegar loro che lo studio il sapere l’intelligenza è la più grande delle loro risorse quando è poi al bingo del supermercato che ti devi affidare, chiede una giovane madre in fila alla cassa. Ecco, da dove si comincia? A chi ci si rivolge: c’è qualcuno in ascolto? Perché questo è il principio della fine, bisognerebbe almeno poterlo comunicare a quelli che scriveranno il resto della storia.
Fortuna e ricatti. Soldi sporchi e soldi gratis. Di questo parlano ogni giorno le cronache. Di questo parliamo anche noi non perché ci piaccia, ci dispiace parecchio, ma perché è quello che accade attorno: manovre oscure, corrotti e corruttori, trappole e colpi di fortuna. Per divagare, un bel dibattito sui crocefissi a scuola: così ci teniamo impegnati a discutere di laicità e radici identitarie. Per contrappunto, qualche novità su quante navi dei veleni giacciano in fondo al mare senza che nessuno se ne curi.
Per abitudine, il presidente del Consiglio che chiede il rinvio delle sue udienze. I precari e disoccupati anti-italiani che non hanno soldi per comprare il giornale possono intrattenersi con la tv: troveranno tutte le informazioni del caso. Sul lotto e sul gioco dei pacchi.
Concita De Gregorio, l’Unità, 4 novembre 2009
LAVORO E AMBIENTE…AMBIENTE E LAVORO….LAVORO E AMBIENTE….in testa alla lista delle priorità del PD. Basta con questioni di sesso e videotape, lucciole e giudici…le indagini sui cittadini al di sopra di ogni sospetto me le ricordo già negli anni 70!
Domanda: e se chi vince la lotteria non è per nulla in grado di svolgere le mansioni che il lavoro “ottenuto” comporta?!? Siano al grottesco.
Io faccio un ragionamento. Ma questi signori di Cagliari è ovvio che le assunzioni le devono fare comunque, perché gli serve gente. Quindi loro mettono su una lotteria, in maniera da guadagnarci preventivamente. Che schifo.
Ma che stai a dire?!? Sempre a vietare pensate. Non si deve vietare nulla. Eppoi l’articolo dell’Unità parlava di altro, della disperazione della gente senza lavoro e di come oggi si speculi anche su questo.
Io mi chiedo perché non abolire e vietare i giochi. C’è gente che si rovina con il lotto ed il superenalotto. Giocherebbero a quello clandestino? Basta inasprire le pene e si debella anche quello. Certo che lo stato che spenna “polli” mi sembra una cosa davvero indecente.
Sono anni che i governi, di tutti i colori sia chiaro, incrementano le entrate dello Stato sfruttando i gonzi con il sogno del Super Enalotto e cose del genere. La classica tassa sulla stupidità, lo si dice sempre. Certo, a Cagliari si è toccato il fondo mettendo in palio delle assunzioni, ma è lo specchio di una società meridionale che è ormai alla fame.
No, io mi vergogno semplicemente di chi oggi ci rappresenta. Mi illuderò, ma forse con un duraturo governo Prodi oggi non saremmo dove siamo.
Che pena che mi fa una povera pensionata costretta a sperare nella lotteria per vedere fuori dai guai figli e nipoti. Come siamo caduti in basso. Mi vergogno di essere italiana.
E’ inaudito!! Sono rivoltato. Che Paese siamo diventati? Una barzelletta di cattivissimo gusto sembra questa storia. Ed invece è la triste realtà dell’Italia di oggi.