Migliaia di giovani siciliani rischiano il posto di lavoro a causa dei meccanismi perversi delle gare al massimo ribasso nel settore dei call center e delle delocalizzazioni delle attività all’estero, verso Paesi senza tutele per i lavoratori e senza garanzie certe sul trattamento dei dati sensibili gestiti dalle società di telefonia. Per questo oggi centinaia di lavoratori di tutta Italia stanno protestando a Roma. Una manifestazione “nata” – si può dire – a Catania, la capitale dei call center che sta pagando gli effetti di un mancato intervento da parte del Governo nazionale in questo settore, per protestare contro le delocalizzazioni e contro le gare al massimo ribasso. Un fenomeno drammatico e da non sottovalutare, che si sta ripercuotendo pesantemente sull’economia dell’Isola e della nostra città. E’ necessario che si ponga immediatamente fine alla totale deregolamentazione, tutelando migliaia di lavoratori e incentivando le imprese sane a restare in Italia garantendo giusti salari ai propri dipendenti. Il Governo ha già dimostrato di avere a cuore il lavoro e il futuro dei nostri giovani. Oggi dobbiamo ulteriormente dimostrarlo, tutelando il lavoro dei dipendenti dei call center e garantendo le imprese sane, in regola e trasparenti che si trovano in difficoltà.
La protesta nazionale che si sta svolgendo oggi a Roma, organizzata dai sindacati e dai lavoratori del settore provenienti da tutta Italia non può rimanere inascoltata. Già due anni fa avevo chiesto l’intervento del Ministero dell’Interno denunciando la pericolosità della pratica delle delocalizzazioni delle società verso l’estero: una pratica ormai sin troppo diffusa, anche tra i call center che hanno commesse pubbliche e che trovano più conveniente spostare le proprie attività soprattutto in Paesi extra europei dove la manodopera costa pochissimo, ma in cui molto spesso la protezione dei dati personali degli utenti italiani non è assicurata e il rischio di pirateria informatica è elevato.
Ma è la totale deregolamentazione di questo importante settore, che soltanto in Sicilia dà lavoro a circa 10 mila persone, in gran parte giovani e con una forte presenza femminile, a preoccupare particolarmente. Per queste ragioni, interverrò con un’iniziativa parlamentare per sollecitare i Ministeri del Lavoro e dell’Interno e lunedì prossimo incontrerò a Catania il ministro Poletti (in città per un seminario sul Jobs Act al quale parteciperò) per discutere faccia a faccia della vicenda.
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