Assicurare al meglio i diritti dei migranti ospitati nel Cara di Mineo e garantire la sicurezza delle popolazioni dei Comuni limitrofi alla struttura di accoglienza che ha sede nella piana di Catania. E’ questo il duplice obiettivo che si vuole raggiungere con la costituzione di tre Commissioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale e dello status di rifugiato che saranno operative entro fine febbraio. Dell’imminente insediamento delle nuove commissioni Territoriali e dell’utilizzo dei fondi stanziati dal Governo per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti nella zona calatina, abbiamo parlato, insieme al Prefetto Maria Guia Federico durante un incontro con la stampa tenutosi in Prefettura a Catania.
Una delle commissioni opererà a Siracusa, le altre due faranno base nel territorio etneo. La prima ad essere attivata, già nei prossimi giorni, sarà quella di Siracusa. Le altre due saranno avviate subito dopo. L’attività delle commissioni, composte da funzionari di prefettura, questura, Onu e comune, consentirà di garantire almeno 30 nuove audizioni al giorno per cinque giorni a settimana, accelerando notevolmente i tempi di riconoscimento dello status di rifugiato e quindi di uscita degli ospiti dal Centro di accoglienza.
L’istituzione di questi nuovi organismi è un segnale tangibile di attenzione del Governo nei confronti sia dei migranti sia dei cittadini italiani. Il mio auspicio ora è che ci sia la massima vigilanza sull’utilizzo delle risorse stanziate dal Governo, che sono limitate e frutto di grandi sacrifici e che per questo devono essere usate al meglio, con grande attenzione e parsimonia.
Nel corso dell’incontro di presentazione sono state illustrate le modalità di utilizzo dei fondi del governo nazionale, 3 milioni di euro, per l’accoglienza e l’inclusione dei migranti presenti nel territorio del Calatino Sud Simeto. Sarà il ministero dell’Interno attraverso la prefettura ad accogliere e valutare le proposte avanzate dai comuni del Consorzio dei Comuni “Calatino Terra d’Accoglienza”. Tra le ipotesi allo studio: la realizzazione di iniziative per la formazione e l’inserimento lavorativo dei migranti. Tutti gli interventi dovranno, in ogni caso, valorizzare al massimo il coinvolgimento della popolazione locale che, attraverso queste iniziative, troverà una forma di compensazione del proprio impegno sul fronte dell’accoglienza e dell’integrazione.
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