Tre detenuti, età e storie diverse alle spalle, reclusi in tre istituti penitenziari diversi per scontare la propria pena. In comune, però, hanno gravi problemi di salute. Sono tre casi segnalati dal senatore Luigi Manconi che, prima con un articolo pubblicato sull’Unità e ieri con una conferenza stampa, ha descritto le vicende di Brian Gaetano Bottigliero, Vincenzo Di Sarno e Vito Manciaracina. Su queste tre vicende ho garantito – e ribadisco anche qui – il mio impegno immediato ad attivarmi, così come peraltro fatto in diverse altre occasioni. Ha ragione infatti Manconi quando afferma che la pretesa battaglia egualitaria contro i privilegi di Giulia Ligresti nasconde un pulsione diversa, cioè l’idea di un livellamento verso l’azzeramento delle garanzie e dei diritti dei detenuti. Ciò di cui sono convinto invece è che dovremmo rimettere al centro del nostro dibattito su carceri e sistema della giustizia il tema delle garanzie, della funzione rieducativa della pena, di una giustizia penale che non può essere ulteriore elemento di disparità sociale in un Paese che di disuguaglianze ne vive già troppe.
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