Vi racconto il mio viaggio sul primo bus rapido della città
Sono andato questa mattina, a meno di una settimana dalla sua nascita, a provare la nuova linea Brt, il bus rapido che collega il parcheggio scambiatore dei Due Obelischi con piazza Stesicoro. Assieme ai ragazzi di Io Cambio Catania abbiamo provato il servizio, parlato con la gente che lo utilizza. E ci siamo resi conto che il servizio funziona, dire il contrario sarebbe un’ipocrisia senza senso: bus pieno e tempi di percorrenza ragionevoli per raggiungere il centro storico. Ma oggi ci siamo resi conto ancora una volta – come chiunque frequenti Catania andando in bus, in bici o in vespa come faccio io – di luci e ombre del sistema di mobilità della nostra città. Insomma un passo avanti sì, ma non ci illudiamo e non parliamo per favore di rivoluzioni, ché Catania (purtroppo) non è Curitiba!
E dunque il bus rapido funziona e bisogna riconoscere inoltre che anche i tempi di realizzazione delle strutture e delle corsie dedicate siano stati rispettati, secondo i progetti dell’assessore alla Mobilità Santi Cascone.
Nulla da eccepire sotto questo aspetto, ma dopo questo giro sono convinto più di prima che per risolvere il problema del traffico a Catania non ci si possa illudere che basti una linea Brt. C’è molto da fare, molto da migliorare. A partire da quelle piccole grandi rivoluzioni culturali che purtroppo non ci appartengono ancora. Un esempio su tutti è la via Etnea, il tratto di via Etnea che dovrebbe essere chiuso al traffico. Nonostante i divieti, anche il giro di stamattina (ed era lunedì, con i negozi chiusi) ci ha consegnato agli occhi una sfilza di auto che viaggiavano nella Ztl e tante, troppe auto parcheggiate. Compresa una macchina di servizio del Comune, posteggiata nella zona a traffico limitato e in senso di marcia contrario.
Va bene il Brt, dunque, ma le criticità restano. Quali? Il parcheggio Due Obelischi ad esempio stamattina era praticamente deserto: il bus si è riempito (e tanto, addirittura non c’erano più posti a sedere) solo durante il viaggio, segnale chiarissimo del fatto che occorre forse incentivare di più i catanesi che abitano nell’hinterland a lasciare l’auto nel parcheggio fuori città per raggiungere Catania in bus. Noi ci abbiamo messo 22 minuti, un tempo ragionevole. Ma il parcheggio, appunto, non decolla, forse anche perché pessimamente segnalato: nei pochi minuti di attesa al Due Obelischi abbiamo contato diverse auto che hanno sbagliato ingresso perché davvero non si capisce bene da dove si debba entrare… Il Comune prenda nota.
Altra criticità, il solito nodo del ponte Gioeni: solito imbottigliamento con centinaia di auto. Lì il Brt si è bloccato, perdendo diversi minuti. E, ancora, i bus del Brt mostrano tutti i loro limiti: sono mezzi abbastanza vecchi e riadattati, e senza aria condizionata. Che succederà all’arrivo – ormai imminente – del caldo catanese? Dalla prospettiva “privilegiata” del bus rapido, poi, abbiamo avuto la conferma dei disagi profondi del servizio Amt, o meglio di tutti gli altri servizi dell’Azienda trasporti: noi viaggiavamo nella corsia “protetta” mentre alle fermate delle altre linee tantissima gente aspettava autobus che non arrivavano.
Insomma io credo che il Brt sia un passo avanti importante, ma se non alziamo il livello di tutti i servizi dell’Amt non andiamo da nessuna parte, sarà una goccia in un mare di cose da fare. Se non si disincentiva l’uso dell’auto, se non si migliorano i tempi di percorrenza di tutte le linee, se non si fa qualcosa per la vera intermodalità (a partire da collegamenti ad esempio tra Amt, Ast, Circumetnea per agevolare le migliaia di residenti della provincia che ogni giorno affollano la città), si rischia di concludere ben poco. La rivoluzione del traffico è molto lontana. Ma per farla, sono convinto, ci vogliono coraggio e idee nuove. Quelle che fino ad ora francamente non abbiamo sentito da chi si candida a guidare Catania nei prossimi cinque anni.
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