Catania, il Sindaco, le primarie: facciamo il punto

Questa mattina ho convocato una conferenza stampa per fare il punto della situazione circa il dibattito sviluppatosi attorno alla candidatura del centrosinistra alla carica di sindaco di Catania.

Ho tentato di dare in questi mesi un contributo al rafforzamento del centro-sinistra, proponendo un percorso unitario ma all’insegna dell’apertura alla Città, ai movimenti, alle personalità che si sono messe in gioco, per questo ho proposto, anzi abbiamo proposto con Luca Spataro, Rosario Condorelli e tanti altri democratici e democratiche un percorso di primarie civiche, aperte.

Anche oggi il mio vuole essere un contributo all’unità del Pd, non un ritiro polemico di cui ha parlato la stampa. Continuerò a lavorare come ho sempre fatto, lealmente e senza mai risparmiarmi, per il PD.

In questo senso avverto l’esigenza di lanciare ancora una volta un appello, una sorta di ultima chiamata, affinché si faccia ogni sforzo per costruire un ponte di dialogo, di confronto e di collaborazione per puntare ad un’unità sui contenuti, su un programma di cambiamento e rinnovamento politico, culturale e programmatico.

Uno sforzo, in definitiva, verso quelle le primarie che continuano a negare e che costituiscono il tratto costitutivo delle forze democratiche e progressiste di questo paese.

Le stesse primarie che non possono essere archiviate – come il senatore Enzo Bianco ha fatto in questi giorni – come mere procedure burocratiche. Per me, e per i tanti italiani che in questi anni hanno scelto in questo modo i propri rappresentanti, le primarie sono metodo e sostanza dell’identità stessa del Partito Democratico.

Il centro sinistra a Catania incomprensibilmente ha invece deciso di chiamarsi fuori da questa grande sfida, sbattendo la porta in faccia ai cittadini che avevano cominciato a mettere fuori il naso da casa per partecipare attivamente alla vita politica della loro città.

Durante gli anni di lavoro sul territorio catanese fatto insieme al partito, ai circoli, e ai tanti che hanno aderito alla iniziative del movimento Io Cambio Catania abbiamo avanzato proposte concrete: sul Porto, sul turismo, sulla mobilità sostenibile, sullo start up delle imprese, sull’innovazione tecnologica, sui quartieri periferici e non, sul commercio, sulla cultura, sulla solidarietà e su tanto altro. Abbiamo incontrato migliaia di persone e ascoltato idee e istanze di cambiamento.

Questo lavoro è a disposizione del Partito democratico, del centro sinistra, è un piccolo patrimonio di idee e proposte che vogliamo ulteriormente arricchire e lo faremo. Infatti questo lavoro noi lo continueremo, a partire da sabato prossimo con un incontro con le associazioni animaliste catanesi. Lo dobbiamo alla città e a noi stessi.

Siamo stati oggetto di un tentativo di umiliazione, ma francamente non solo non ci sentiamo sconfitti ma ci sentiamo orgogliosi di una battaglia di valori e di idee, condotta nel nome del cambiamento e del contrasto alla logica notabilare delle scelte chiuse e degli accordi di potere, una battaglia che prosegue senza sosta.

Credo peraltro che le battaglie in cui si crede non sono mai perse, come giustamente ha detto Antonino Caponnetto.

Il paradosso è che non solo si è chiusa la porta in faccia a chi come noi nel Pd chiedeva le primarie, ma si sta chiudendo la porta in faccia anche a tante associazioni (dalle Acli, alle associazioni antiestorsione, a Città Insieme solo per citarne alcune), che rivolgono al centro-sinistra la domanda più naturale: condividiamo le scelte, devolvete a noi una parte del vostro potere, rendeteci partecipi. Credo sia un errore esiziale e spero si ponga rimedio nelle prossime ore. Il rinvio delle elezioni in questo senso rappresenta una vera e propria manna da cielo.

Non mi sembra vero che si sia trovato più conveniente, fioccano in queste ore comunicati stampa, intavolare rapporti con i signori delle preferenze e con le presunte elités che costruire ponti con portatori di valori, di idee e di proposte.
In questo senso l’articolo del mio amico-nemico Marco Benanti su i quattro matrimoni e un funerale, matrimoni di Bianco con singoli esponenti politici, e il funerale che stiamo celebrando del cambiamento mi appare molto calzante.
Io mi sento un po’ come un congiunto del defunto, che non si rassegna…

Il 7 aprile nelle altre città d’Italia, persino in molti comuni del catanese, i cittadini e le cittadine sceglieranno chi deve guidare la loro città mentre qui,invece, si moltiplicano gli incontri bilaterali con partiti, con politici buoni per tutte le stagioni, in cerca di uno spazio per riciclarsi e con ex assessori provenienti dalle disastrose giunte di centrodestra che hanno sfasciato Catania.

In questi incontri Catania, i suoi problemi, le sue tante emergenze, la crisi, la sua identità rimangono sullo sfondo, in una sorta di distacco tragico, si parla di cabine di regia, ma non dell’opera che si vorrebbe mettere in scena .

Il 7 aprile i catanesi avrebbero potuto votare alle primarie per Acagnino, Berretta, Bianco, Caserta, Castorina, dopo avere saputo cosa propongono per il Futuro di Catania e invece sentono parlare di accordi tra i partiti, non si capisce su cosa. Il messaggio che Bianco trasmette è datemi il potere e vi risolverò i problemi, versione sicula del Ghe pensi mi.

A livello nazionale abbiamo visto che cosa accade in questi casi, ed anche a Catania.

Il Cambiamento di cui ha bisogno Catania é diverso e profondo e presuppone una grande partecipazione, una assunzione di responsabilità collettiva, la consapevolezza che il cambiamento o è collettivo o non è.

C’è una Catania (e un’Italia) che concepisce lo spazio pubblico in funzione del vantaggio personale, alla ricerca di scorciatorie e di protezioni clientelari.Ma c’è una Catania che preme per il cambiamento. E’ qui il cuore di Catania. Che dobbiamo incoraggiare, aiutare, con cui dobbiamo e possiamo dialogare. E’ questo ciò che dobbiamo e possiamo fare.

A proposito, colgo l’occasione per chiedere scusa – non spetterebbe a me ma visto che nessuno lo fa – a Marisa Acagnino. Perché non si fa così. Non si chiede ad una personalità di valore di scendere in campo per poi girarsi dall’altra parte nel momento decisivo. Se la generosità personale, se la passione civile e politica diventano una colpa non siamo messi bene. Io non ci sto.

Io mi tiro fuori e però continuo a chiedere le primarie.
Nessuno potrà dire “il rampante pigliatutto” (ma cosa avrò mai preso io?), “Berretta vuole le primarie per se stesso”, togliamo di mezzo questo alibi, ripetuto stancamente e senza convinzione in questi mesi.

Ho imparato dai miei maestri che, a volte, occorre mettere da parte se stessi ed al centro l’interesse generale. Io questa lezione l’ho appresa, altri che dalla politica hanno avuto compensi e benefici notevoli, potrei dire che dalla Politica hanno avuto tutto, non sembrano aver imparato. Per me, Catania viene prima di tutto e dare un buon governo alla mia città è una priorità.

Per questo ho chiesto – finora – invano le primarie. Per questo mi sono battuto, e continuo a farlo.
Se c’è un candidato così forte non capisco perché non si sottoponga ad un rito democratico come le primarie.

Il commissario – coordinatore provinciale del PD, Enzo Napoli, ha detto in riferimento alle primarie e alle candidature a sindaco che “nulla è ancora deciso”, ci credo.
Io non parteciperò alle primarie, ma si facciano lo stesso.

Con le risorse che generosamente si sono già dette disponibili. Marisa Acagnino, in primo luogo e poi Paolo Castorina, si coinvolga Maurizio Caserta. Si coinvolga il mondo delle associazioni. Perché andare incontro supinamente ai desideri di Enzo Bianco che ha deciso di dover essere l’unico candidato del centro sinistra. Perché ?

Da questo confronto uscirà il candidato migliore per la città. Si vada ad un confronto aperto, partecipato, civico in cui il centro sinistra riannodi un dialogo con la città e si presenti con il suo abito naturale: il linguaggio del rinnovamento. Non c’è tempo da perdere.

Dunque, senza Berretta, ma come prima e più di prima, primarie. Vere, autentiche partecipate.

Inoltre, avanzo un’ulteriore proposta.
Essa è valida solo ed esclusivamente e se malauguratamente il centrosinistra decidesse di rinunciare alle primarie. Chiedo al PD e ai gruppi dirigenti delle forze politiche di centro sinistra di fare una scelta di reale rinnovamento. Che dica alla città che il centro sinistra dispone di idee, proposte e volti in grado di rompere davvero con il passato.
Un centro sinistra capace di offrire alla città una vera alternativa. Non quella di 20 – 25 anni fa, ma quella del tempo di oggi. Occorrono gambe nuove, volti nuovi, idee nuove. Una candidatura in grado di interpretare la domanda di Novità e Cambiamento, di Freschezza e Sobrietà che la società italiana rivolge alla Politica.

Abbiamo bisogno di sobrietà nei comportamenti, di un potere che non diventi ostentazione, che non abbia bisogno di scorte e lampeggianti, di candidati che non sostengano che per fare attività politica sono necessari 600 mila euro l’anno.

Nel panorama politico catanese c’è un o una Bergoglio per Palazzo degli Elefanti, sarebbe sufficiente volerlo.

4 comments to Catania, il Sindaco, le primarie: facciamo il punto

  • Saro

    A Roma, oggi, sono in corso le primarie di coalizione tra ben sei candidati a sindaco, dei quali addirittura tre sono espressione del PD: una grande prova di democrazia e di cambiamento.
    A Catania tutto questo è stato negato da ferree e vecchie logiche di potere.
    Un\occasione perduta!

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  • Giuseppe Berretta

    Gentile Sig. Bartolo,
    Comprendo benissimo il suo sentire amarezza e delusione, ma non concordo sulla sua conclusione: tenga sempre presente che non tutto il PD catanese si riconosce in questa scelta/imposizione, e che il PARTITO DEMOCRATICO non è composto solo dal PD catanese. All’interno del PD ci sono tante donne e uomini che la pensano come lei, e forse già solo per questo è opportuno che Lei rinnovi la tessera: per unire la sua voce alla loro dandole ancora più forza.
    E non concordo nemmeno sulla rinuncia al voto. E’ l’unica vera arma che abbiamo, e non dobbiamo gettarla via.
    In questi giorni, a Taranto, si preparano ad andare a votare per un referendum sull’ILVA e mi ha colpito una frase scritta su un blog locale da una cittadina, sulla quale invito tutti, a comiinciare da me, a riflettere: “Non andare a votare è pari a dire io sono il tuo servo, fa’ di me quel che vuoi, morirò in silenzio”.
    La saluto cordialmente.

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  • Enrico

    BASTA con questo “Fioraio” che cura gli interessi dei due grandi milirdari di Catania e se ne frega dela gente comune. Domenica ho letto 2 cose su “La Sicilia” che mi fatto fatto riflettere; ma tu che chiedi una legge speciale per Catania in questi 5 anni che cxxxo hai combinato per la ns. città? Ora che sei fuori dal giro chiedi questa legge? non sarebbe stato più semplice chiederla mentre riscaldavi la poltrona di senatore? E poi vuoi rivedere il PRG, ma chi te l’hanno chiesto sempre quei 2 di cui sopra? No grazie abbiamo già dato: E poi tu e Rutelli che avete messo Lusi come tesoriere perché non lo avete controllato mese dopo mese? chi ve lo impediva!!! BASTA se il PD (leggi Angelo Villari) insiste su questo nome, lo dico pubblicamente, voterò io ed il mio gruppo per Salvo Pogliese. Ma svegliatevi e date retta a Matteo Renzi uno dei pochi che abbia le idee chiare su cosa fare

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  • Bartolo

    Onorevole Berretta, segue la sua attività politica, ricevo le sue email e voto PD da quando è stato costituito e prima PCI, PDS, DS. Ho sostenuto economicamente il partito qualche anno fa comprando le azioni simboliche, ho avuto per qualche anno la tessera PD, che non ho rinnovato quando con la legge elettorale attuale mi sarei ritrovato di fatto a eleggere personaggi indagati e rinviati a giudizio.
    Dopo le primarie del 2012, oltre ad avervi partecipato,avevo anche deciso di rinnovare la tessera.
    Ma dopo la notizia della candidatura di Biancocianciovirlinzi a sindaco di Catania per il PD, con amarezza sarò costretto a rinunciare al voto e non rinnoverò la mia iscrizione al partito.

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