LE NOSTRE PROPOSTE PER UN NUOVO MODELLO DI GESTIONE
Verde incolto, sporcizia, campetti da basket devastati, gettacarte stracolmi e spesso rotti, illuminazione vandalizzata e mai ripristinata. E’ la situazione di molti parchi pubblici della città di Catania, che desta preoccupazione nei cittadini e in ognuno di noi e su cui è necessario che si cambi registro. Dopo sopralluoghi e tante segnalazioni dei cittadini, siamo partiti da questa denuncia per lanciare una nuova proposta di gestione degli spazi verdi comunali all’Amministrazione cittadina. E questa mattina, nel nostro spazio di via Umberto, assieme ad un gruppo di consiglieri di quartiere, segretari dei Circoli del Partito Democratico di Catania e al consigliere comunale Niccolò Notarbartolo abbiamo illustrato un dossier con iniziative e progetti per ripristinare condizioni di decoro e vivibilità. Assieme a me, e ad aver contribuito a realizzare un lavoro con proposte concrete che spero possa essere preso in considerazione dall’Amministrazione comunale, c’erano Laura Sicari e Marco Leonardi (consiglieri della terza Circoscrizione), Davide Ruffino (consigliere Pd prima Circoscrizione), Vincenzo Crimi (consigliere Pd seconda Circoscrizione) e i segretari dei circoli dei Democratici di Librino (Bruno Medeot), Ognina-Picanello (Gianni Villari) e San Leone-Rapisardi (Angelo Mammana).
Nelle ultime settimane abbiamo effettuato sopralluoghi e raccolto segnalazioni per verificare le condizioni dei parchi cittadini, che sono oggettivamente difficili, spesso degradate. Crediamo che si debba ripartire superando l’idea che i beni pubblici non appartengano a nessuno di noi, quindi con percorsi di valorizzazione e condivisione con i cittadini, che anche a Catania possono funzionare. E’ emblematico il caso della Porta della Bellezza di Librino, rispettata e valorizzata da tutti gli abitanti perché loro sono stati i protagonisti del progetto.
Il verde pubblico, le condizioni attuali
Un degrado, quello di molte aree verdi presenti in città, dovuto alle oggettive difficoltà economiche dell’Amministrazione, ma che non si può ignorare. Durante i sopralluoghi abbiamo battuto molti parchi cittadini, constatando la mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria: alcune delle fotografie scattate in giro per la città ritraggono pali dell’illuminazione rotti e pavimentazione disastrata al parco Gioeni, cestini gettacarte divelti e bruciati e impianti di videosorveglianza vandalizzati al parco Gemmellaro, mattonelle rotte al parco Gandhi, erbacce e sporcizia al parco Falcone.
La proposta di regolamento
In commissione Verde pubblico del Comune è stato presentato un regolamento per l’affidamento dei parchi urbani ad associazioni, imprese e cittadini, che è un buon passo avanti ma che contiene dei limiti oggettivi, come ha sottolineato il consigliere comunale Pd Niccolò Notarbartolo, secondo cui il regolamento innanzitutto limita alla manutenzione ordinaria gli interventi da affidare a chi gestisce lo spazio pubblico, senza quindi considerare che i nostri parchi hanno innanzitutto bisogno di interventi straordinari per essere riportati in condizioni di decoro. Inoltre non tiene in considerazione molte aree verdi, rotatorie, aiuole, anche piccoli spazi che potrebbero essere affidati in gestione ad associazioni, cittadini, condomini, attività commerciali, e infine la grossa pecca del regolamento è che non prevede l’istituzione di Orti urbani, sperimentati con successo in molte città.
Parola d’ordine: condivisione
Esempi di condivisione degli spazi che sono stati sperimentati soprattutto nella terza Circoscrizione, come ci hanno ricordato i consiglieri di quartiere Laura Sicari e Marco Leonardi: “Il parco Madre Teresa di Calcutta grazie all’associazione Nuova Acropoli che lo gestisce è tornato a rivivere – sottolineano – Ma anche l’area di sgambamento per i cani di piazza Aldo Moro, ben gestita da un comitato che ha dimostrato di avere un solo obiettivo: vivere uno spazio che è pubblico, di tutti”. Parole chiave dunque sono più decoro, più sicurezza e spazi per i cittadini, come hanno chiesto Angelo Villari e Bruno Medeot, secondo cui l’amministrazione comunale dovrebbe dare segnali tangibili di buona volontà, a partire dalla piantumazione di alberi nelle aiuole. Per Vincenzo Crimi, consigliere della seconda Circoscrizione, anche quel quartiere è abbandonato, i parchi spesso non hanno illuminazione e sono insicuri mentre alcune proposte per la realizzazione di un nuovo parco che dovrebbe sorgere al posto di una discarica, sono state ignorate. E se Angelo Mammana è tornato a chiedere attenzione per il Parco Gemmellaro, consegnato nel 2005 e del tutto abbandonato all’incuria e ai vandali, il consigliere di Circoscrizione del Centro storico Davide Ruffino ha denunciato le condizioni di Villa Pacini: “Affidata due anni fa dalla giunta Stancanelli ad un privato per soli 9000 euro per sei anni in cambio di pulizia quotidiana e manutenzione, è in condizioni pessime” ha detto.
Le nostre proposte
Noi vogliamo anche in questo caso essere d’aiuto e stimolare l’Amministrazione comunale, per rendere più vivibili i nostri spazi in una città che spesso sembra abbandonata e rassegnata.
Queste in sintesi le nostre proposte: innanzitutto avviare uno screening dei parchi pubblici e verificare quali interventi di manutenzione straordinaria vadano svolti; prevedere l’istituzione di Orti urbani nel nuovo regolamento che verrà discusso in Aula; snellire il procedimento di affidamento dei parchi pubblici dando un ruolo più rilevante alle Circoscrizioni; ampliare il concetto di verde pubblico prevedendo la possibilità di affidare e far gestire ad associazioni o privati anche aree attrezzate, aiuole, sgambatoi, spartitraffico e aree di pertinenza delle scuole; puntare sulla condivisione delle informazioni sul verde pubblico anche con la realizzazione di piattaforme online e siti web come accade in molti altri Comuni (da Firenze a Torino); introdurre nel Regolamento la possibilità delle sponsorizzazioni; infine, dare la possibilità di affidare le attività di manutenzione delle aree verdi alle cooperative sociali, anche di tipo B, impiegando i detenuti delle carceri catanesi in lavori di pubblica utilità a titolo gratuito.
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