Conoscere nel dettaglio le decisioni del Governo italiano sul futuro della StMicroelectronics e in particolare rispetto al mantenimento dell’investimento pubblico nella microelettronica, che avrebbe evidenti conseguenze occupazionali nella città di Catania. Sono queste le motivazioni che mi hanno spinto a chiedere un incontro urgente alla ministra dello Sviluppo Economico, Federica Guidi. Non si possono nascondere infatti le preoccupazioni per il futuro dell’azienda italo-francese della microelettronica che solo a Catania dà lavoro ad oltre 4.000 tra ingegneri, chimici, fisici e tecnici specializzati. Preoccupazioni che ci riguardano da vicino e su cui nei giorni scorsi ho ricevuto importanti sollecitazioni da parte di tanti lavoratori: temono, a ragione, per il proprio avvenire e per quello delle loro famiglie.
Onorevole Ministro,
Le scrivo per sottoporre alla sua attenzione la vicenda relativa ad un’importante area industriale siciliana, nel dettaglio catanese. Mi riferisco all’azienda franco-italiana ST MICROELECTRONICS che, per anni, è stata il cuore pulsante dell’attività industriale non solo catanese ma di tutta la Sicilia orientale. Oggi di quella che è stata definita l’Etna Valley non sono rimaste che le vestigia: non solo per quel che concerne le infrastrutture industriali che man mano chiudono e restano vuote cattedrali nel deserto, ma soprattutto per le tremende ricadute occupazionali. Tuttavia sino ad oggi alcune realtà hanno resistito, mi riferisco alla microelettronica siciliana in cui operano più di 4.000 ingegneri, chimici, fisici e tecnici specializzati. Un’eccellenza che ha portato la ST ad essere al quarto posto tra le aziende produttrici di microchip. La ST MICROELECTRONICS opera da circa vent’anni sul territorio catanese ma negli ultimi otto anni sembra avviata ad un declino; nel 2007, infatti, la dirigenza dell’azienda ha deciso di abbandonare il settore delle memorie e, conseguentemente, ha rivisto la scelta di investire sulla costruzione nell’area industriale etnea di uno stabilimento ultramoderno che avrebbe occupato oltre 1.200 nuovi lavoratori. Per quello stabilimento era stato attivato un contratto di programma da circa due miliardi di euro, di cui 450 milioni sostenuti dall’Unione Europea e dallo Stato Italiano. Lo stabilimento sarebbe stato integrato con lo stabilimento ST di Agrate Brianza. Successivamente la divisione memorie con più di 1480 lavoratori è stata riversata prima in uno spin off d’azienda di brevissima durata, Numonyx, e, quindi, acquisita dalla multinazionale statunitense Micron che dopo pochi anni, e notevoli profitti, ha deciso di ridurre sensibilmente il suo investimento in Sicilia tagliando non solo posti di lavoro ma elevate professionalità. Come Lei ben saprà ST MICROELECTRONICS è una multinazionale francoitaliana controllata saldamente dal capitale pubblico dei governi francese e italiano. Nella qualità di parlamentare del territorio catanese ho ricevuto un’importante sollecitazione da parte di tanti lavoratori preoccupati, a ragione, per il futuro loro e delle loro famiglie. Ritengo sia giusto condividere tale preoccupazione con Lei. Per questo Le chiedo di poterla incontrare per conoscere nel dettaglio le decisioni del Governo Italiano al proposito e nella speranza di potere dare le opportune rassicurazioni riguardo il rilancio degli investimenti nell’ambito di un piano europeo della microelettronica, sul modello di quanto realizzato dall’azienda tedesca Infineon a questi lavoratori, che rappresentano un’eccellenza per il territorio catanese, convocando un incontro presso il Suo Ministero.
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