Che lingua parla il Governo?

GLI STUDENTI ED IL SOTTOSCRITTO INTERROGANO LA GELMINI

Seguo con grande attenzione, come credo si sappia, l’assurda vicenda della Facoltà di Lingue dell’Università di Catania. Avrei volentieri seguito anche l’assemblea convocata dai rappresentanti degli studenti della facoltà che c’è stata stamattina al Monastero dei Benedettini: centinaia e centinaia di studenti, per la gran parte della facoltà ma accompagnati anche da molti loro colleghi di tutto l’ateneo, tutti preoccupati dei tagli di Tremonti spacciati per riforma della Gelmini. Non potevo però essere fisicamente presente in quanto, come annunziato, quasi in diretta con l’assemblea, presentavo la mia interpellanza al ministro sulla paventata chiusura della Facoltà. Si può chiudere una facoltà che nei suoi 11 anni di vita si è dimostrata utile per i suoi tanti studenti e, diciamolo, preziosa per diffondere una cultura dell’integrazione e dell’interazione fra le diverse culture europee e mediterranee della quale questo Paese ha tanto bisogno? Ho chiesto ufficialmente al ministro Gelmini – atti della Camera – se il progetto di scorporo in favore del IV polo siciliano (segnatamente a Ragusa) e di conseguente, per quanto irrazionale, chiusura della Facoltà, circolato a mezza voce nelle stanze del Rettorato e non ancora ufficiale (mancherebbero ancora i passaggi formali negli organi di autogoverno dell’ateneo) sia reale o meno. Sono solidale con i docenti e gli amministrativi della facoltà che si vedono precipitati in un baratro di incertezza, e lo sono ancor di più con tutti gli studenti di lingue. Non capisco per quale motivo, che non sia a un tempo – un tempo brutto – campanilistico e di bassa politica, due territori grandi, ricchi di potenzialità e proficuamente intrecciati nelle proprie aspirazioni di sviluppo non possano convivere anche in materia di insegnamenti universitari, di Facoltà e di specializzazioni.

Di seguito il testo della mia interpellanza presentata stamattina.

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Per sapere – premesso che:

da notizie apparse sulla stampa, che non hanno trovato ancora smentite da parte del Ministero, nel quadro di riorganizzazione dell’offerta formativa in Sicilia sarebbe previsto l’insediamento della facoltà di Lingue a Ragusa e la conseguente chiusura della facoltà di lingue e letterature straniere dell’Ateneo di Catania, entro l’ottobre del 2011;

tale decisione scaturirebbe dalla scelta di istituire il polo universitario di Ragusa, per assicurare al nascente quarto polo in Sicilia un congruo numero di iscritti verrebbero coattivamente trasferiti gli oltre 4.000 iscritti della facoltà Facoltà di Lingue di Catania;

appare evidente come tale decisione, qualora venisse confermata, è in aperto contrasto con la razionalizzazione introdotta dalla riforma varata dal Governo e risponderebbe solo a logiche campanilistiche;

tale notizia ha provocato le giuste proteste di tutto il mondo accademico catanese che si vedrebbe ingiustamente impoverito nella propria offerta formativa;

considerato che il vasto bacino siciliano, consentirebbe l’esistenza di entrambe le facoltà, in un’ottica di collaborazione, diversificazione dell’offerta formativa, che scongiurerebbe la chiusura della facoltà catanese che negli oltre dieci anni di vita si è resa competitiva ed all’avanguardia nel rispondere alle nuove esigenze formative;

– se non intenda chiarire gli orientamenti che su tale decisione il Governo intende assumere;

– se non intenda smentire la chiusura ovvero il trasferimento della Facoltà di Lingue e letterature straniere dell’Ateneo di Catania, al fine di favorire la nascita del polo universitario di Ragusa.

Berretta

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