Ieri pomeriggio ho preso parte ad un interessante e opportuno incontro organizzato da Adiconsum Catania e dal «Comitato civico Cittadella della Giustizia a Catania» per fare il punto sulla situazione delle sedi degli uffici giudiziari catanesi. L’incontro, al quale hanno partecipato insieme a me il vicepresidente del consiglio comunale Sebastiano Arcidiacono, l’assessore all’Urbanistica Salvo Di Salvo e il presidente della commissione Lavori Pubblici Niccolò Notarbartolo, è servito a fare chiarezza su alcuni punti dell’annosa vicenda della cosiddetta Cittadella Giudiziaria, ossia la sede unica delle strutture giudiziarie della città. Un’opera da troppo tempo attesa dagli operatori della Giustizia e dai cittadini di Catania e provincia.
Dal 2003 il Comune di Catania è proprietario, in virtù di un accordo con il Ministero della Giustizia, che ne ha finanziato l’acquisto nel 2001, dell’ex Palazzo delle Poste in viale Africa. L’edificio, come è noto, era stato individuato dal Comune come possibile e concreta soluzione ai vari problemi logistici degli uffici giudiziari della città. Il Ministero, per esser certo dell’effettiva funzionalità dell’investimento ha chiesto al Comune di garantire la copertura finanziaria del costo della ristrutturazione e di predisporre un progetto preliminare dei lavori, approvato, sotto l’aspetto della funzionalità organizzativa, dalle Autorità giudiziarie. Quello che doveva succedere – una funzionale Cittadella al centro della città – e non è successo è sotto gli occhi di tutti.
A fronte di ingenti investimenti da parte del Ministero della Giustizia, Catania è ancora senza una sede unica per gli uffici giudiziari e si ritrova con uno sbrego, l’ennesimo, in una delle zone più belle della città. Di recente, subito prima delle ultime elezioni comunali, si è fatta strada l’ipotesi di un possibile utilizzo dell’ex ospedale “Ascoli Tomaselli” come nuova sede per la Cittadella Giudiziaria. Una ipotesi quest’ultima sostenuta, secondo indiscrezioni di stampa, dalla Regione, dalla magistratura catanese e su cui l’amministrazione comunale allora in carica si era detta disposta a discutere.
La soluzione dell’ex ospedale “Ascoli Tomaselli”, in luogo dell’ex Palazzo delle Poste di viale Africa, è un’ipotesi da valutare attentamente perché non si trasformi ancora una volta in un’incompiuta. Sappiamo della disponibilità della Regione alla quale aggiungo la disponibilità del Ministero della Giustizia ad aprire un dialogo che tenga conto anche della vicenda dell’ex Palazzo delle Poste su cui le amministrazioni comunali che si sono succedute dalla data della sua acquisizione ad oggi hanno delle precise responsabilità. Su quell’edificio grava un vincolo di utilizzo e senza la rimozione di tale vincolo ben poco si può fare per il riutilizzo o la vendita di un immobile sempre più in malora a causa dei mancati interventi di ristrutturazione.
La discussione sull’”Ascoli Tomaselli” come sede della Cittadella Giudiziaria di Catania può essere aperta coinvolgendo stavolta, al contrario di quanto successo in prima battuta, il Ministero della Giustizia e dovrà essere messa a punto nei minimi particolari. Il lavoro da fare è tanto e da avviare al più presto. Una cosa è certa: l’obiettivo è indifferibile, non si perda altro tempo.
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