Questo blog riceve e ospita molti commenti di lettori, amici e, come si diceva una volta, simpatizzanti. Ogni tanto – è il bello di quella libertà di parola che così poco piace al nostro premier, pure di qualche antipatizzante.
Due commenti ritengo giusto proporre all’attenzione di tutti spostandoli in prima pagina. Sono entrambi sulla scuola.
Piero da Mascali sull’iniziativa alla “Pestalozzi”:
“Plaudo alla Vs. iniziativa, ma fate in modo che l’incontro organizzato alla “Pestalozzi” non resti un fatto isolato. Il mondo della scuola pubblica ha bisogno di voci amiche che facciano sentire la loro solidarietà. Naturalmente serve un’azione forte in grado di contrastare le malefatte devastanti messe in atto da un governo, con la g minuscola, che sta facendo di tutto per portare la scuola pubblica alla rovina,con grave danno per le generazioni future.
Occhio alla prossima Ordinanza sulle graduatorie dei precari! La residenza “in loco”, proposta dalla Lega e appoggiata dalla nostra cara Gelmini, sarebbe una vera iattura per i nostri giovani. Mobilitate anche i sindacati. L’Italia è di tutti!”
Maria Catena Trovato sul congresso:
“Caro Giuseppe, ho partecipato al Congresso in qualità di delegata ed ho ascoltato il tuo intervento che condivido.
Credo che il PD, in quanto partito di opposizione, debba avere il coraggio e la forza di fare opposizione costruttiva che niente ha a che vedere con le ” beghe di potere” o con le “corse per rimanere incollati alle poltrone”.
Se vogliamo essere credibili dobbiamo davvero lavorare molto sui Programmi e su alternative da proporre all’opinione pubblica ed al Governo regionale e nazionale.
Sulla scuola?
Ho sentito troppo poco al congresso.
Mi piacerebbe che il dibattito si allargasse e soprattutto che venissero proposte misure di reale efficacia che, ovviamente, non possono essere precarie ma istituzionali e garantite nel tempo.
Importantissimo, inoltre, in tutte le iniziative o le proposte che riguardano la scuola, coinvolgere gli ” addetti ai lavori” e cioè i dirigenti scolastici e i docenti.
Troppo spesso la scuola viene affidata a persone che di ” scuola” hanno solo il ricordo per essere stati studenti. Non va bene!”
Ricordo di sfuggita che la scuola, fin dall’inizio di questo blog, viene proposta all’attenzione di tutti e non solo degli addetti ai lavori. Sui miei interventi e sulla mia attività parlamentare c’è ampia notizia su queste pagine. Per quanto mi riguarda cerco di sentire e coinvolgere sempre gli addetti ai lavori: senza i diretti interessati di che parlerei? Anzi, soprattutto sulla scuola, chiedo umilmente di essere “utilizzato” da chi vi lavora per capire e definire quelle misure di reale efficacia giustamente richieste. Chiaramente lo faremo assieme, ascoltando assieme le esigenze delle famiglie, dei comuni, degli operatori sociali, di chiunque abbia a cuore la scuola pubblica, cioè i nostri ragazzi.
Per chi non è stato presente alla relazione del segretario provinciale Luca Spataro al nostro congresso, riporto un passaggio, credo non secondario, sulla scuola:
“Abbiamo alcune sfide da mettere in campo in questo territorio:
La Prima:
la sfida educativa. Cioè la necessità di uno sforzo coordinato che devono mettere in campo enti locali e agenzie formative di questo territorio. Il nostro tessuto sociale presenta oggi macerie, quindi bisogna ricostruire. Per fare un parallelismo che potrebbe sembrare azzardato, come dopo la II guerra mondiale. Con il Piano Marshall. Solo che possiamo contare solo su di noi, senza né grano né mattoni americani. Anche perché ci serve altro, ci servono menti libere, comportamenti civili, rispetto reciproco, educazione. Un grande piano per la formazione nel nostro territorio che deve riguardare l’educazione e la formazione dei nostri ragazzi: dobbiamo assolutamente riuscire a garantire a tutti i bambini il buon completamento della scuola dell’obbligo. Dotarli dei nuovi strumenti conoscitivi per affrontare un mondo che è cambiato, educarli prima di tutto alla cittadinanza. Dobbiamo farlo in scuole sicure e accoglienti. Con il tempo pieno. Con tutte le opportunità educative e di socializzazione.
Dobbiamo fare delle scelte: se questa è la priorità a essa vanno indirizzate le poche risorse, su di essa va ridisegnato l’agire stesso delle Istituzioni locali. Il Comune di Catania ne faccia la propria missione. E intervengano pesantemente la Provincia con le proprie risorse e la Regione con tutto ciò che può fare e che non ha mai fatto in materia di edilizia scolastica, istruzione, formazione professionale: le scuole aperte nel pomeriggio nei quartieri a rischio possono rappresentare il tentativo, per quanto timido, di iniziare per davvero oppure risolversi nell’ennesimo nulla di fatto. E’ una necessità, un obbligo, soprattutto nel momento in cui lo Stato, attraverso le scelte criminali del governo, vuole ritirarsi, pensando solo a fare cassa sulla pelle degli insegnanti e, di conseguenza, dei ragazzi.”
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