Venerdì scorso, dopo l’impegnativa visita al detenuto Vincenzo Di Sarno, di cui vi ho già raccontato qui, ho partecipato, a Castel Capuano sede della sezione civile del tribunale di Napoli, alla Conferenza nazionale dell’ Oua (Organismo unitario dell’Avvocatura).
Anche l’incontro con i colleghi avvocati è stato non poco impegnativo. Il giorno prima della tavola rotonda “La Giustizia umiliata: quale democrazia senza diritti”, alla quale sono intervenuto in rappresentanza del Governo, i giovani avvocati avevano inscenato una pesante contestazione nei confronti del Ministro Cancellieri.
Ai colleghi riuniti a Napoli ho chiesto di non rinunciare al confronto e di accettare l’ invito del ministro Cancellieri ad un incontro previsto il 28 gennaio prossimo. Alla platea dell’avvocatura, e all’Oua in particolare, ho voluto rappresentare una volta, l’idea che ci sia bisogno di mantenere aperto il dialogo con il Governo. Legittime le proteste, legittime le rivendicazioni, ma a mio avviso il l dibattito con il governo, anche se è complicato, va mantenuto. Capisco anche le difficoltà che vive una categoria costretta ad affrontare una crisi difficile che investe tutti gli operatori della giustizia, ma credo che le posizioni aventianiane siano sbagliate.
Alla conferenza nazionale dell’Avvocatura non mi aspettavo certo applausi. Sulla Giustizia, se trattata senza cedere a toni populisti, nessuna platea tributa standing ovation. Il confronto con gli avvocati è stato serrato e utile. Abbiamo discusso e ho avuto modo di parlare di ciò che il Governo ha fatto in questi mesi in tema di Giustizia e di misure messe in atto per combattere il sovraffollamento delle carceri.
La riforma della geografia giudiziaria non era tra i temi del dibattito, ma al cronista che mi ha chiesto un’opinione in merito ho risposto che la riforma è giusta e va portata avanti. Naturalmente siamo tutti consapevoli che non può essere una riforma a costo zero e che ci sia bisogno di un ulteriore investimento in termini di magistrati, di giustizia, infrastrutture a maggior ragione nel momento in cui si è deciso di concentrare le sedi. Bisogna trovare risorse aggiuntive e destinarle ai territori, specialmente al sud, che davvero stanno soffrendo.
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