Giusto prevedere la possibilità di far intervenire in videoconferenza i detenuti, specie quelli pericolosi. Il riferimento è al caso dell’evasione del detenuto calabrese Domenico Cutrì, ma credo sia necessario partire da questo fatto per estendere alcune misure come l’utilizzo dei collegamenti audiovisivi per garantire più sicurezza. La commissione presieduta da Glauco Giostra in tema di ordinamento penitenziario e misure alternative alla detenzione ha già affrontato questo problema, proponendo di estendere l’utilizzo del collegamento audiovisivo nell’intento di conseguire cospicue economie di tempo e di risorse, cercando di evitare restrizioni dei diritti dei detenuti. La norma attuale prevede che per alcuni reati molto gravi sia prevista questa possibilità. Io sono convinto, e in questo condivido l’opinione del segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, dell’esigenza di ampliare l’uso della videoconferenza. In particolare penso che la possibilità dell’intervento in videoconferenza vada esteso anche per i detenuti per reati gravi che debbano rispondere anche per altri reati: come accaduto appunto per il caso Cutrì. L’utilizzo delle nuove tecnologie, sia in campo penale sia in campo civile, è tra le priorità del Governo che sta puntando concretamente sull’ammodernamento della Giustizia.
Ne abbiamo discusso ieri a Radio 24, durante la trasmissione “Effetto giorno” in cui è stato affrontato il caso dell’evasione del detenuto calabrese Domenico Cutrì.
Ho già espresso, e la ribadisco qui, la mia solidarietà agli agenti della Polizia penitenziaria coinvolti nell’agguato durante il quale è evaso il detenuto Cutrì.
Finalmente!!! E’ uno spreco di danaro pubblico tradurre una persona dal nord Italia alla Sicilia per una udienza magari davanti ad un Giudice di Pace ed arrivati in sede si rinuncia alla presenza. E le scorte della Polizia Penitenziaria rischiano!!!!!