Contro le mafie e la corruzione adesso abbiamo uno strumento in più. E’ il Codice Antimafia, che abbiamo approvato ieri alla Camera in via definitiva. Un provvedimento fortemente voluto dal Partito Democratico e dal ministro Andrea Orlando, che ci dà nuove armi per combattere la criminalità organizzata, per gestire meglio e in maniera più trasparente i beni confiscati alle mafie, per combattere la corruzione. L’approvazione, avvenuta dopo un iter durato oltre due anni, è un atto importante per porre un argine ai fenomeni che inquinano la nostra economia, che minacciano la nostra democrazia: è “un atto di responsabilità politica importante” hanno commentato sindacati e associazioni.
Tante le misure previste dal nuovo Codice Antimafia. Misure anticorruzione, quali l’allargamento della cerchia dei possibili destinatari di misure di prevenzione: oltre a chi è indiziato per aver aiutato latitanti di associazioni a delinquere, la riforma inserisce anche chi commette reati contro la pubblica amministrazione, come peculato, corruzione (nel caso di reato associativo) anche in atti giudiziari e concussione. Il sequestro e la confisca dei beni sono resi più veloci e tempestivi e nei Tribunali dei capoluogo sede di Corte d’Appello si istituiranno sezioni o collegi specializzati per trattare in via esclusiva i procedimenti. Viene introdotto l’istituto del controllo giudiziario delle aziende in caso di pericolo concreto di infiltrazioni mafiose e una maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari, con garanzia di competenze idonee e di rotazione negli incarichi. Previste anche misure a sostegno delle aziende sequestrate, con un fondo da 10 milioni di euro l’anno e misure per aiutare la prosecuzione delle attività e la salvaguardia dei posti di lavoro. Viene infine riorganizzata l’Agenzia nazionale per i beni confiscati dotandola di un organico di 200 persone. In questo dossier tutte le modifiche al Codice delle leggi antimafia.
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