Oggi pomeriggio sono intervenuto in Aula in merito al decreto legge che modifica il processo civile il cui iter, dopo l’approvazione in Senato la settimana scorsa, prosegue a ritmo veloce.
Il provvedimento, fortemente voluto dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, rappresenta a mio avviso una vera e propria svolta sotto molti profili, introducendo novità e miglioramenti che avranno l’obiettivo di smaltire l’enorme arretrato in materia di processo civile. Un arretrato che pesa come un macigno sul nostro Paese, con pesanti e negative ricadute sulle imprese ma anche sui diritti che ogni singolo cittadino vorrebbe esercitare.
Oggi in Aula sono intervenuto per dimostrare l’insussistenza dei profili di illegittimità costituzionale al Dl 132, sollevati in maniera strumentale da alcuni gruppi politici. In particolare (mi soffermo su questo) è stato obiettato che non vi sarebbe il requisito dell’urgenza per approvare questo provvedimento, tanto da rendere il ricorso al decreto legge incostituzionale. E sapete quale tesi viene sostenuta? Che la situazione della giustizia civile è talmente grave e da così tanto tempo, da non giustificare un intervento urgente. Incredibile!
Sembra quasi ci si affidi ad Ennio Flaiano, per cui la famosa battuta “la situazione è grave ma non è seria” assurge a criterio di valutazione del requisito dell’urgenza.
Gli stessi che hanno criticato in passato i provvedimenti in materia di allentamento del sovraffollamento carcerario, i cui effetti benefici oggi sono evidenti, senza che si siano verificate le sciagure che si preconizzavano, oggi usano gli stessi argomenti per tentare di contrastare l’attuazione di misure di buon senso finalizzate al superamento della crisi della giustizia civile. Noi, tutto il Pd, siamo al contrario convinti della scelta di intervenire con urgenza.
Se il rapporto Doing business in Italy della Banca Mondiale, colloca il nostro Paese al 140mo posto su 185, dopo Sierra Leone e Bolivia, è urgente intervenire?
Se l’arretrato civile supera cinque milioni di controversie è urgente intervenire?
Se un giudizio civile dura in media 1400 giorni (850 a Torino e 2000 a Bari, peraltro) contro i 547 giorni della media degli altri Paesi dell’Unione europea, è urgente intervenire?
E’ evidente quindi come l’intervento sulla giustizia civile assuma un carattere di urgenza straordinaria, non solo per il danno economico e di reputazione che l’attuale condizione causa al nostro Paese, ma anche perché un sistema giustizia tanto inefficiente contrasta palesemente sia con l’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che con l’art. 111 della nostra Carta Costituzionale e “costa” ogni anno all’Italia svariati milioni di risarcimenti.
La giustizia civile in Italia rappresenta uno dei fattori di maggiore freno alla crescita del Paese: la sua riforma rappresenta una esigenza importante, che può trasformare uno svantaggio in un fattore di competitività. L’Italia non può più aspettare.
Per saperne di più sul Dl civile e sul suo iter, vi segnalo qui il resoconto della seduta di martedì 28 ottobre della Commissione Giustizia, in cui sono intervenuto. Qui invece (scarica PDF) il testo del Decreto legge 132 modificato dal Senato il 23 ottobre.
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