La Sicilia fanalino di coda d’Italia in termini di partecipazione politica delle donne e di presenza del genere femminile all’interno delle istituzioni. Ma una speranza c’è ed è legata alle nuove generazioni e al livello d’istruzione: le giovani donne, le ragazze e, in generale, le donne con un grado di istruzione più elevato sono sempre più partecipi ai processi politici.
Sono alcuni dei dati emersi ieri pomeriggio, sabato 13, a Pedara nei locali del Centro culturale di Palazzo Pulvirenti che hanno ospitato il dibattito dal titolo “La forza delle donne fa crescere il Paese”. L’iniziativa, organizzata dal Circolo del Partito Democratico di Pedara ha riscosso un notevole successo con la partecipazione di oltre un centinaio di persone ed è stata organizzata per discutere e riflettere sulla presenza delle donne nei processi politici e nelle istituzioni regionali e locali. Ad animare il dibattito, la docente Gina Calanna e Venera Marina Tomaselli, docente di Statistica sociale presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università di Catania che ha presentato alcune ricerche – basate su dati del Ministero dell’Interno e su studi condotti dalla stessa docente – sul comportamento elettorale delle donne nei processi politici locali, siciliani, italiani ed europei.
La docente universitaria ha anche esposto i risultati di un’analisi da lei condotta sulla partecipazione femminile in occasione delle primarie del Partito Democratico: alle ultime primarie del PD del 2009 il comune di Pedara è stato inserito come città campione per la rilevazione dei dati da parte della ricercatrice.
Presenti al dibattito, tra gli altri, i deputati regionali del PD Concetta Raia e Giovanni Barbagallo, il sindaco di Pedara Anthony Barbagallo, il vicepresidente del consiglio provinciale Antonio Rizzo, il consigliere comunale di Pedara Giuseppe Rizzo e il coordinatore del circolo locale del PD Pippo Consoli. “Abbiamo voluto organizzare questo dibattito in occasione del centenario della ricorrenza delle donne – ha spiegato Gina Calanna – E’ un modo diverso per essere presenti e per discutere soprattutto della presenza delle donne nelle istituzioni e nella politica”.
Tantissimi i dati presentati dalla professoressa Tomaselli: “In Sicilia la partecipazione delle donne al voto era fortissima nei primi anni ’60, spinta anche dai forti movimenti religiosi – ha spiegato – Dagli anni ’70 in poi c’è un equilibrio stabile, ma il punto più basso di partecipazione al voto si è registrato nella seconda metà degli anni ‘90”. I dati odierni non sono lusinghieri, specialmente in relazione alla presenza del genere femminile nelle istituzioni: “In Sicilia solo il 5,8 per cento dei rappresentanti delle istituzioni politiche, dall’assemblea regionale ai consigli comunali, è costituito da donne, uno dei dati più bassi d’Italia – ha proseguito la docente universitaria – Inoltre il 56 per cento delle donne si considerano “escluse dalla politica”, cioè non partecipano ai processi politici, li sconoscono, non si informano”.
I dati sulle primarie del PD possono però rappresentare un’inversione di tendenza: “Il fatto che le donne giovani ed istruite siano più partecipi al voto è un chiaro segnale positivo – ha commentato Gina Calanna – E significa che l’istruzione, la scuola pubblica creano buona politica, quindi più democrazia”. Molte le esperienze personali illustrate durante il dibattito: dall’anziana maestra Motta, che guidò proprio a Pedara un antesignano movimento femminista al disegno di legge contro la violenza sulle donne presentato dal deputato PD Concetta Raia. Il dibattito è stato piacevolmente accompagnato dalla pianista Rosa Maria Terranova e dal soprano Laura Leontini, che hanno proposto brani della tradizione popolare sudamericana.
Se ”il 56 per cento delle donne si considerano “escluse dalla politica”, cioè non partecipano ai processi politici, li sconoscono, non si informano” ” un motivo ci sarà, pure!
La politica non fa per loro (e, a quanto pare, sono loro stesse ad ammetterlo).
Certo, se vi è l’esigenza di simili iniziative vuol dire che le cose ancora non vanno. E da uomo mi sento molto a disagio al pensiero.
Esagerata! Non vedo uomnini di Neanderthal in giro, né nel Pdl, né nell’Udc o nel Pd che sia. Forse qualcuno nella Lega o nell’Mpa, ma si estingueranno presto, spero.
E dove, aggiungo io, solo a sinistra vi è una simile sensibilità, perché a destra mi sembrano dei cavernicoli che ci vorrebbero ancora trascinare per i capelli.
Bella iniziativa. E sono anche contenta che sia stata fatta in Sicilia, dove molta strada ancora occorre per una completa emancipazione della donna.