Le Zone franche urbane come strumento di contrasto alla disoccupazione per far ripartire il Mezzogiorno. Era solo una delle misure per il Sud promesse a gran voce dal presidente del Consiglio Berlusconi, a fine settembre, durante il suo discorso che gli valse la fiducia della Camera. Proprio la cancellazione delle Zone franche urbane è uno degli esempi più eclatanti dei pasticci combinati da un Governo nazionale che vuole mostrarsi come un Governo del fare ma che sa solo promettere e dire cose che non interessano la stragrande maggioranza degli italiani. Un Governo bugiardo, che annuncia tanto per il Sud ma interviene solo per il Nord.
Le Zfu, nonostante le promesse, non hanno mai ottenuto i finanziamenti necessari e dal 2009 ad oggi sono state di anno in anno depotenziate. Si è messo definitivamente un punto alle speranze di attuazione di uno strumento che lo stesso ex Ministro dello Sviluppo Economico Scajola aveva definito come “una risposta significativa al disagio socio-economico delle aree a maggior tasso di disoccupazione”, riconoscendo tra l’altro la bontà di questo tipo di politiche, già sperimentate con successo in Francia.
Solo in Sicilia la Zona franca urbana riguardava Erice, Gela e il nostro quartiere Librino. Per esperienza diretta, avendo partecipato a numerosi incontri, ho visto mobilitarsi le migliori risorse civili e associative della città. La Parrocchia, la Caritas, il sindacato, le centrali associative degli artigiani e delle cooperative si erano messe al lavoro per garantire la propria assistenza a quei librinesi che avessero voluto intraprendere un’attività o a chi volesse impiantarla a Librino, offrendo lavoro vero e occasioni di sviluppo. Partendo da Librino, perché se non parte Librino non potrà mai ripartire neppure Catania. Dopo i primi cauti ma disponibili entusiasmi sono venute solamente docce fredde dal Governo. Niente automatismi contributivi e fiscali ma contributi decisi dall’Ente locale.
Poi nemmeno questi, ma la fantomatica Zona a burocrazia zero, l’ultima “trovata” per affossare le Zfu: al posto di benefici concreti, solo generiche semplificazioni amministrative. L’unica cosa certa era quanto voleva metterci il Governo, zero appunto, dopo aver preso in giro proprio chi se la passa peggio.
La misura è davvero colma e anche il Governo regionale dovrebbe fare tutto il possibile per ripristinare gli incentivi previsti dalle Zfu, così come era stato annunciato dal presidente della Regione Lombardo.
E’ davvero ora di dire basta, di manifestare apertamente il dissenso nei confronti del Governo nazionale. Dalla nostra Regione, proprio dalla Sicilia, può partire un’iniziativa forte in grado di coinvolgere tutto il Mezzogiorno dove, occorre ricordarlo, erano concentrate ben 18 delle 22 Zfu istituite nel 2009. Ripristinare a livello regionale lo strumento delle Zfu sarebbe un’ottima occasione. Un’occasione di sviluppo per quei territori come Librino che avrebbero tutte le potenzialità per uscire dal disagio socio-economico, ma anche un’opportunità per dimostrare che il Governo regionale è in grado di sopperire alle troppe mancanze di una classe politica nazionale inadeguata e disinteressata alle sorti del Mezzogiorno.
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