Questa mattina ho presentato in Commissione Lavoro alla Camera l’interrogazione urgente depositata alcuni giorni fa per affrontare il “caso” di Ratio Consulta Spa, il call center di Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, che dal primo febbraio ha messo gli 80 dipendenti in ferie forzate a causa della perdita della commessa da parte di Enel Energia. Una vertenza, una nuova crisi aziendale che da subito è apparsa ambigua, poco limpida. Oggi, alla presenza del sottosegretario al Lavoro Pasquale Viespoli, ho chiesto chiarezza, spiegando le vere ragioni di questa crisi aziendale, l’ennesima in un territorio pesantemente colpito da licenziamenti, mobilità e richieste di cassa integrazione.
Durante l’audizione di oggi in Commissione Lavoro ho infatti esposto i reali motivi che hanno portato a questa crisi, che è il frutto di scontri feroci all’interno della proprietà di Ratio Consulta. Scontri i cui effetti negativi rischiano di essere subiti ingiustamente solo dai lavoratori.
Lo stesso rapporto instaurato con Enel Energia, commessa principale del call center di Motta Sant’Anastasia, si è concluso in modo brusco ed inaspettato, ed è legittimo sospettare che all’origine vi siano ragioni che nulla hanno a che fare con il rapporto contrattuale tra l’azienda e l’Enel Energia, che il primo febbraio bruscamente e senza dare motivazioni ha messo tutti i dipendenti in ferie forzate. La motivazione ufficiale: la perdita dell’importante commessa Enel, che avrebbe manifestato l’intenzione di affidare l’appalto ad aziende di dimensioni maggiori.
Occorre la massima chiarezza su una vicenda così delicata, per questo ho chiesto al governo di effettuare tutte le verifiche sulla vicenda relativa al call center, che – è da ricordare – ha usufruito dei fondi per gli aiuti alle imprese della legge 488 e degli sgravi contributivi previsti dalla legge 407/90 per l’assunzione degli 80 dipendenti. Il sottosegretario Viespoli si è impegnato in tal senso e ha accolto il mio invito di intervenire anche nei confronti dell’Enel.
Una eventuale cessazione delle attività della Ratio Consulta rappresenterebbe un ulteriore grave impoverimento del tessuto imprenditoriale della provincia di Catania, già particolarmente colpita dalla crisi occupazionale. Non possiamo assolutamente permettere che questo accada, e che dei lavoratori siano costretti a pagare per beghe e scontri che non dovrebbero affatto riguardarli.
http://slc-cgil-catania.blogspot.com
Sono io, che ringrazio voi!!
http://slc-cgil-catania.blogspot.com/2010/03/ratio-consulta-gli-80-lavoratori-del.html
scrivono ex dipendenti ratioconsulta….è finita ,abbiamo perso il lavoro,nessuno vuole cambiare la situazione
morire di fame è una giusta causa,tutto quello fatto non ha portato a nulla,arrendersi bisogna fare solo questo,il progetto è stato chiaro fin dall inizio…perchè
cari amici lavoratori, seguo le vicende del territorio con interesse facendone parte.
Oltre a pensare che la strategia aziendale è quella già esposta, ossia quella di dragare fondi pubblici e scappare, infatti se non fosse così, qualcuno mi dovrebbe spiegare il motivo per cui la ratio consulta spa ha cambiato nome in sicilia consulting, ha cambiato anche sede da milano a motta s. anastasia e lo stesso giorno nasce un altra Ratio consulta s.p.a. con stessa compagine societaria con sede a milano e stesso amministratore… VEDETE I CERTIFICATI CAMERALI FACILMENTE REPEREBILI DA OGNI COMMERCIALISTA.
in altri termini gli imprenditori lasciano nella vecchia società debiti e risorse umane quindi i costi ecc , svuotano la cassa e continuano ad operare con la nuova società che ha il vecchio marchio facendo finta che nulla sia cambiato…GUARDATE IL SITO.
INOLTRE: mi dicono che l’azienda oltre a non pagare gli stipendi non consegna le buste paga e anche questo non è lecito…
in tutto questo i sindacati e i lavoratori che fanno? SVEGLIATEVI …. NON BASTA LAMENTARSI BISOGNA ANCHE AGIRE
[…] Non sappiamo se, è come questa vicenda si è conclusa. Coloro che fossero interessati potranno approfondire la questione a partire da questi ulteriori link: questo e questo. […]
Tutta una pseudo-economia basata sui call-center non poteva che franare di botto. Ed è franata. Aspettiamoci altri casi, a Catania come nel resto della Sicilia come in tutto il sud Italia.
Se la stanno mangiando intera la Sicilia, altro che. Non lasceranno neanche le briciole.
Sulla questione della proprietà di Ratio Consulta si fanno anche nomi grossi. Ma la sostanza cambia di poco o nulla: altre 80 famiglie nell’angoscia. Sempre più in basso la nostra Sicilia.
Tutti amanti di Woody Allen gli imprenditori di questi tempi: prendi i soldi (pubblici) e scappa…
La solita storia, agguantano i contributi e vanno via alla prima occasione buona. Che vergogna!