Buon anno (giudiziario) a tutti.
Mentre in tutto il resto del mondo la corsa all’informatizzazione viene vista come una vera e propria gara di sopravvivenza, ed il giovanissimo creatore di Facebook viene nominato “uomo dell’anno” dal Time Magazine per aver creato una rete che connette 600 milioni di persone, in Italia si fa in modo che dagli uffici della procura di Santa Maria Capua Vetere non si possa contattare il mondo esterno via mail, o che i “giudici mannari” di Milano debbano usare carta penna e calamaio per stilare una rogatoria internazionale.
Del taglio all’assistenza informatica alla giustizia italiana si stanno occupando adesso tutti (o quasi) i mezzi d’informazione. Io vi propongo il commento, che trovate oggi su L’Unità, di Giancarlo De Cataldo (Scrittore, traduttore, autore, sceneggiatore, e Giudice di Corte d’Appello a Roma.
Il Commento di Giancarlo de Cataldo
Tace il computer: vi spiego perché la giustizia sta rischiando la paralisi
Come riportato da molti giornali, dal 2 gennaio è stata interrotta l’assistenza tecnica su un certo numero di software di vitale importanza per il funzionamento degli uffici giudiziari. Motivazione: la mancanza di soldi. Ancora risorse sottratte alla Giustizia, dunque, e in un settore cruciale per i rapporti fra il Palazzo e la gente. Intendiamoci: non è che di colpo i computer scompariranno dalla scrivania di cancellieri e magistrati. Ma le cose, almeno per un po’, procederanno a rilento.
Giudici e funzionari sono sul piede di guerra. E diffidano delle rassicurazioni. Hanno le loro ragioni. Se i problemi, quando ci sono, venissero presentati, diciamo, con le dovute maniere, avremmo tutti uno spirito più collaborativo: per intenderci, se mi dicono “scusa, c’è la crisi, facciamo del nostro meglio per rimediare, dacci una mano”, mi sento invogliato a rimboccarmi silenziosamente le maniche. Se mi coprono d’insulti ogni volta che una mia inchiesta sfiora un qualche mammasantissima e mi danno del fannullone a ogni piè sospinto, poi non è che possano invocare l’understatement.
Al Ministero contano di provvedere in tempi ragionevoli. Ne sono personalmente convinto: un deficit nell’informatica giudiziaria – sbandierata nei mesi scorsi come la Nuova Frontiera – fa troppo “brutta figura” per poter durare a lungo.
Piuttosto, a questo problema concreto non si possono che opporre contromisure concrete: vale a dire, trovare i soldi per ripristinare l’assistenza. Capisco che possa sembrare banale (come spesso appare il buon senso) ma provate a far funzionare un Pc parlandogli della commissione d’inchiesta sui Pm eversivi e della separazione delle carriere o minacciandolo di impiantare dei tornelli: quello, il Pc, non vorrà saperne. E continuerà a fissarvi. Muto, inerte, vagamente sfottente.
Magari fosse così.. qui a Catania in alcuni ospedali questo succede da tempo, ormai lo sappiamo e i farmaci e le siringhe ce le portiamo da casa.
Ma se hai un’udienza in tribunale non puoi portarti dietro il toner per la stampante, o una ventola di riserva per il computer del cancelliere!!
E’ come se si risparmiasse sulla sanità tagliando le forniture di garze, bisturi e siringhe, solo che in quel caso sono sicuro che il signor B. non lo consentirebbe, non fosse altro che per essere sicuro di poter mantenere in piedi il suo bel faccino :-/