Sarebbe sbagliato e riduttivo leggere l’appello lanciato dai gestori del cinema King (attraverso l’intervista di Melania Tanteri per Livesicilia) come lo sfogo amaro – peraltro condivisibile – di chi ha subito un danno, nella fattispecie un furto in pieno giorno, in pieno centro città, tra decine di passanti. Credo al contrario che si debba andare oltre e, come chiedono questi ragazzi che da anni sono impegnati in un’operazione culturale per il rilancio di momenti di aggregazione e vitalità, che le Istituzioni catanesi debbano e possano fare di più.
Fare cultura a Catania, ma è così dappertutto direi, non è facile: scarseggiano le risorse, sono pochi gli spazi. Ma è proprio nei momenti di difficoltà che occorre farsi venire le idee, aguzzare l’ingegno, per trasformare le difficoltà in risorse. E allora perché non rilanciare le fondazioni culturali, perché non trovare nuove forme di partenariato tra enti pubblici (Comune, Università ecc) e privati sfruttando le poche risorse che ci sono, perché non rilanciare i musei civici in forte sofferenza, perché non destinare le decine di immobili vuoti a chi ha voglia e interesse di fare cultura, perché non coinvolgere gli operatori culturali già presenti (come il cinema King, ma se ne potrebbero citare molti altri) in manifestazioni e cartelloni pubblici? Solo un esempio, che mi sta molto a cuore essendomene occupato nei mesi scorsi: la Città della Scienza. É l’ennesima incompiuta, uno spazio prezioso che rimane chiuso, inaccessibile, nel silenzio di tutti. Pure del Comune che pur non essendone proprietario potrebbe farsi parte attiva, incitando chi di dovere (Università, Cutgana) a fare il possibile per realizzare l’unico Museo universitario della Scienza della Sicilia, l’unico da Napoli in giù.
Già in passato insieme ad alcuni operatori della cultura catanesi avevamo convenuto che fosse necessario rilanciare la capacità di fare rete tra tutti gli attori del territorio. Oggi mi sembra che questa necessità sia, se possibile, ancora più urgente. Fare rete significa valorizzare e integrare le esperienze che già operano tra mille difficoltà, ma anche stimolarne di nuove. La cosiddetta “industria culturale”, ammetto che il termine potrebbe suonare infelice, può essere determinante per il rilancio della città; non tanto per vagheggiare avventi primaverili, ma perché se si riesce ad integrare le offerte culturali con la promozione turistica, anche con lo strumento delle fondazioni ad esempio, ne trae giovamento l’intero territorio. A chi durante questa estate non è capitato di incontrare turisti che con lo sguardo un po’ stupito chiedessero dove è quel museo o se il teatro Bellini fosse aperto o visitabile? Quante volte visitando una città straniera ci siamo detti “quanto sarebbe bello se Catania funzionasse così?”
So che a Catania in tanti hanno a cuore la sua crescita culturale e tante associazioni “si sbattono” quotidianamente, senza polemica e con lo spirito di chi vuol dare un contributo positivo ritengo che la politica debba cominciare a fare la sua parte. Qui vorrei dare il via ad un concorso di idee per la cultura e il rilancio di Catania… Chi se la sente? Chi vuole dare idee e contributi?
Sarebbe un modo per stimolare i nostri amministratori a fare ancora di piú, a cogliere questi duplici segnali che non sono io il solo a vedere: quelli di una città sofferente, rassegnata e con la testa china, ma anche quelli di una città che può ripartire. A partire da chi (come i gestori del cinema King) si scommette ogni giorno, anche in un quartiere bellissimo e complicato come San Berillo.
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