Poco fa è stato approvato dal Senato in seconda lettura il Dl carceri, un provvedimento importante e che consente all’Italia di compiere un deciso passo avanti per risolvere il problema dell’emergenza carceraria e per rimettere al centro del sistema la dignità delle persone detenute. Con il voto del Senato (147 sì e 95 contrari), diventa legge un decreto su cui ho lavorato molto e le cui finalità sono state sempre al centro dell’azione del Governo Letta. Fin dall’inizio dell’attività ci siamo infatti confrontati con i numeri dell’emergenza carceraria raggiungendo risultati molto positivi. In pochi mesi la popolazione carceraria è scesa da poco meno di 69 mila a 61 mila detenuti e nel frattempo sono cresciuti gli effettivi posti disponibili nei nostri istituiti di pena che sono ora 48 mila a fronte dei 41 mila trovati dal Governo nel maggio scorso.
Per raggiungere questi rilevanti risultati abbiamo agito attivando una doppia leva: quella dell’effettiva attuazione del piano carceri e quella della collaborazione con il Parlamento che ci ha permesso di approvare due importanti decreti in tema di emergenza carceri, il primo in agosto e il secondo oggi.
Con il decreto convertito oggi in Senato è stata istituita la figura del Garante nazionale dei detenuti, sono state introdotte nuove misure a tutela dei reclusi, come la possibilità di rendere davvero effettivo il reclamo al magistrato di sorveglianza e sono stati rafforzati gli uffici di esecuzione penale esterna.
L’utilizzo del braccialetto elettronico non sarà più l’eccezione ma la regola, alleggerendo così il lavoro della Polizia, mentre aver reso reato autonomo lo spaccio di lieve entità, reato tipico dei consumatori di stupefacenti, dallo spaccio vero è un segnale da parte del Governo della volontà di intervenire su un versante che rappresenta uno dei punti nevralgici per il corretto funzionamento della giustizia e del nostro sistema penitenziario.
Sono state inoltre ampliate le possibilità di utilizzo dell’espulsione dei detenuti stranieri come misura alternativa alla detenzione e l’uso dell’affidamento in prova al servizio sociale e alle comunità terapeutiche dei detenuti tossicodipendenti.
Infine, attraverso l’introduzione della liberazione anticipata speciale si alleggerirà ulteriormente la pressione sui nostri istituti di pena, ciò senza alcun meccanismo automatico e solo per i detenuti meritevoli.
Qui il mio intervento di stamattina al Senato.
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