Abbiamo assistito in questi anni ad un abuso del diritto penale, per l’uso ideologico che si è fatto del tema della sicurezza, un’escalation che ha portato ad una legislazione feroce quanto improvvisata, mentre si annunciavano miracoli edilizi mai realizzati che avrebbero creato sempre nuove carceri. Un abuso che il Governo Letta vuole superare per operare un cambio di rotta netto ed immediato sulla via del reinserimento sociale dei detenuti.
Stamattina nella Casa circondariale per adulti di Bicocca a Catania , durante la presentazione del libro “Il lavoro nel carcere che cambia”, ho voluto sottolineare questi concetti in un posto dove il lavoro di rieducazione, specie nella sezione minorile, funziona ed è un esempio da seguire.
La mattinata dedicata alla presentazione del volume è stata un’occasione per discutere dei recenti provvedimenti varati dal Governo nazionale in tema di carceri e sono stato ben contento di poter parlare di quanto fatto in questo campo nei primi mesi di attività del nuovo esecutivo. Si tratta di misure mirate alla integrazione sociale perché pensiamo che sia questa la strada da seguire per far si che il carcere rimanga solo come extrema ratio.
E’ statisticamente provato che gli strumenti alternativi alla detenzione, quali la partecipazione dei detenuti a progetti socialmente utili, riduce i casi di recidiva e abbiamo buoni esempi da seguire, buone prassi come quelle delle carceri minorili, dove la messa alla prova funziona. Gli abusi perpetrati in questi anni hanno creato una questione, come ha ribadito il Capo dello Stato Napolitano, di ‘prepotente urgenza sul piano costituzionale e civile’, noi vogliamo dimostrare invece che investire sulla fiducia conviene di più che investire sulla minaccia, sulla vendetta perché porta ad un risultato più umano per il condannato e migliore per la collettività. Il Governo di cui faccio parte è molto impegnato su questo e stiamo cercando di sfruttare tutte le opportunità che si presentano, persino l’Expo 2015 di Milano diventerà una occasione per sperimentare percorsi di reinserimento sociale. Un’iniziativa inedita, a cui sta lavorando il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, coinvolgendo circa 200 detenuti che hanno pene lievi da scontare e che possono avere un lavoro fuori dal carcere.
L’obiettivo è non incrementare, ma ridurre progressivamente la popolazione carceraria. L’esperienza della pena alternativa consente al condannato di potere configurare la privazione della libertà personale come momento di rivalutazione della propria condotta di vita e come momento di recupero di potenzialità che gli possano consentire un adeguato reinserimento nella società. E’ forte la legittima richiesta di sicurezza da parte della collettività, è vero, ma altrettanto forte però deve essere l’attenzione ad un adeguato trattamento di chi si è inserito nel solco dell’illegalità.
Il Parlamento ha iniziato, proprio in questi giorni, l’esame del provvedimento del Governo sull’esecuzione della pena e il lavoro di chi ogni giorno si confronta con la dura realtà carceraria, come il Centro Orizzonte Lavoro che ha organizzato l’iniziativa a Bicocca, ci sono di grande aiuto per raggiungere l’obiettivo della sua approvazione definitiva in poche settimane: sarebbe il primo passo, un ottimo inizio di una nuova stagione per una politica del diritto e dei diritti completamente rinnovata.
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