Un incontro molto partecipato, un paio d’ore ricche di contenuti per discutere di uno dei mali dei nostri tempi: la pedofilia e, in generale, gli abusi e i disagi vissuti dai minori. Si è svolto mercoledì 16 gennaio, nella sede del movimento civico “Io cambio Catania” (in via Crispi 235) l’incontro-dibattito dal titolo “Infanzia negata e mondo adulto, fra abusi e disattenzioni. Un appuntamento organizzato dai volontari del movimento, al quale sono intervenute personalità che si spendono quotidianamente per garantire ai minori un’infanzia serena. Ospiti d’eccezione il dirigente della Polizia postale di Catania Marcello La Bella e don Fortunato Di Noto, sacerdote da anni impegnato contro la pedofilia e gli abusi sui minori nonché fondatore dell’associazione Meter. Si è discusso di infanzia negata e, inevitabilmente, dell’utilizzo di internet da parte dei minori. “Da 23 anni operiamo a favore delle politiche dell’infanzia, abbiamo fatto tanto ma ancora resta molto da fare, a partire da un più proficuo coordinamento da parte della Regione dell’Osservatorio dell’infanzia” ha esordito don Di Noto, che ha anche affrontato il tema dell’“adultizzazione” dei bambini e del loro utilizzo scorretto nella pubblicità. Inevitabile discutere e informare il pubblico anche sul ruolo dei media: “E’ sempre più importante educare i bambini all’utilizzo dei media, dalla tv al computer ai cellulari, soprattutto ai tempi del 2.0, con Facebook e i tanti social network basati sulla condivisione” ha detto don Fortunato. Una condivisione che spesso si trasforma in insidia: “Da un sondaggio che abbiamo realizzato in una scuola media è emerso che il 98 per cento dei bambini possiede un pc, il 60 per cento di questi ha il computer nella propria stanza e moltissimi affermano di aver incontrato persone conosciute online”. Altri dati raccolti da Meter – che solo nel 2011 ha condotto un’attività di monitoraggio su oltre 20 mila siti web – parlano chiaro poi sui pericoli dell’uso incontrollato di internet: “Duecento mila bambini italiani minori di 13 anni si sono iscritti a Facebook falsificando i propri dati, altrimenti non avrebbero potuto farlo – ha concluso il presidente di Meter – e questo li espone al rischio dei cyber-pedofili”. Un’azione, quella svolta da Meter, che va a braccetto con l’intenso lavoro della Polizia postale diretta da Marcello La Bella: “Il nostro lavoro si rivolge moltissimo alle famiglie, per stimolarle a prestare più attenzione nei confronti dei figli, che non hanno consapevolezza dei rischi che possono correre, rischi che vanno dalla pedofilia al bullismo”. “Noi possiamo fare soprattutto questo, coinvolgere famiglia e scuola per far riflettere e prevenire i crimini” ha proseguito La Bella. Crimini che vanno dall’adescamento allo scambio di materiale fotografico, fino all’apologia della pedofilia e alla pornografia virtuale. “L’ordinamento italiano è uno dei più all’avanguardia per combattere questi reati – ha proseguito il numero uno della Polizia postale – e questo ci consente di poter bloccare, filtrare e oscurare moltissimi siti web”. All’incontro di ieri, moderato dalla psicologa Caterina Judica, ho partecipato soffermandomi proprio sull’importanza rivestita da un ordinamento giuridico attento nei confronti di questi crimini: a livello nazionale abbiamo compiuto un ulteriore passo in avanti recependo la Convenzione di Lanzarote per la protezione dei minori contro lo sfruttamento sessuale, diventata legge da ottobre 2012. Ma sono convinto che il tema delle tutele dei minori non si esaurisca qui: garantire loro diritti vuol dire anche assicurare ai bambini le giuste condizioni di vita, tutelarli da una crisi economica che vede un milione e mezzo di famiglie in difficoltà. Una crisi che purtroppo si riflette interamente sui minori, colpiti da un disagio che non è solo economico ma anche e soprattutto sociale, e che va affrontato con adeguate politiche soprattutto a livello locale.
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