La città abbandonata

CHIUSA E ABBANDONATA LA CITTA’ DELLA SCIENZA, ENNESIMO SIMBOLO DELLO SPRECO DI FONDI PUBBLICI.  “DOVEVA ESSERE L’UNICO SCIENCE CENTER DEL SUD ITALIA, LUOGO DI CULTURA E TURISMO”. IL MIO APPELLO ALLA REGIONE E AL NUOVO RETTORE PIGNATARO.

La struttura, costata 10 milioni di euro e realizzata con i fondi Pon Ricerca dell’Unione Europea, è chiusa dal 2008.
“Un edificio dalle grandi vetrate e davanti all’ingresso tre cassonetti per la raccolta rifiuti, in via Simeto all’angolo con viale Libertà. E’ questo lo stato in cui versa La Città della Scienza. Quell’edificio nascosto dai cassonetti potrebbe essere la porta d’ingresso per il futuro di Catania, luogo d’accesso per una città tutta nuova e da riscrivere in una zona che può essere volano di sviluppo: il quartiere tra corso Martiri della Libertà e viale Africa, tra le ciminiere e i caseggiati industriali che possono vivere nuova vita. E invece no, quella struttura in via Simeto resta così, abbandonata, ennesimo simbolo dello spreco di risorse pubbliche e rappresentazione plastica del posto in cui viene relegata la cultura nella nostra città: dentro ad un cassonetto.
E’ questa la mia ennesima denuncia su una delle più clamorose incompiute di Catania che ancora oggi resta chiusa, inaccessibile, nel silenzio generale. La Città della Scienza avrebbe dovuto essere un Museo universitario della Scienza, l’unico da Napoli in giù, per ospitare isole tematiche su fisica, biologia, robotica, astrofisica e molti spazi interattivi, un luogo di apprendimento e di svago finalizzato alla promozione della scienza, un luogo di cultura e di turismo. Un museo realizzato con soldi di noi tutti, per l’esattezza con i fondi Pon Ricerca dell’Unione Europea 1994-1999, e poi 2000-2006.
Il progetto faceva parte di una delle 15 iniziative per Catania inserite nel progetto coordinato Catania-Lecce, piano per lo sviluppo di tecnologie informatico-telematiche per l’organizzazione di strutture avanzate per il recupero, la riqualificazione e valorizzazione dei patrimoni storico-culturali e scientifico-naturali delle Università di Catania e Lecce. Un progetto che ha portato a Catania complessivamente 33 milioni di euro. Nelle intenzioni doveva nascere un vero e proprio Science Center come ce ne sono già nelle grandi capitali d’Europa, aperto a studenti, ricercatori, cittadini e turisti. Un assaggio di queste meraviglie, compresi giochi interattivi per i più piccoli, c’era stato nel 2008, con la mostra Start su scienza, tecnologia e arte. Per la Città della Scienza, costruita tra 2006 e 2008, sono stati spesi circa dieci milioni di euro ma la struttura è rimasta chiusa fino al marzo del 2012. Oggi è aperta a singhiozzi dalla Fondazione universitaria Cutgana, responsabile della gestione dal febbraio 2012. Numerose le inaugurazioni, la prima con l’assessore Zichichi, numerosi convegni, ma il suo vero scopo era quello di essere la punta di diamante del polo museale universitario di Catania. E allora perché resta chiuso? Non ci dicano che mancano i fondi per aprirlo, siamo invece conviti che sia solo questione di scelte che gli Enti pubblici non sanno fare in sinergia. E purtroppo gli esempi sono tanti: non solo La Città della Scienza ma anche il Castello Ursino, i Parchi archeologici, i musei Belliniano e Greco, Casa Verga, il museo del Mare e tanti altri. Uno spreco di finanza pubblica enorme, un proliferare negli anni passati di molti progetti che hanno portato pochi se non nessun beneficio alla città e che soprattutto non sono stati quei moltiplicatori di reddito che qualsiasi investimento nella cultura dovrebbe assolutamente portare con sé. Noi siamo convinti invece che la cultura sia motore di sviluppo economico e sociale e per questo sarà mio dovere portare all’attenzione della Regione questa vicenda. Sono certo inoltre che il nuovo Rettore saprà affrontare questo grande tema trasformando questa ennesima incompiuta in una grande occasione di sviluppo. Io sarò al suo fianco.

3 comments to La città abbandonata

  • Bravo Giuseppe Berretta! Finalmente una presa di posizione sull’ennesimo scandaloso spreco di risorse pubbliche. Ma vorrei aggiungere alla tua denuncia un commento sulla mortificazione delle energie che tante persone hanno dedicato a questo progetto. La Città della Scienza potrebbe portare Catania al livello di eccellenza che questa città piena di risorse umane meriterebbe. Invece quei cassonetti davanti alle vetrate pensate come simbolo dell’apertura della cultura verso la città testimoniano l’infimo livello delle nostre amministrazioni (Comune, Università). Già da tempo pensavo di portare all’attenzione pubblica quello che considero un chiaro esempio di scandalosa inefficienza. E nella mia carriera di architetto a Catania non è che l’ultimo episodio di una serie di occasioni mancate dalla città, di risorse umane ed economiche sprecate, che hanno fatto rivolgere la mia attenzione più al privato che al pubblico, più all’estero che all’Italia.
    Gli spazi della CdS, i capannoni, il cortile, l’auditorium, la caffetteria, sarebbero ideali anche per un utilizzo esteso alla sera. Giustissima l’idea della gestione affidata ad una cooperativa di giovani che potrebbe valorizzarne l’uso, custodendo nello stesso tempo ed occupandosi della manutenzione delle preziose attrezzature. Mi unisco quindi al tuo appello, e sono a disposizione per amplificarne l’eco. Che sarebbe giusto diventasse un rumore assordante!
    Pietro Calì, progettista della Città della Scienza di Catania (insieme ad Ennio Costanzo e Salvo Puleo)

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  • Giuseppe Berretta

    @ Mario:
    Carissimo,
    Intanto grazie per la sollecitazione.

    La nostra proposta, chiara e di facile attuazione, è quanto ho scritto all’ultimo capoverso: “Noi siamo convinti invece che la cultura sia motore di sviluppo economico e sociale”. La nostra proposta è il turismo, che per la varietà di offerte che Catania potrebbe mettere in campo, sarebbe un volano formidabile per la nostra economia, capace di trasformare davvero la nostra terra nella “America” del Mediterraneo. Bisogna però operare sinergicamente e seriamente.

    Sul caso specifico della città della scienza la soluzione é già là dentro: un museo che è insieme un polo didattico e scientifico, e non un convegnificio. Basterebbe ad esempio impiegare dei giovani per farlo funzionare, per aprirlo manca poco altro ti assicuro. Purtroppo peró fino ad ora é mancata la cosa più importante: la volontà di fare.

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  • Gentile On. Berretta,

    perché non proporre la propria visione sulla “città abbandonata”?

    Se è vero che i cittadini vogliono soluzioni concrete, perché non fornire la propria sul caso che ha denunciato? Perché non proporre un progetto che si ricolleghi a una sua idea di Catania?

    E’ giusto un consiglio per evitare di parlare solo in chiave negativa e pessimistica. Soprattutto in campagna elettorale.

    Buon lavoro e buon week end.

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