Una legge che rivaluti il lavoro dei professionisti e rimetta al centro l’equità delle loro retribuzioni, imponendo il pagamento di compensi che non possano essere inferiori ai minimi stabiliti dagli Ordini professionali. Pochi giorni fa ho depositato la proposta di legge (potete scaricare qui il testo) che mira a tutelare l’equo compenso dei lavoratori autonomi e che riguarda in generale tutti i professionisti: avvocati, ingegneri, architetti, medici, dentisti, giornalisti, commercialisti.
I lavoratori autonomi infatti sono sempre più spesso vessati da situazioni di squilibrio nei rapporti contrattuali con i clienti, soprattutto con i clienti “forti”. A fare le spese di questa concorrenza al ribasso e del mancato rispetto dei minimi tariffari sono tutti i professionisti e in particolare quelli più giovani che si trovano a fronteggiare la crisi economica e che, avendo meno potere contrattuale, purtroppo sperimentano sulla propria pelle una spaventosa erosione dei compensi oltre a forme di prevaricazione inaccettabili. Avvocati e appartenenti alle professioni ordinistiche si trovano infatti costretti sempre più spesso ad accettare compensi ai limiti del decoro e a sottoscrivere contratti contenenti clausole di natura vessatoria. Si è scatenata in sostanza una concorrenza sfrenata, con prezzi al ribasso, che porta i soggetti più deboli ad accettare remunerazioni sottocosto con una inevitabile dequalificazione delle prestazioni.
La proposta di legge, che è stata sottoscritta da una cinquantina di colleghi deputati del Partito Democratico, prevede dunque che i compensi per i professionisti non possano essere inferiori rispetto ai minimi tariffari stabiliti dai relativi Ordini professionali o dai Collegi definiti dai decreti ministeriali.
Mi auguro che la nostra proposta di legge, già all’esame della Commissione Giustizia, possa trovare consensi tra tutte le forze politiche, perché vuole essere uno strumento per rimettere al centro il lavoro e la qualità delle prestazioni, ponendo rimedio a queste evidenti ed ingiuste storture.
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