La nostra Africa!
Quante immagini di disperazione e di angoscia. E quanta Calabria c’è in questa Africa che ricompare d’improvviso e turba i sogni di un Paese distratto. Loro, gli africani di Rosarno, sono lì da sempre. Sono servi, schiavi, bestie che fanno ciò che i calabresi, gli italiani, da tempo non fanno più. E lo fanno a poco prezzo, senza alcun diritto, senza alcuna pretesa. Anche 14 ore di lavoro consecutive, poi giù nel profondo della nostra miseria, rinchiusi come bestie, maltrattati come schiavi. Sono i calabresi d’un tempo, quegli emigranti senza diritti che vagavano come fantasmi nel mondo che voleva farsi ricco al prezzo del loro sangue. Loro sono oggi quello che i calabresi sono stati per troppo tempo. Quante Rosarno ci sono in Italia, in Europa? Quante ce ne saranno ancora? Le Rosarno che diventano sempre più intolleranti, che mal sopportano i loro schiavi, che li vogliono obbedienti fino alla morte. E quando lo schiavo osa alzare la voce, o perfino protestare, e finisce per abbandonarsi all’odio, allora le mille Rosarno si riscoprono ‘civili’. E invocano civiltà! Un Paese sempre più civile che pratica i respingimenti, che guarda senza pietà alcuna all’immenso cimitero d’acqua che bagna le nostre coste, che vuole cacciare i diversi, coloro che hanno una pelle di un colore diverso, che pregano un dio diverso, che hanno una legge diversa.
Questa Italia dalle mille Rosarno, oggi si difende da sé, ha voglia di chiudere con le proprie mani i conti con i disperati delle nostre periferie, con i derelitti e gli appestati del terzo millennio, con coloro che sporcano i nostri giardini, violentano le nostre donne, rubano nelle nostre case. Giustizia sommaria, rapida, veloce: qualche pullman del ministero e via gli appestati nei moderni centri di concentramento, rinchiusi per mesi in attesa di chissà che cosa. Quanti di loro alla fine mancheranno all’appello, quanti moriranno ammazzati e bruciati da qualche parte, quanti semplicemente non esisteranno più sin da ora.
La nostra Africa, la nostra coscienza sporca di gente per bene, di onesti cittadini, di riconosciuti cattolici, apostolici, romani, di bravi italiani che stuprano e ammazzano la vicina di casa, che calpestano i diritti degli altri, evadono il fisco, si drogano, si assentano dal lavoro, eleggono politici corrotti, convivono con mafia, la camorra e la ‘ndrangheta, che non vedono, non sentono, non parlano.
Bravi cittadini noi. Loro, la nostra Africa quotidiana.
Franco Laratta – Deputato Nazionale PARTITO DEMOCRATICO
A me sembra la scoperta dell’acqua calda. Ma era ovvio da subito che dietro tutto quel che stava accadendo c’era la ‘Ndrangheta.
Sì, mi pare un’analisi assolutamente condivisibile quella del quotidiano francese.
Guardate un po’ che cosa scrive Le Monde oggi sulla vicenda: http://www.lemonde.fr/europe/article/2010/01/13/emeutes-racistes-en-calabre-une-piste-mafieuse-a-l-etude_1291087_3214.html
Basterebbe ascoltare o leggere la traduzione del capolavoro di Manu Chao “Clandestino” e soffermarsi su quello che deve passare un migrante per il solo “crimine” d’essere nato nella parte sbagliata di mondo.
La misura l’hanno persa soprattutto al nord, credetemi. Se c’è una regione che ha sofferto la fame e mandato straccioni in giro per il mondo è il Veneto, cuore del razzismo in Italia. Che assurdità, che paradosso amarissimo. Altro che se è vero, eravano noi i rumeni d’America ed ora non vogliamo neanche accordare la dignità di uomini a questi poveri disgraziati che sopravvivono da noi.
Ci vorrebbe un po’ di fame seria anche in Europa. Per far ragionare un po’ chi ha perso il senso della misura.
A vedere le immagini di Rosarno mi sono davvero vergognata. Verissimo quanto scritto nel post, noi italiani appena un secolo fa, anche solo 60-70’anni, eravamo i rumeni, gli egiziani, i nigeriani del mondo. Negli Usa, in Australia, in Belgio. A morire nelle miniere. A vederci rifiutati da tutti. Che memoria corta. Che viltà d’animo.
C’è da riflettere, e tanto, sui fatti di Rosarno … Che gli immigrati in Italia siano spesso sfruttati a sangue è certo (e quindi occorrerebbe punire con severità gli sfruttatori), ma non credo che certi crimini siano mai giustificabili …
Chi sfrutta deve andare in galera … Come chi ruba, per strada o nelle case … Per chi stupra poi non vi è pena adeguata se non sbizzarrendo sadicamente la fantasia …
Anche a Rosarno, come sempre, verità e menzogna, ragione e torto si sono mescolati in maniera inestricabile … Ma di certo la signora aggredita mentre era in macchina con i figli piccoli, costretta ad abbandonare l’auto per vederla dare alle fiamme non credo che si possa annoverare fra gli sfruttatori …
Gira e rigira, ragiona e sragiona, non mi toglierò mai dalla testa l’idea che il Capitalismo sia contrario all’uomo, rappresenti la metastasi dell’umano … Sbaglierò, ma non vedo nella vicenda Rosarno null’altro che una conferma dell’intuizione olfattiva avuta da ragazzino vedendo Reagan e la Thatcher in televisione: il liberismo puzza di zolfo lontano un miglio …