“Come facciamo a prendere sul serio un discorso debole, pieno di promesse risapute, che non arrivano mai?”. Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in dichiarazione di voto alla Camera nel dibattito sulla fiducia al governo, rispondendo alle parole del presidente del Consiglio.
Una fiducia che c’è stata ma mostrando il fallimento di Berlusconi che senza i voti del gruppo di Fini, Futuro e Libertà che si appresta a diventare partito, non ci sarebbe. Difatti su 620 presenti e 617 votanti i si sono stati 342, i contrai 275, gli astenuti 3.
Come prefigurava Bersani “questa è una fiducia messa per debolezza, nessuno vuole il cerino in mano: è la fiducia del cerino. Ma ci vuole un passaggio elettorale, con più civili regole elettorali: il paese non può più aspettare”. Pier Luigi Bersani ha attaccato duramente il governo durante le dichiarazioni di voto alla Camera e ha respinto l’accusa di temere il voto: “Noi non temiamo le elezioni. Le elezioni ve le siete rimesse in tasca voi” ha scandito il segretario del Pd nell’aula di Montecitorio.
Dopo 26 fiducie rivediamo Berlusconi. “È la seconda volta – incalza Bersani rivolto al premier – che la vediamo qui. La prima fu per l’insediamento del governo, poi più niente: 26 voti di fiducia e 54 decreti. Quella volta disse per venti volte la parola ‘crescita’ e invece abbiamo avuto il calo più grande della storia del dopoguerra. Ci stiamo staccando dal gruppo di testa dei paesi europei. Come si fa a prendere sul serio quanto ha detto? Non c’è un fatto nuovo, ma solo promesse che non si realizzano mai: sulla Salerno-Reggio Calabria, sull’abbassiamo le tasse, sul federalismo che risolverà tutto, sul piano per il Sud con tanto di banca e poi qualche minaccia alla magistratura… ma chieda il Nobel per la pace! Ormai siamo a un passo da questa richiesta. Mancano i fatti, quelli veri – ripete Bersani – e se non ci sono i fatti non può essere sempre colpa di un nemico: i magistrati, i comunisti, i traditori. Volete governare 80 anni prima che sia colpa vostra?”. Per questo il segretario PD accusa Berlusconi di “essere passato dal sogno alle favole, favole raccontate per 15 anni e disperse in mille bolle di sapone”.
NAPOLI E L’AQUILA. “Il punto di fondo – sottolinea Bersani – è che non c’è comprensione del Paese, dell’Italia vera; gli italiani sono arrabbiati, c’è sbandamento, incertezza. Le tensioni sociali si acuiscono e abbiamo un governo che spesso accende i fuochi. Ascoltate le piccole imprese – insiste – Vi diranno che ci sono più chiacchiere e più burocrazia. Avete nozione – domanda – di cosa succede a scuola e nelle università? Lo sapete che i costi mense sono già raddoppiati?”. E poi: “Perché non cita più Napoli? Io domani ci vado. E lei? Perché non andiamo insieme a vedere com’è la situazione dei rifiuti? E perché non viene all’Aquila a vedere a che punto è il programma di ricostruzione? Venga anche lei a farsi un giro con noi”.
Bersani si rivolge poi alla Lega: “Quando avete finito di osannare i vostri ministri volete dirci per quale diavolo di motivo avete votato tutte le leggi che hanno favorito la cricca?”. Quindi il leader Pd conclude il suo intervento: “Se non succede mai niente di concreto, non può essere sempre colpa del nemico: comunisti, opposizione, rom, corte costituzionale. Quanti anni volete governare perché sia colpa vostra?. Oggi non si apre una pagina nuova, qui si chiude una pagina vecchia. La pagina nuova la apriamo noi”.
Leggi il testo integrale dell’intervento.
A destra, il video dell’intervento.
Tutto il materiale è tratto da www.partitodemocratico.it
Leave a Reply