Ho appreso con soddisfazione l’annunciata prossima apertura a Catania di una filiale dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Il tema della gestione e della valorizzazione dei beni confiscati rappresenta un tassello importante nell’azione di contrasto alle organizzazioni criminali. Rendere capillare l’azione dell’Agenzia può rappresentare un fatto positivo, ma a condizione che questa prossimità sia utile ad aggredire con più determinazione le questioni ancora irrisolte che contribuiscono a rendere meno credibile l’azione dello Stato.
Ho approfittato questo positivo evento, per scrivere al al Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità, prefetto Giuseppe Caruso, non solo per manifestargli delle formali felicitazioni, ma per segnalarlgli nuovamente la questione, da troppo tempo rinviata, che riguarda il gruppo Riela e il destino dei lavoratori di quell’azienda.
Comprendo che non si tratta di una questione semplice, ma ritengo che continuare a non affrontare, con la dovuta decisione, questa vicenda possa rappresentare un grave vulnus e il germe di una potenziale sconfitta per le istituzioni che credo non possiamo permetterci. Al prefetto Caruso chiedo di prendere a cuore il problema della Riela, ricercando la soluzione più adeguata per dimostrare, anche in questo caso, che la legalità vince sulla criminalità creando economia sana.
Il ruolo fondamentale, affidato all’Agenzia di restituire alla collettività beni e patrimoni frutto dell’illegalità rappresenta, non solo simbolicamente, l’affermazione della vittoria dello Stato sulla criminalità organizzata. Non può, pertanto, sfuggire il fatto che qualsiasi errore o insuccesso in questo ambito, possa rappresentare un duro colpo alla battaglia per la legalità e al necessario consenso sociale e popolare che va costruito attorno ad essa.
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