Approvato l’ordine del giorno conclusivo della prima conferenza nazionale per il lavoro del Pd. I 600 delegati democratici provenienti dai diversi territori hanno approvato la relazione di Stefano Fassina e il documento “Persone, lavoro e democrazia”
Approvato l’ordine del giorno conclusivo della prima conferenza nazionale per il lavoro del Pd. I 600 delegati democratici provenienti dai diversi territori hanno approvato la relazione di Stefano Fassina e il documento “Persone, lavoro e democrazia”.
“Le politiche di rilancio del valore del lavoro e il contrasto alla precarietà – è scritto nel documento – non possono risolversi con semplici formule legislative, ma devono consistere in un insieme di interventi di politica economica e sociale con al centro una scelta essenziale: restituire senso, dignità, valore e reddito al lavoro, in tutte le sue forme. Si tratta di rovesciare il paradigma della svalutazione del lavoro anzitutto con una operazione culturale. In termini operativi ed urgenti si devono promuovere riforme strutturali, liberalizzazioni, politiche industriali sui principi di “Industria 2015”, politiche ambientali, investimenti nella logistica e infrastrutture come specificato nel PNR presentato dal PD. In tale contesto si devono promuovere efficaci politiche di contrasto alla precarietà, innanzitutto per rendere il costo del lavoro a tempo indeterminato inferiore a quello del lavoro flessibile”.
La Conferenza Nazionale ha ritenuto “di grande valore l’ampio dibattito svolto nelle assemblee e negli incontri preparatori” ed ha sottolineato le seguenti proposte di sintesi:
1. Un Progetto Nazionale per l’occupazione giovanile e femminile sostenuto dall’Europa.
“L’occupazione delle donne e dei giovani – è scritto nel documento – deve diventare una priorità per l’Unione Europea e deve diventarlo per l’Italia. L’Europa deve supportare gli investimenti pubblici e privati per l’occupazione, l’ambiente e l’innovazione, con l’emissione di eurobonds”.
“Per l’Italia è necessario un Progetto Nazionale per l’occupazione giovanile e femminile a cui concorrano, in modo coordinato e sinergico, con obiettivi verificabili governo, regioni, province, comuni e parti sociali. Nella consapevolezza dei vincoli di finanza pubblica, le risorse finanziare necessarie vanno recuperate dai fondi europei, nazionali e regionali e dai fondi interprofessionali per la formazione. Il Progetto deve prevedere l’equiparazione del costo e delle tutele di tutte le forme contrattuali, misure fiscali e politiche sociali di vantaggio per donne lavoratrici e giovani”.
Tra le iniziative più specifiche che il Pd ritiene opportuno realizzare vi sono:
– Il contratto di apprendistato come canale prioritario di accesso al lavoro stabile, accompagnato anche da incentivi alla stabilizzazione.
– Il venir meno dei vantaggi di costo del lavoro precario: a parità di costi per l’impresa, un’ora di lavoro precario deve costare di più e un’ora di lavoro stabile deve costare di meno. Sostegno alle pensioni dei lavoratori più giovani e meno tutelati e drastica riduzione delle forme contrattuali.
– Per incentivare la partecipazione e l’occupabilità delle donne, il ruolo centrale va assegnato al potenziamento dei servizi pubblici per conciliare lavoro e maternità.
– La defiscalizzazione per i primi tre anni di attività delle nuove imprese costituite da giovani.
– L’introduzione di un salario o compenso minimo, determinato in riferimento ai minimi dei contratti nazionali di riferimento e destinato a tutti coloro che lavorano al di fuori dei contratti nazionali vigenti.
– Lo stage deve avere una durata massima di sei mesi, sotto la diretta responsabilità della scuola o dell’Università, con contenuti formativi accertabili e retribuzione (40 per cento del compenso di riferimento).
– Una graduale riforma degli ammortizzatori sociali affinché tutte le tipologie di lavoro, dipendente, autonomo, professionale, abbiamo diritto ad una indennità di disoccupazione e ristrutturazione del welfare affinché le tutele fondamentali (indennità di malattia, diritti alle ferie retribuite, ecc.) coprano tutte le tipologie contrattuali.
– Universalizzazione dell’indennità di maternità e ripristino delle norme di contrasto alle “dimissioni in bianco”.
– La riforma della formazione professionale e della formazione continua.
– L’introduzione di uno Statuto per i lavoratori autonomi ed i professionisti.
2. Legalità del lavoro e lavoro migrante.
“Il contrasto al lavoro nero e irregolare – è scritto nell’odg approvato dalla Conferenza nazionale del Pd – è presupposto fondamentale per uno sviluppo fondato su regole minime di civiltà, e per la sicurezza nei luoghi di lavoro e nelle comunità. Il PD ha promosso una iniziativa legislativa nel Parlamento italiano ed in quello europeo per il perseguimento del reato di caporalato e di ogni forma di sfruttamento del lavoro. E si impegna a cancellare la vergogna della detenzione nei CIE”.
3. Il Mezzogiorno come questione nazionale.
“L’emergenza della disoccupazione giovanile e femminile assume dimensioni più gravi nel Mezzogiorno. Pensare la questione meridionale come questione nazionale, è una condizione essenziale per una valutazione realistica dello stato dell’Italia. (rif. documento approvato Assemblea Nazionale del Partito Democratico il 4-5- febbraio 2011)”.
4. Modello contrattuale e partecipazione.
“Il modello centrato sul contratto nazionale di lavoro va riformato, ma il contratto nazionale resta uno strumento irrinunciabile per garantire la tutela del lavoro e regolare la competizione. I contratti nazionali – è scritto nel documento – vanno drasticamente ridotti di numero e alleggeriti per materie regolate. Il secondo livello di contrattazione va valorizzato ed esteso, come strumento di qualificazione delle specifiche condizioni produttive e di miglioramento delle retribuzioni, ma non può vanificare il contratto nazionale. Per promuovere la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese e la democrazia economica il PD ha presentato proposte di legge per il pieno riconoscimento dei diritti d’informazione e consultazione dei lavoratori, l’istituzione di comitati consultivi permanenti, la promozione del sistema dualistico di governance aziendale (Consiglio di sorveglianza e consiglio di amministrazione) con l’inserimento di rappresentanti eletti dai lavoratori nei consigli di sorveglianza”.
5. La rappresentatività sindacale.
“La regolazione della rappresentanza e rappresentatività sindacale è essenziale per garantire la democrazia nei luoghi di lavoro e il pieno coinvolgimento dei lavoratori nella validazione dei contratti secondo i principi dell’accordo Cgil, Cisl e Uil del 2008 e sulla base delle regole vigenti nel pubblico impiego. È urgente definire queste regole per soddisfare due requisiti: garantire l’efficacia degli accordi attraverso la certificazione della rappresentatività; garantire l’elezione delle Rappresentanze sindacali unitarie da parte di tutti i lavoratori e la piena agibilità sindacale anche per le organizzazioni non firmatarie degli accordi”.
“Una legge in materia di rappresentanza e democrazia nei luoghi di lavoro – è scritto nell’odg – è utile solo per sostenere un accordo unitario fra le parti”.
Il PD ed il lavoro
“La Conferenza Nazionale per il Lavoro impegna tutte le strutture del PD a proseguire nel sostegno alle vertenze dei lavoratori coinvolti nelle crisi aziendali e ad estendere la presenza del Partito nel mondo del lavoro, fra i lavoratori dipendenti delle grandi e piccole imprese e delle pubbliche amministrazioni, fra i lavoratori autonomi e delle professioni, con particolare attenzione al coinvolgimento dei giovani e del lavoro precario. A tal fine, la Conferenza invita tutte le organizzazioni territoriali del partito a costituire i Forum del Lavoro come sedi permanenti rappresentative delle articolazioni del lavoro e delle competenze in materie economiche, sociali e lavoristiche. Invita, inoltre, le organizzazioni del partito a costituire i circoli di ambiente organizzati nei luoghi di lavoro o per ambiti tematici e di settore”.
“La Conferenza chiede alla Segreteria Nazionale, alla Direzione Nazionale e all’Assemblea Nazionale di inserire nello Statuto del Partito Democratico la “Conferenza Nazionale per il Lavoro” quale appuntamento politico e organizzativo annuale permanente e, conseguentemente, chiede alla Direzione Nazionale – è scritto nel documento approvato dai delegati – di definirne il regolamento di attuazione”.
Condivido quanto approvato. Tutto questo deve avere una concreta attuazione. E’ possibile in questo momento? Mi sorge, purtroppo questa domanda.
Cordiali saluti, Maria Carmen Agnello.
[…] ad un bel gruppo di delegati catanesi. Ecco il progetto approvato dalla Conferenza nazionale <http://www.giuseppeberretta.it/politica-italiana/lavoro-il-progetto-approvato-dalla-conferenza-nazio…> e la relazione di Stefano Fassina "Persone, lavoro, democrazia" […]