Nel comuncato stampa diffuso ieri, il resoconto dell’incontro:
“Superare la crisi puntando sulla green economy, non come un “settore” dell’economia ma piuttosto come un nuovo modo di governare, organizzare, produrre e distribuire. Il Partito democratico ha le idee chiare su come i temi legati all’ambiente e alla green economy possano rappresentare gli assi portanti del nuovo progetto di rinascita economica per l’intero paese. Perché c’è la necessità di legare i temi dello sviluppo, dell’occupazione a “scelte politiche fortemente caratterizzate da proposte progressiste per il governo dell’Italia per i prossimi dieci anni”, per usare le parole del capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro, che ha chiuso l’incontro “L’Italia della green economy: crescita e nuovo lavoro nella Sicilia sostenibile”, organizzata a Catania dalla deputata regionale del Pd Concetta Raia e il responsabile regionale di Ecologisti democratici ( Ed) Gigi Bellassai. Dove le città dovranno avere un ruolo centrale, indirizzando le politiche locali verso la riduzione dell’inquinamento atmosferico, promuovendo progetti concreti di mobilità sostenibile, prevedere gli acquisti verdi nella pubblica amministrazione, l’efficienza energetica, la bio edilizia. A partire proprio dalla Sicilia, una regione che – prima di altre – ha le carte in regola per essere una piattaforma energetica e trasformarsi in nuova frontiera delle energie rinnovabili. Non solo per la sua posizione geografica. Nella Sicilia dei tristi primati in negativo, infatti, esistono degli esempi di eccellenza. La nostra, infatti, è la regione con più basse emissioni di CO2 nel settore residenziale con solo 1,2 tonnellate per famiglie. Il settore floricolo ha ridotto di un terzo i consumi energetici utilizzando moderni sistemi di cogenerazione. In agricoltura si registra il boom di prodotti di origine biologica, raggiungendo il terzo posto in Italia, e sono circa duemila le piccole e medie aziende che hanno la certificazione ISO 14.001. Numeri che tracciano l’immagine di una regione che pur tra contraddizioni e difficoltà è protagonista oggi di un’originale interpretazione e declinazione della green economy e confermano come l’economia verde rappresenti quel “new deal” su cui scommettere. “Utilizzare un nuovo paradigma economico fondato sulla sostenibilità ambientale– commenta la parlamentare Raia – un nuovo sistema che ha bisogno di investire sul capitale umano e che potrebbe portare solo in Sicilia duecento mila posti di lavoro e nuove figure professionali”. “L’economia verde può rappresentare – ne è convinto il responsabile regionale di ED – una chiave straordinaria per rigenerare interi comparti del manifatturiero. Il trenta per cento delle aziende del settore – aggiunge – hanno investito in tecnologie verdi, riuscendo a intercettare nuovi segmenti di domanda, alzando con innovazione e creatività lo standard della qualità”. La green economy cammina sulle gambe di chi lavora e produce ma deve essere sostenuta e orientata da politiche pubbliche atte ad agevolare queste nuove sfide: efficienza energetica, difesa del suolo, rifiuti, mobilità. “Ruolo decisivo avranno gli enti locali”, sottolinea la responsabile nazionale Ambiente Stella Bianchi. E sono tanti i candidati sindaci del partito democratico Luca Spataro a Castiglione di Sicilia, Rosamaria Vecchio a Linguaglossa, Alessandra Foti a Caltagirone, “che nei loro programmi hanno messo al centro politiche verdi” ricorda il parlamentare Giuseppe Berretta, che guarda alla fondamentale ricaduta occupazionale.
Il Por 2007/2013 della Sicilia destina al settore delle rinnovabili 330 milioni di euro, di cui solo il 35% è stato utilizzato ad oggi. Il precedente programma operativo 2000/2006 prevedeva trecento milioni di euro tutti spesi, ma senza raggiungere gli effetti sperati. “Sarebbe interessante – conclude la parlamentare Concetta Raia –che venisse istituita una cabina di regia unitaria e coordinata in materia di pianificazione e attuazione di iniziative in campo energetico, che rappresenti il punto di sintesi della linea politica degli assessorati coinvolti nella materia: energia, agricoltura, attività produttive, infrastrutture, trasporti, sanità. Green Economy sono anche le tante potenzialità offerte dalla filiera dei rifiuti per la crescita dell’occupazione e delle imprese, ma solo se verrà estesa e rafforzata la raccolta differenziata, il riuso, il riciclo, il recupero e dagli acquisti verdi nelle pubbliche amministrazioni finalizzate anch’esse a sostenere l’intera filiera.”
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