Sono passati cinque mesi dal Referendum del 12 e 13 giugno e gli oltre mille catanesi che hanno svolto il ruolo di scrutatori o di presidenti di seggio aspettano ancora di ricevere i loro compensi. Sono sempre di più le segnalazioni che ricevo per il mancato pagamento dei 1.077 catanesi che hanno consentito lo svolgimento della tornata referendaria dello scorso mese di giugno. Di norma il compenso per chi svolge queste funzioni viene anticipato dai Comuni, che successivamente ricevono i rimborsi dal ministero dell’Interno, e ci sembra inspiegabile che il Comune di Catania non lo abbia ancora fatto, soprattutto in un periodo difficile come questo in cui si fa di tutto per cercare di guadagnare qualche extra, in questo caso tra i 100 e i 130 euro a persona. Sappiamo bene che il ministero dell’Interno non ha ancora provveduto ad erogare le somme, e su questo chiederò spiegazioni con un’apposita interpellanza parlamentare. Ma non vorremmo che dietro a questo silenzio e alle evidenti difficoltà ad anticipare queste spese, causando non pochi disagi a chi sperava di ricevere il proprio compenso in tempi ragionevoli e non dopo mesi e mesi, si nascondano ancora una volta le precarie condizioni finanziarie del Comune.
Un dubbio legittimo se si considera che Palazzo degli Elefanti non ha nemmeno pagato gli straordinari, effettuati proprio in occasione del Referendum, ai propri dipendenti
Due indizi fanno una prova, speriamo che il sindaco Stancanelli chiarisca al più presto i motivi di questi ritardi e provveda immediatamente al pagamento delle spettanze.
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