Condivido una riflessione di Vittorio Sabadin:
“Che tristezza vedere qualcuno che volta le spalle mentre si esegue il quarto movimento della Nona sinfonia di Beethoven. Ed è peggio se a farlo sono persone elette dal popolo, che dovrebbero avere una preparazione superiore e un po’ di cultura, dovrebbero avere frequentato una sala da concerto e letto qualche libro. Dovrebbero sapere che la musica parla un linguaggio che unisce gli esseri umani, perché tocca il cuore di chiunque allo stesso modo.
Beethoven era completamente sordo quando ha composto il suo capolavoro, uno dei più grandiosi mai concepiti. Il 7 maggio del 1824, alla prima esecuzione nel Teatro di Porta Carinzia di Vienna, un amico lo girò verso la platea, perché vedesse gli applausi che non poteva sentire. Era il suo testamento, il suo lascito all’umanità, chiuso dall’Inno alla Gioia di Friedrick Schiller, un testo scelto da Beethoven perché rifletteva il suo ideale di pace, di fratellanza, di comprensione fra gli uomini.
Nigel Farage dovrebbe dare retta ai versi di Schiller: chi non capisce la grandezza della Gioia «lasci piangente e furtivo questa compagnia», invece di voltarle le spalle. E Beppe Grillo, nel tentativo di mettere una pezza alle idiozie del suo alleato, ha fatto anche di peggio, ricordando le simpatie di Hitler per Beethoven. Probabilmente Grillo non apprezza neppure Wagner, preferito dai nazisti, e ha bandito Mozart quando ha saputo che Stalin, mentre stava morendo, ha chiesto di ascoltare il suo concerto in La maggiore per piano. Ci sono tanti modi per capire quanto valgono i politici, ma se la musica non li tocca, non c’è proprio niente da fare.”
Vittorio Sabadin su La Stampa del 2 luglio 2014
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