Il quadro che emerge dalla relazione della Commissione regionale Antimafia è inquietante e sconfortante, soprattutto perché la sensazione è che ci sia un salto di qualità: che la criminalità organizzata non si rivolga più alla politica ma si faccia essa stessa politica, attraverso propri rappresentanti. Nel rispetto del ruolo che istituzionalmente le compete, la Commissione ha fatto il proprio dovere e siamo certi che Commissione nazionale Antimafia e magistratura faranno altrettanto. Ma la politica, i partiti e in particolare il PD, non possono e non devono ignorare o sottovalutare la grossa responsabilità che hanno, a partire dalla scelta dei candidati. Anzi, sono chiamati ad una reazione improntata alla massima chiarezza, senza prudenze opportunistiche e pretendendo da tutti i propri esponenti comportamenti adamantini e coraggio nel contrasto ai tentativi di infiltrazione e condizionamento della mafia. Responsabilità politica ed etica pubblica prescindono dai fatti di reato, come più e più volte giustamente sottolineato dalla Commissione regionale Antimafia. L’Amministrazione comunale e il PD di Catania devono quindi esprimere parole e compiere atti netti e chiari, approfittando di questa vicenda per rilanciare un serio dibattito cittadino sullo sviluppo, sul lavoro e sulla crescita nella legalità del nostro territorio e della nostra Regione. Lo dobbiamo alla nostra storia politica, al rispetto di quanti, da Pio La Torre a Piersanti Mattarella, hanno sacrificato la propria vita nella lotta contro la mafia e per una Sicilia libera dal giogo malavitoso.
Per questo, credo che l’immediata convocazione di un Consiglio comunale straordinario, di una Direzione provinciale del Partito Democratico e di Assemblee dei Circoli di quartiere del PD sia indifferibile. Uno dei migliori antidoti che la politica può mettere in campo per prevenire fenomeni opachi di prostrazione a interessi particolari è la costruzione di processi di partecipazione larga, per favorire proposte condivise e democratiche. Non sarebbe il caso di discutere anche di questo, in Consiglio comunale e nel PD?
È il momento infine di una forte reazione da parte della città tutta: i cittadini onesti, le organizzazioni imprenditoriali, i sindacati, le associazioni devono sentirsi chiamati in causa, perché solo da una reazione popolare seria, non demagogica, che passi dalla presa di coscienza delle difficoltà odierne alla progettazione di un futuro diverso, può arrivare la risposta alle domande che oggi ci poniamo
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