Nei vostri confronti, sia chiaro, la nostra responsabilità si ferma qui. Noi adesso la nostra responsabilità ce la prendiamo davanti agli italiani e diciamo subito che siamo radicalmente «contro». Siamo contro la vostra politica economica, se mai ce n’è stata una; siamo contro la vostra conduzione delle cose in sede europea; siamo contro, ancor più fermamente, ai contenuti ingiusti di questa manovra. E diciamo una parola chiara.
L’Europa ci conosce, conosce la nostra tradizione di forza europeista e di Governo che non arretra davanti alle difficoltà, che sa prendersi le proprie responsabilità e, quindi, diciamo chiaramente – giunti a questo punto – che se toccherà a noi terremo i saldi di questa manovra, ma ne cambieremo il segno e la composizione. E cominciamo subito depositando in queste ore un progetto di legge che toglie l’aggravamento dei ticket e li sostituisce con un’altra copertura.
Cambieremo questa composizione senza promettere miracoli, perché questa manovra è spudoratamente classista: colpisce i ceti medi e la povera gente (tasse, sanità, servizi locali). Collega Reguzzoni, voi leghisti mi sembrate sempre un ragazzo di piazza Tahrir…ma voi siete i ministri di Mubarak! Avete governato otto anni degli ultimi dieci.
Questa è una manovra che non produce riforme, è una manovra che non fa niente per la crescita. Ci porterà stagnazione e recessione e non ci metterà al riparo dalle tempeste. Mi dispiace dirlo da italiano: già oggi gli spread sono tornati alti. Questa manovra non ci mette fuori dalla tempesta. Oggi, mentre arrivano i nodi al pettine, non vi accusiamo di aver provocato la crisi. Vi accusiamo di non averla affrontata, innanzitutto in una dimensione europea assieme ai vostri Governi fratelli di centrodestra! Avete azzoppato d’Europa, avete impedito che dall’euro si passasse ad una politica economica comune. Avete impedito che l’Europa facesse un prestito per sostenere lavoro e occupazione. Non consentite che ci sia una tassa europea sulle transazioni finanziarie per alleggerire il debito che si sta scaricando sul lavoro e sul welfare. Non bastano conversioni tardive del Ministro Tremonti su questo. Non bastano le parole. Voi, insieme ai Governi di centrodestra, portate questa responsabilità. E vi accusiamo anche – questo non è stato detto fin qui, ma voglio dirlo, mentre dico che noi terremo i saldi – di aver voluto in Europa buttare il cuore oltre l’ostacolo, oltre il richiesto, con il pareggio al 2014 e l’anticipazione della manovra. Va benissimo fare così, se uno però ha qualcosa di convincente in mano, perché – se ti tiri addosso gli impegni e i riflettori e il giorno dopo si capisce che non hai niente in mano – tu stai facendo un danno gravissimo per questo Paese!
Niente in mano, niente riforme, niente crescita, tasse su tasse: in questa manovra ci sono 29 miliardi di prelievo, senza contare i 6 o 7 che verranno dagli enti locali e sono tutti prelievi lineari. Dopo i tagli lineari avete inventato i prelievi lineari!
Vi accusiamo di aver aggravato la crisi ignorandola fin dall’inizio, tre anni, fa con la giaculatoria dello «stiamo meglio degli altri». Le uniche parole che il Presidente del Consiglio ha detto in questi giorni sono che stiamo meglio degli altri. Avete continuato a dirci che i conti erano a posto. Avete fatto il gioco delle tre carte per far sparire dal Parlamento la possibilità di una discussione sulla manovra economica. Siamo andati avanti a decreti de minimis un mese dopo l’altro con la fiducia – magnifico – e con gli applausi di tutti. La finanziaria in 9 minuti: finalmente c’è qualcuno che decide contro i carrozzoni, il Parlamento, eccetera, eccetera. Benissimo: ci ha portati qui quel modo lì governare e di decidere.
Vi accusiamo di avere preteso conformismo dagli attori sociali, dai costruttori di opinioni, dall’establishment e avete anche ottenuto questo conformismo. È stato preso per buono tutto e il contrario di tutto e, ancora oggi, voglio dire che chi ci sta adesso lodando per questo senso di responsabilità in linea con i tempi, tra i tanti osservatori, non si scandalizza che voi non abbiate preso in considerazione nessuna delle proposte che abbiamo fatto: un pacchetto di liberalizzazioni, un pacchetto dei cosiddetti costi della politica, a cominciare dai vitalizi, un pacchetto sulla pubblica amministrazione, la riduzione delle società pubbliche, il dimezzamento o accorpamento delle province, l’accorpamento dei piccoli comuni, un sistema degli appalti, l’abolizione delle leggi speciali sulla cricca. Non avete preso in considerazione nessuna proposta.
Qui, voglio dire chiaramente: attenzione, noi abbiamo proposte precise e coraggiose sul tema dei costi della politica, ma rifiutiamo l’antipolitica! Attenzione, perché in Germania Pag. 155non c’è solo, a giustificazione dei suoi successi la ricerca, ma ci sono anche i partiti. Non è un miliardario a guidare la Germania! Si tratta di una manovra ingiusta. Voglio farvi una domanda precisa: ditemi quanto paga e cosa ci rimette con questa manovra micidiale una persona che ha le ricchezze del Presidente del Consiglio. Vi chiedo anche quanto è costato a noi avere un Presidente del Consiglio che ha perso la fiducia internazionale. Facciamo i conti del dare e dell’avere in modo serio e realistico.
Chiudo qui: voi non avete messo a punto una politica economica, ma una torre di Babele: statalismo, individualismo, corporativismo, sussidiarietà penosa, di tutto. Non si è capito nulla di dove la politica economica avesse la barra in questo Paese in questi tre anni. Adesso basta.
Chiudo su questo aspetto. Vorrei fare un discorso serio: in questi anni avete imboccato – questo è il nostro giudizio – una strada sbagliata. Adesso siamo a un tornante delicatissimo per il Paese: se il guidatore continua a tirare dritto per quella strada, questo Paese va a sbattere. Questo è ciò che sosteniamo.
Voi fate quel che ritenete, ma deve essere chiara la nostra proposta. Bisogna avere una ripartenza per dare fiducia al mondo intorno a noi: nuove persone, nuove idee, un confronto nuovo, una nuova piattaforma nel rispetto dei saldi, una ripartenza con energie nuove. Per noi, questo significa elezioni. Se ci si mette qualcosa di mezzo fino al raggiungimento di questo obiettivo, occorre che questo qualcosa abbia i caratteri precipui del tempo necessario per una riforma elettorale e la condizione di lasciarsi alle spalle la politica e i protagonisti di una politica sbagliata.
Per noi sono queste le condizioni. Se intendete tirare dritto vi prendete una responsabilità seria davanti agli italiani. Non parlateci di crisi al buio. Questa situazione è il buio, in questa situazione la luce non può accendersi.”
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