StMicroelectronics, Micron Technology, 3Sun. Ecco il cuore della microelettronica catanese, che negli ultimi anni ha fatto registrare una fitta serie di cambiamenti societari, cessioni di rami aziendali, inversioni di rotta e operazioni di scorporo che hanno avuto un effetto oggi preoccupante: l’occupazione che si registrava fino a qualche anno fa in una sola azienda – la StM – era maggiore rispetto a quella che si conta attualmente, ma in tre aziende. E’ una vicenda di cessioni di personale, esternalizzazioni e rischio di esuberi per i 350 dipendenti catanesi della Micron, che un tempo furono dipendenti del colosso italo francese dei semi-conduttori – StMicroelectronics appunto – ma che sono stati ceduti negli anni a due diverse imprese. Ecco l’intera ricostruzione della vicenda nell’interrogazione urgente al ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, che ho presentato come primo firmatario assieme a Ludovico Vico, sottoscritta anche da Giovanni Burtone e Marilena Samperi.
Nell’interrogazione al ministro Romani abbiamo richiesto innanzitutto la convocazione urgente di un tavolo istituzionale con le aziende, in cui si chiarisca anche il piano industriale della Micron Tecnhnology.
L’atto parlamentare, che era stato sollecitato dai lavoratori, intende portare all’attenzione del Ministero i possibili problemi di esuberi all’interno di Micron e chiedere maggiore chiarezza da parte della StM “che, per i forti finanziamenti pubblici di cui ha usufruito negli anni, per la propria natura pubblica e per i risvolti sociali che le proprie strategie possono comportare per il territorio deve improntare la propria gestione a comportamenti responsabili rispondendo direttamente sia di eventuali ridondanze nelle aziende nate da cessioni di personale, sia prevedendo investimenti tali da garantire la continuità operativa nel territorio siciliano”.
Nell’interrogazione abbiamo provato a ricostruire in maniera dettagliata le complesse vicende societarie che hanno portato alle attuali preoccupazioni di sindacati e lavoratori. Vicende iniziate nel 2000 con la costruzione del modulo M6, progetto per il quale StM ha avuto accesso ai finanziamenti pubblici per circa 500 milioni, tra legge 488, credito d’imposta e contratto di programma. Dal 2007 in poi una serie di cessioni di quote societarie, inversioni di tendenza nelle strategie aziendali della StM e operazioni di scorporo delle aziende hanno creato preoccupazione tra i lavoratori, suffragata da un dato di fatto: fino a qualche anno fa la sola ST contava livelli occupazionali superiori a quelli che si registrano oggi sommando l’occupazione delle tre aziende, e questo a fronte di finanziamenti di decine di milioni di euro e del ridimensionamento della microelettronica in Italia e particolarmente in Sicilia.
Nel 2007 si registrò la cessione di ramo d’azienda in favore della Numonyx, partecipata per il 48,6 per cento da StMicroelectronics, per il 45,1 per cento da Intel e per il 6,3 per cento da Francisco Partners, alla quale furono ceduti 1.923 lavoratori, di cui 552 solo a Catania (115 relativi allo stabilimento M6). In quella occasione i vertici aziendali di Numonyx dichiararono che lo stabilimento M6 non rientrava nei piani aziendali. Dopo un periodo di cassa integrazione, nel febbraio 2010 la StMicroelectronics, assieme ai partners che hanno dato vita alla Numonyx, cedette i propri pacchetti azionari alla Micron Technology, sancendo il definitivo disimpegno nei confronti della Numonyx e liberandosi dei dipendenti del sito catanese. Al tempo stesso la StMicroelectronics opziona il sito M6 per utilizzarlo come oggetto di scambio nella ulteriore joint venture tra ST, Sharp ed Enel Green Power, da cui nasce 3SUN.
A seguito di tutte queste operazioni societarie, emergono una serie di anomalie che, in quanto causa del disastro occupazionale che sta coinvolgendo i lavoratori esternalizzati da StMicroelectronics, dovrebbero suscitare l’attenzione del Ministero dello Sviluppo Economico anche in forza dei finanziamenti concessi. Nel giugno 2010 la Micron effettua una cessione di ramo d’azienda passando 37 lavoratori alla 3SUN e col passare dei mesi ha intrapreso una politica di esternalizzazione delle produzioni e ridimensionamento dei livelli occupazionali nei siti europei, mentre si prevede il ridimensionamento della capacità produttiva del sito di Catania sotto i livelli di competitività globale.
A questo punto non è più rinviabile un intervento istituzionale per chiarire non solo le strategie del management di ST e Micron ma dello stesso Governo italiano che direttamente e indirettamente risponde di quanto avvenuto nelle scelte della propria controllata StMicroelectronics. Non capiamo perché mentre 3SUN sta assumendo personale così come StMicroelectronics, sia pure in misura minore, i 350 dipendenti Micron, scorporati e venduti dalla StM, debbano costantemente temere per il proprio futuro.
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