Domenica mattina alle 10 di fronte al Villaggio degli Aranci di Mineo sulla Catania-Gela si terrà la manifestazione indetta dai Sindaci sulla questione dei profughi.
Insieme all’on. Fiano – presidente del Forum Nazionale Sicurezza e Difesa – il Partito Democratico sarà presente con il Segretario Regionale Giuseppe Lupo e la nostra Deputazione Nazionale e Regionale.
Da Roma, dove in questi due giorni si svolge la 1ª Conferenza Nazionale sull’Immigrazione – indetta dal Partito Democratico – Marco Pacciotti, coordinatore del Forum Immigrazione del Pd, e Luca Spataro, segretario provinciale del Pd di Catania, commentano: “Il modello messo in campo dal governo Berlusconi e’ frutto di totale improvvisazione e irresponsabilità. Ci preoccupa la mancanza di trasparenza nella gestione dell’emergenza con procedure di affidamento che non vorremmo ricalcassero altre recenti emergenze italiane”.
“Chiediamo al governo -spiegano- di fare marcia indietro e di definire , con il concorso di regioni e comuni, un piano nazionale di accoglienza, evitando cosi’ di costruire ‘ghetti’ come quello di Mineo. Ci pare altresi’ irragionevole l’idea di deportare nel centro della provincia di Catania i richiedenti asilo attualmente sparsi nei C.A.R.A. italiani, poiche’ cio’ ingolferebbe, rendendole di fatto impraticabili le procedure di richiesta asilo”.
Per questi motivi “Sentiamo il dovere di manifestare la nostra vicinanza a quei sindaci e a quelle comunità che sin dal primo momento avevano manifestato manifestato la loro disponibilità all’accoglienza e che oggi sono preoccupati di fronte alla inadeguatezza del governo nel gestire la vicenda”, concludono.
Ricordando quindi l’appuntamento domattina a MIneo, vi propongo di seguito la lettura di un documento stilato dall’Esecutivo Provinciale del PD sull’immigrazione:
Rispondere al “modello Mineo”.
Dall’emergenza ad una nuova proposta per le politiche dei migranti
Gli stranieri residenti in Italia nel 2009 sono aumentati di circa mezzo milione di unità, passando da 4.300 mila a 4.800 mila [I]. Mezzo milione di persone in un anno equivalgono a circa 1350 persone al giorno, ben oltre i numeri che vengono annunciati con clamore: circa 15.000 persone in tre mesi.
Questo dato fa emergere con chiarezza alcune questioni:
1. La capacità dell’Italia di accogliere e integrare nel proprio tessuto economico va ben oltre la percezione comune; questa rappresenta l’immagine di un Paese incapace di assorbire l’arrivo degli stranieri
2. Il sistema di accoglienza istituzionale, seppure articolato intercetta solo una parte delle persone che entrano nel nostro Paese
3. La dispersione sull’intero territorio, con particolare concentrazione nelle aree metropolitane ha consentito sino ad oggi di contenere e integrare senza generare conflitti sociali esplosivi.
4. Rende chiara l’apparente indifferenza dell’Unione Europea ai richiami del Ministro Maroni che già all’indomani dei primi sbarchi reclamava aiuti.
Ma ciò che sta accadendo desta preoccupazione perché:
- 15.000 persone approdano nello stesso luogo stravolgendo la vita e l’identità del luogo stesso.
- La risposta del governo si concretizza ad oggi nella scelta di concentrare a Mineo i richiedenti asilo d’Italia.
o La scelta ignora dunque le capacità dei territori di assorbire nuovi immigrati
o Prelude alla messa in liquidazione del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo che si era faticosamente costruito nell’intero territorio italiano; un sistema fatto di Centri e Commissioni Territoriali che aveva consentito l’emergere di competenze specialistiche messe al servizio oltre che dell’accoglienza anche della lotta alla tratta delle donne, alla tutela dei minori, alla tutela delle persone vittime di torture e violenze.
- La scelta del Governo di concentrare pone le basi per l’esplosione di aspri conflitti nei territori che subiscono una pressione migratoria senza pari in nessun altro luogo d’Italia.
Rende chiaro ciò che la propaganda allarmistica cela: i migranti sono sempre elementi che obbligano il territorio ad attivarsi. Quando il loro numero è significativo ma non minacciante emerge dal territorio una rete di società civile solidale, capace di costruire socialità ed economia positiva. Quando il numero diventa minacciante la società civile si attiva in una logica di difesa ed espulsione, che ha a che fare più con l’ansia per il futuro che con il razzismo.
- La scelta di Mineo, al di là dello slogan sul centro di eccellenza europea è destinata a creare problemi di gestione.
o L’elevato numero di persone renderà difficile svolgere il lavoro di protezione dei migranti più deboli
o Sarà difficile agire in modo efficace nel campo della prevenzione sanitaria
o L’eventuale esplosione di una rivolta dovuta alla inevitabile distanza tra le attese che hanno animato i progetti migratori e la realtà della vita quotidiana in Italia dovrà necessariamente, visti i numeri, richiedere l’intervento dell’esercito.
o Le caratteristiche socio economiche e orografiche del territorio di Mineo sono tali da non consentire l’inserimento nel tessuto locale che di poche decine di persone.
- La gestione che potrebbe apparire improvvisata in realtà risponde a diversi interessi:
o Economici favorendo in forma plateale la società Pizzarotti e la Croce Rossa Italiana, in entrambi i casi si garantiscono flussi finanziari al di fuori delle regole di trasparenza e giusta concorrenza
o Elettorali: poiché garantiscono alla Lega Nord argomenti solidi con cui alimentare il mercato elettorale della paura a cui nel passato ha attinto a piene mani.
- Ancora una volta il Governo affronta i problemi e le emergenze per “fare cassa” nel mercato del consenso, senza però esprimere quella politica di lungo periodo di cui il nostro Paese avrebbe bisogno
Ma la critica a quanto accade non esime il nostro Partito dal formulare alcune proposte che pur partendo da una situazione emergenziale siano in grado di durare nel tempo e di dare risposte concrete alle persone ed ai territori.
Proposte:
1. Innovare il sistema di asilo in Italia
E’ ricco e articolato ma richiede un ampliamento poichél’attuale assetto non è in grado di sopportare i numeri odierni. L’emergenza del 2008, con oltre 30.000 sbarchi ha dimostrato che è possibile farlo senza generare una successiva ipertrofia inutile quanto costosa.
Vanno però riqualificate alcune voci di spesa. E’ inaccettabile, ad esempio che nei centri vengano spesi milioni di euro di acqua minerale quando è ormai dimostrato che gli acquedotti pubblici sono in grado di fornire un elevato livello di qualità dell’acqua.
Va rivisto in parte il modello di gestione quotidiana che vede inattive le persone ospiti. Allo scopo va previsto:
– un programma di politiche attive per il lavoro orientato alla gestione dei richiedenti asilo, alla costruzione di un bilancio di competenze ed ad attività di orientamento nel mercato del lavoro
– Un modello di gestione quotidiana che preveda la partecipazione degli ospiti allo svolgimento di alcune funzioni del centro stesso
Va riqualificato il settore dei cosiddetti “Enti Gestori” per dare spazio alle realtà che effettivamente dimostrano competenza sociale ed imprenditoriale, che sono in grado di attivare reti territoriali di sostegno e non solo di offrire servizi interni.
2. Innovare le politiche di gestione dei flussi rivedendo i principi che ispirano oggi la legislazione. Questa prevede l’ingresso soltanto in seguito ad una chiamata. Poiché un numero significativo di migranti svolgono per le famiglie italiane compiti delicati di cura appare irrealistico che la scelta delle famiglie avvenga a distanza senza poter conoscere prima la persona stessa. Va dunque istituito un permesso per la ricerca di lavoro che consenta un ingresso nel mercato del lavoro capace di garantire anche le famiglie italiane e le imprese nella scelta che compiono.
3. Definire e proporre un serio Pacchetto per l’integrazione, che renda palese l’insufficienza di riflessione di quanto elaborato dal Governo Berlusconi nella Primavera 2010. Già oggi nel Partito come nella società civile vi sono idee che attendono una forza politica che scelga di metterle nell’agenda politica del nostro Paese
4. Affrontare in chiave nuova il tema della Gestione degli ex CPT ora CIE. L’assenza della politica nel dibattito intorno ai Centri di Identificazione ed Espulsione lascia spazio libero a fenomeni di estremismo e violenza politica a cui il nostro Partito non può restare indifferente. La commisione De Mistura aveva lanciato alcune suggestioni interessanti e anche qui come nel caso del Pacchetto integrazione vi sono proposte che attendono di essere discusse. Tra queste a titolo esemplificativo citiamo la possibilità da parte dei gestori dei Centri di proporre al questore la concessione di permessi umanitari per persone che rappresentano per le nostre comunità molto più una ricchezza che una minaccia; persone che spesso si trovano “per caso” all’interno dei centri. Questo non solo diminuirebbe alcuni fenomeni di depauperamento di risorse umane ma ridarebbe “speranza e senso” a chi deve soggiornare in modo obbligato in un centro e diminuirebbe la conflittualità esasperata che prende corpo nella campagna “Fuoco ai CIE”
5. Avviare progetti sperimentali che sull’esempio di quanto accaduto in alcuni piccoli comuni guardino ai migranti come possibili cittadini in grado di ripopolare territori ormai abbandonati.
6. Avviare un dibattito serio nel Paese per allargare i poteri dell’Unione Europea nell’ambito della gestione delle politiche migratorie oggi appannaggio quasi esclusivo degli Stati Membri, al fine di garantire alle stesse maggior efficacia.
[I] Dato tratto da “Quindicesimo rapporto sulle migrazioni 2009 – Fondazione ISMU”
Domani una fetta di Gela sarà presente attraverso me come mini istituzione del Partito Democratico. E’ preoccupante la scelta e la strategia del governo di portare tutti i richiedenti asilo in Italia tutti a Mineo. Una situazione assurda perchè scoinvolge la vita dei cittadini di Mineo e non solo. Il residence degli Aranci si trova sulla Catania-Gela e quindi coinvolgerebbe numerosi comuni. Domani noi del Partito Democratico assieme al segretario Lupo daremo un segnare forte di coesione, di coerenza e sopratutto di trasparenza.
Francesco Lisciandra
(Pres. Giovani Democratici Primo Circolo PD GELA)