Carceri, beni confiscati, velocizzazione della Giustizia Civile: ecco i miei impegni
Mi accingo ad affrontare l’incarico di sottosegretario alla Giustizia con l’impegno e la determinazione richiesti da un compito di grande responsabilità come quello appena affidatomi. Sono contento, emozionato e farò il massimo per sfruttare le mie competenze professionali all’interno di questo importante ruolo di Governo. Lavorerò insieme al Ministro Anna Maria Cancellieri e alla squadra ministeriale affinché si affrontino da subito le tante e delicate questioni che attengono all’organizzazione della Giustizia, a partire dalla difficile situazione delle carceri: l’Italia (ce lo dice proprio oggi un rapporto sul Consiglio d’Europa) è il terzo Paese in Europa per sovraffollamento, per questo è necessario porre particolare attenzione alle condizioni di vita dei detenuti incentivando, ove possibile, l’ampliamento delle alternative alla detenzione e favorendo misure supportate da progetti volti al reinserimento sociale.
Ma sono convinto che la Giustizia vada in una parola modernizzata. E questo vale sia per gli edifici che ospitano i detenuti sia per quanto attiene al suo buon funzionamento. Via allora all’informatizzazione dei processi per velocizzare la Giustizia Civile, alla riforma del Processo Penale che includa la semplificazione di alcune forme processuali ancora troppo macchinose e, ancora, trasformiamo i beni confiscati alla criminalità organizzata in una grande risorsa per lo sviluppo del Paese non lasciando soli gli imprenditori chiamati a gestirli: la legalità deve e può portare lavoro e profitti. Il massimo impegno poi deve essere rivolto alle norme anti-corruzione: un primo passo concreto è stato compiuto dal Governo Monti con il forte apporto del Pd, ma non è sufficiente perché nonostante sia stata approvata la legge mancano ancora molti dei decreti attuativi. E’ mancato un intervento coraggioso per ripristinare il reato di falso in bilancio, per introdurre il reato di auto riciclaggio, per prevedere pene accessorie che abbiano effettiva efficacia deterrente, e cause di non punibilità o misure premiali per chi rompe il muro di omertà e offre elementi concreti per destabilizzare il sistema della corruzione.
Infine, ma non per ordine di importanza, attuiamo la riforma della professione forense approvata nel dicembre scorso in Parlamento, essenziale per salvaguardare diritti e garanzia di autonomia agli avvocati italiani. Ora bisogna vigilare affinché la riforma funzioni concretamente.
Spero che tra i buoni propositi, ci sia anche quello di rivedere, entro brevissimo termine, la riforma della geografia giudiziaria.
Quanto realizzato dal precedente Governo è inattuabile, sia per i costi (alla faccia del risparmio), sia per il venir meno di una valida giustzia di prossimità.
E’ vero, i problemi sono tanti, atavaci, legati a sistemi ormai logori, che, però a mio modesto avviso, andrebbero semplicemente rivisitati alla luce dei nuovi sistemi, senza in questo modo, ancora una volta riformare, per poi controriformare e riformare la controriforma.
I buoni modelli (leggasi Tribunali minori), purtroppo, sono stati “accorpati” …brutta terminologia!
Il Tribunale di Sala Consilina, tanto per dirne una… (naturalmente questo vale per tanti altri Tribunali definiti “minori) ha tra i primi sperimentato il processo telematico (senza spesa alcuna per lo Stato), con ottimi risultati, tanto da essere indicati quale modello da seguire.
Peccato che questo come la conformazione territoriale (zona priva di qualsivoglia valido sistema di trasporto pubblico), la situazione socio-economica (area depressa economicamente) non siano stati tenuti in alcun conto.
La Giustizia deve ,necessariamente ,essere affidata a chi sente dentro di sè la voglia sì di riformare, ma con congnizione di causa.
Chi vive in prima persona i Tribunali, può capire cosa si può e si deve realmente fare, senza stravolgere, senza difendere l’indifendibile, ma pensando ai cittadini che hanno sete di vera giustizia.
Gli Avvocati, in questo, non come corporazione fine a sè stessa, da anni lamentano serie disfunzioni a cui il Parlamento composto in buona parte da Avvocati (che si spera svogano la professione)non ha saputo.. o voluto.. dare risposte.
Spero, quindi, che il nuovo esecutivo sappia innovare, rivendendo le assurde posizioni del recente passato.
Egregio on Giuseppe Berretta.
Caro Giuseppe,
ho appena letto la sintesi del tuo programma e degli obiettivi che intendi perseguire nell’importante ruolo istituzionale conferitoti. Grandi sono le sofferenze in tema di amministrazione della Giustizia. Le grandi intelligenze e preparazioni professorali (senza nulla togliere alla profondità della cultura) spesso sono scollate dalla realtà quotidiana vissuta sulla pelle dei tanti cittadini, concreti destinatari dell’amministrazione della Giustizia e degli altrettanti avvocati che li affiancano in codesta avventura. Non ti parlo della Giustizia Civile (perchè non è il mio settore di approfondimento) salvo che per una dolentissima segnalazione. Le carenze (non solo strutturali) dei Giudici di Pace. Ad oggi non riesco a capire sulla base di quali competenze essi vengano designati! Spesso (esclusi alcuni valorosi, attenti e studiosi) sono incompetenti e troppo anziani (anagraficamente). Forse è giunta l’ora ultima per radicalizzare una riforma seria ed intelligente a proposito delle cd “competenze minori” (mica tanto in penale!) che – e non è un paradosso! – sono quelle che coinvolgono interessi spiccioli e quotidiani della gente comune. Essi sono la cartina di tornasole della sofferenza dei cittadini che accedono alla giustizia. Peggio ancora per chi “chiede” giustizia! La parola accedere è già in sè problematica: i costi sono elevatissimi, gli uffici al collasso, gli immobili al 90% inaccessibili ai disabili. Questa è una piaga diffusa a detrimento della maggior parte degli uffici giudiziari
Altro punto che investe in pieno le casse lacrimevoli dello Stato: occorre monitorare la locazione degli immobili adibiti ad uffici. Sulla base di quale valutazione/parametri di economicità sono stati stipulati i contratti?
Forse i procedimenti penali respirano meglio, ma occorre linfa giovane e preparata, ma anche umile e disposta al dialogo tra le parti processuali. Abbiamo a Catania esempi di magistrati preparati, coscienziosi, corretti e disponibili al dialogo tra le parti processuali: ai fini del rigoroso svolgimento del processo penale è indispensabile il rispetto dei ruoli e della dignità di toga di tutte le parti processuali. Qui si apre il problema della “formazione”: sia degli avvocati che dei magistrati.
Scusami per averti indebitamente trattenuto con le mie banalità: consideralo un sfogo di un avvocato di trentennale esperienza che ha visto inesorabilmente decadere le grandi scuole di pensiero e formazione ed irrompere truppe di lanzichenecchi. Buon lavoro. Un abbraccio.Carmen