Cari amici e lettori del blog,
proviamo a parlare di lavoro.
Lunedì 20 luglio alle otto di sera nel cortile della Cgil il Pd di Catania lo ha fatto.
“Morire di lavoro, vivere senza lavoro”.
Lavoro che non c’è, lavoro a rischio, lavoro che non si trova nemmeno a morire, lavoro che fa morire. Morti, troppi morti.
Persone che escono la mattina per fare campare la famiglia – nessuno dei morti sul lavoro era ricco – e non tornano più a casa.
E’ successo troppe volte, anche da noi: ricordate Mineo, Motta S. Anastasia e il lunghissimo calvario che continua? Ricordate il rogo della ThyssenKrupp a Torino?
Ci siamo commossi. Ma commuoversi non basta, mai. Bisogna difendere il lavoro, per impedire innanzi tutto che divenga il suo contrario, morte.
Perchè sia tutelata sempre la dignità del lavoratore. Bisogna difendere chi il lavoro l’ha perso o sta per perderlo e chi un lavoro lo cerca ma non ce l’ha.
L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, ricordate? Lo Stato e tutte le Istituzioni locali, dalla Regione alla Provincia al Comune, non lo dimentichino mai. Il PD serve anche a questo.
Il 20 luglio abbiamo voluto richiamare l’attenzione su questo. Lo abbiamo fatto nel cortile della CGIL (via Crociferi 40), a partire dalle ore 20,00, con Antonio Boccuzzi, operaio della ThyssenKrupp scampato al rogo e voluto dal PD capolista alla Camera in Piemonte e raccontando la storia di Carlo Marrapodi, anch’egli ex operaio ThyssenKrupp, emigrato calabrese che decide di ritornare nella sua terra, raccontata nel film di Pietro Balla e Monica Repetto “ThyssenKrupp Blues” che abbiamo proiettato subito dopo.
Ha coordinato la serata Sergio Cosentino.
Assieme a loro il segretario provinciale della CGIL Francesco Battiato, la co-regista del film Monica Repetto, la nostra deputata nazionale Marilena Samperi, la nostra deputata regionale Concetta Raia, il segretario provinciale del Pd Luca Spataro e il sottoscritto.
Un incontro voluto per parlare di sicurezza sul lavoro ma con l’attenzione rivolta soprattutto ai lavoratori delle aziende in crisi che hanno perso o rischiano di perdere il lavoro, come quelli della Cesame e della Sat, oltre che ai tanti – troppi – lavoratori che ogni giorno rischiano e purtroppo in molti casi perdono la vita.
Abbiamo sì parlato della Thyssenkrupp e delle sue vittime, ma anche dei tanti – troppi – caduti sul lavoro la cui scomparsa non è stata altrettanto amplificata dai TG nazionali.
Il nostro pensiero va alle vittime di Mineo, ed in qualche modo è a loro che abbiamo dedicato questa serata e mi sembra giusto ricordarli: Giuseppe Zaccaria, Giovanni Sofia, Giuseppe Palermo, Salvatore Pulici, Salvatore Tumino e Salvatore Smecca.
Qui è possibile guardare tre diversi momenti dell’incontro:
Ribadisco un concetto che qualcun altro ha già espresso in questo blog: è sconvolgente sentire cose del genere nel 2009. Sembrano argomenti di metà 800. Che tristezza.