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Care amiche e cari amici,

tra un anticiclone e l’altro quest’estate si fa sempre più rovente.


E non solo da un punto di vista meteorologico. La riforma del mercato del lavoro, i tagli, le revisioni della spesa ci hanno tenuto impegnati – e continuano a tenerci anche preoccupati – per tentare di imporre nulla di più se non le giuste tutele che spettano a ognuno di noi. Tutele nel mondo del lavoro, tutela del diritto alla salute, garanzie per una scuola pubblica più efficiente e per una ricerca d’eccellenza, che non debba sempre fare i conti con la scarsità delle risorse.



Per me che mi occupo di lavoro discutere la riforma del mercato del lavoro è stato un compito totalizzante. Soprattutto perché questa riforma a mio avviso conteneva alcuni elementi inaccettabili e continua ad avere alcuni punti oscuri, uno su tutti la totale mancanza di una minima attenzione al Mezzogiorno. Elementi gravi, come la cancellazione delle tutele per i licenziamenti giustificati da motivi economici, che il Partito Democratico ha duramente avversato riuscendo ad ottenere delle modifiche sostanziali importanti. E’ quello che ho affermato anche in Parlamento, in occasione del mio intervento in Aula. <br>

Tutele e garanzie, si diceva, che qualcuno si ostina a non considerare tali, arrivando persino a sbeffeggiare le sentenze della magistratura. Mi riferisco a Marchionne e alla sentenza che ha dato ragione ai 145 lavoratori di Pomigliano mai assunti dalla Fiat perché iscritti al sindacato.


Clicca per ingrandireMa tornando in Sicilia e nella nostra Catania, ultimamente sono tornato ad occuparmi di un settore che mi sta davvero a cuore, non solo perché è l’emblema della precarietà del lavoro nei nostri tempi ma anche perché è un settore in cui a pagare di più – in termini di precarietà nella vita – sono soprattutto i giovani. Mi riferisco ovviamente ai call-center, di cui Catania è la capitale. Un universo che preoccupa oggi ancor di più a causa della perversa pratica delle delocalizzazioni senza controllo in Paesi dai salari miseri e privi di tutele sindacali. Una follia che coinvolge non solo i giovani impiegati nei call-center, ma potenzialmente ognuno di noi. Proprio di questo discuteremo lunedì prossimo, 16 luglio, a Catania in occasione di “Glocal industry”, un interessante convegno organizzato dalla Cgil.

Anch’io parteciperò come relatore e ovviamente la vostra presenza è oltremodo gradita.

Vi lascio, come faccio da alcuni mesi a questa parte, con una proposta che mi fa piacere condividere per sentire (e leggere) i vostri pareri. Una proposta che ho lanciato alcuni giorni fa e che parte da una denuncia: com’è possibile che in una città come Catania non esista nemmeno un collegamento wi-fi pubblico, nonostante le (solite) promesse del sindaco Stancanelli? A me sembra un fatto assurdo e per questo, assieme ad un gruppo di ragazzi, abbiamo lanciato la proposta Bene(in)Comune wi-fi. Voi che ne pensate?

Aspetto i vostri commenti e vi ringrazio come sempre, oltre che per la lettura, per gli spunti e i suggerimenti!

Alla prossima newsletter,

Giuseppe Berretta.


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