Le quattro proposte del PD nella Giornata internazionale contro la violenza alle donne
Non basta dire che la violenza su una donna è uno dei crimini più biechi che possano esserci. Non basta scandalizzarsi – e scommetto che è capitato almeno una volta a tutti noi – nel sapere che nella cerchia dei propri conoscenti ci sono mariti che picchiano le mogli. Coppie apparentemente normali in cui la donna pur di parlare preferisce subire percosse e umiliazioni. In silenzio. E’ una realtà, schiacciata ancora una volta dal silenzio delle tantissime donne che non sanno a chi rivolgersi, che avrebbero bisogno di un appiglio per trovare la forza di denunciare, sapendo che non verranno lasciate sole. Non basta parlarne, ma è pur sempre un segnale di attenzione contro il silenzio e l’indifferenza. Un’indifferenza che appartiene anche a questo governo, pronto a tagliare il 5 per mille alle onlus – e sono tante quelle che si occupano di aiutare le donne vittime di violenza – e a ridurre drasticamente i fondi agli Enti locali. Perché per contrastare questo genere di violenza – la violenza di genere, appunto, che sia essa sessuale o psicologica – ci vogliono leggi. E ci vogliono soldi, quelli necessari ad esempio a mantenere in vita i tanti centri antiviolenza sparsi in Italia.
E invece si preferisce fare uno sforzo per destinare soldi al Cepu piuttosto che ripristinare i 400 milioni di euro del 5 per mille, ridotti a 100 milioni. Si continua a tagliare sugli Enti locali, sapendo che così i Comuni saranno i primi a ridurre i servizi per i cittadini, i servizi sociali. E non è un caso che i centri antiviolenza in tutta Italia rischino quotidianamente la chiusura.
Accade in tutte le parti d’Italia. Accade anche a Catania, dove nel 2008 l’associazione Thamaia onlus aveva iniziato un percorso che ha avuto risultati eccezionali ma che – come ha denunciato anche la Cgil etnea – rischia di interrompersi bruscamente perché le associazioni di volontariato, per continuare a vivere, hanno bisogno del supporto degli Enti locali. Supporto negato, convenzioni non più rinnovate e chiusura della casa rifugio ad indirizzo segreto per le donne vittime di violenza.
Oggi anche in Sicilia, a Catania, il Partito Democratico interviene per tornare a parlare del vuoto normativo e delle carenze economiche che rendono impossibile azioni incisive contro la violenza alle donne. Concetta Raia, nostro parlamentare regionale, assieme al Forum catanese delle donne del PD hanno denunciato come l’unico disegno di legge contro la violenza sulle donne – presentato circa un anno fa, primo firmatario Raia – sia ancora bloccato in commissione Bilancio all’Ars perché manca la copertura finanziaria. Lanciando anche proposte serissime: una petizione popolare e portare avanti il disegno di legge all’Ars, il patrocinio legale gratuito per le donne vittime di violenze, un fondo di solidarietà inserito nei bilanci della Provincia e del Comune e una campagna di sensibilizzazione che parta dalle scuole.
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