Newsletter n. 3/2009
Cari amici e, arrivati al terzo appuntamento – per chi resiste – cari lettori, parto dal fatto: la puntata di Report su Catania.
Molti hanno parlato di pugno allo stomaco. Io ho avuto una sensazione di smarrimento, se volete di mancamento: ma dov’eravamo noi, dov’era la politica, dov’era la Catania, nella quale sono cresciuto e alla quale mi onoro di appartenere, che pur sapendo che la situazione è disperata, non dispera. Che, cocciutamente, ha cercato – e continua – di cambiare le cose.
Perché è fatta di donne e uomini che continuano a indignarsi di fronte all’ingiustizia.
A costo di apparire romantici fuori dal tempo.
E proprio le ingiustizie mostrate sono quelle che mi hanno provocato maggiore dolore.
In questi ultimi anni, i deboli, i disagiati, insomma gli “ultimi” della nostra città sono scomparsi dall’agenda delle amministrazioni, siano esse comunali, provinciali o regionali, per non parlare del governo nazionale.
Questo pone con ancora più forza la domanda: ma noi dove eravamo? Non c’eravamo nel servizio perché hanno deciso di fare un ritratto atroce di Catania dove non ci poteva stare ciò che di buono era stato fatto una volta o che, faticosamente, qualcuno continua a fare: sarebbe venuto meno il ghigno.
Il servizio non lo ha detto – forse sarebbe venuta meno, la prova della irredimibilità della Città – ma il Pala San Teodoro, oscenamente vandalizzato e distrutto, era stato realizzato dall’amministrazione Bianco, utilizzando i finanziamenti delle Universiadi per dare anche a Librino un impianto sportivo degno di questo nome e fu consegnato alla successiva amministrazione Scapagnini del tutto rifinito. Così come la Sidra delle castagne e dei ciondolini d’oro, e, soprattutto, dei compensi per i consiglieri d’amministrazione e delle assunzioni “facili”, fu consegnata con un consistente attivo.
Per non parlare di bambinopoli, parchi, scuole, servizi al cittadino, cultura, attrazione di investimenti: insomma, qualità della vita e sviluppo, almeno come progetto politico e amministrativo.
Così come solo la nostra voce si è levata per dire, e, se necessario, per denunciare alla Procura, che qualcosa non convinceva nel Parcheggio Europa o nella ristrutturazione dell’ex Mulino S. Lucia, tutti sottoposti a sequestro, e, più in generale, nell’operato del Commissario per l’emergenza traffico.
Eppure non c’eravamo, anche questo è un punto. E non c’eravamo – nella città, non nel servizio che è stato e rimane un “servizio” reso alla città immemore – anche perché siamo stati distratti, divisi, confusi. O, per lo meno, così siamo stati visti da buona parte di Catania. Pressoché inutili, a guardare i risultati delle comunali.
Anche se verrebbe voglia di chiedersi qual è il criterio di utilità del catanese.
E, nel frattempo, Catania precipitava per una scelta scellerata dei Vicerè (Scapagnini, Firrarello, Stancanelli, Lombardo & co.), abbandonando velocemente non solo i sogni realistici di eccellenza – chi si ricorda dell’Etna Valley – ma, addirittura, la speranza del quieto vivere.
Saranno pure aumentati i SUV ma in materia di abbandono scolastico siamo molto più avanti in graduatoria.
E dire che proprio sulla scuola, giustamente, si era puntato, come mi diceva mio padre da assessore alla pubblica istruzione e, a maggior ragione, da assessore ai lavori pubblici.
Bisogna ripartire. E se avevamo bisogno di Report per capirlo siamo messi peggio di quanto pensassi.
In questa realtà difficile che è la Città, per cambiarla.
Se volete, estendendo il concetto, è sempre in questo Paese difficile che bisogna intervenire.
Io sono convinto che, per riprendere questo difficile lavoro, sia nato il Partito Democratico.
Per esercitare il faticoso mestiere del riformismo. Quello concreto che aiuta a cambiare un po’ la vita delle persone.
Per rifarmi ad una tradizione municipalista, quello del sindaco Giuseppe De Felice Giuffrida.
Quello che, se fa le scale antincendio, prima adegua le porte delle scuole.
Ho scritto: è nato il PD. Per fare. Altrimenti perché? Il PD nasce per cambiare il Paese.
Il PD è uno strumento messo nelle mani di chi nutre ancora questa voglia, sente questa passione, avverte questa esigenza.
Per cambiare il Paese e per cambiare, i nostri paesi, i nostri quartieri e le nostre città. Impresa ardua.
Anche il progetto del PD è un’impresa ardua. Che non vive di gruppi dirigenti e delle loro mediazioni, ma della partecipazione popolare (o per lo meno dovrebbe), della scommessa di tante donne e di tanti uomini che non hanno perso la speranza di cambiare le cose.
E, sapendo che è una cosa seria e difficile, non si accontentano della delega a qualcun altro ma vogliono viverla in prima persona, disposti addirittura, di questi tempi, a metterci la faccia, a sporcarsi le mani. Affrontando discussioni con chi non la pensa proprio allo stesso modo, sapendo, però, che solo così può nascere un’identità viva e non una semplice copertura ideologica.
Insomma, lo vogliamo costruire questo PD? A maggior ragione dalle nostre parti? Magari proprio a partire da Librino.
Come, dipenderà da chi vorrà esserci.
Il mio è un appello molto interessato. Tranquillizzo chi ha pensato ai signori delle tessere: mi riferisco ad altro, a quanto ho scritto prima.
Il mio fare politica ha senso se diventa un pensare ed un agire collettivo, proprio anche degli altri che, tanti o pochi, vogliono condividere riflessioni e umori, passioni e rabbie, illusioni e speranze, per alzarsi le maniche e fare. Semplicemente.
Se la molla all’iscrizione dovesse risultare incontenibile, cercare il circolo PD del proprio paese o la sede provinciale in Via Perugia 10.
Per ogni informazione c’è la mia segreteria.
Atti parlamentari
Interrogazione parlamentare al Ministro dell’Economia e delle Finanze: richiesta di chiarimenti in ordine ai motivi della mancata attuazione delle disposizioni legislative per consentire ai contribuenti di usufruire della detrazione del 55% per le spese di riqualificazione energetica degli edifici;
Interrogazione parlamentare al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali: richiesta di convocare un tavolo tecnico istituzionale, al fine di invitare Telecom Italia a rivedere la scelta di procedere alla chiusura di 22 sedi territoriali dei call center del «187» di Siracusa, con conseguente rischio di perdita del posto di lavoro per le centinaia di lavoratori adibiti a tale servizio.
Documenti
Lavoro – Relazione tenuta da Giuseppe Berretta al Seminario dal titolo «La riforma del processo del lavoro tra privatizzazione della giurisdizione e sterilizzazione delle tutele» – Roma, 13 marzo 2009.
Immigrazione – La Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM), attraverso i Gruppi Immigrazione e Salute (GrIS), in collaborazione con Medici Senza Frontiere, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, Osservatorio Italiano sulla Salute Globale, il 17 marzo scorso, ha organizzato una giornata di protesta e mobilitazione contro il disegno di legge sulla sicurezza (d.d.l. AS 733) in discussione in questi giorni alla Camera dei Deputati che prevede la cancellazione del divieto di segnalazione per gli immigrati senza permesso di soggiorno che si rivolgono alle strutture sanitarie per curarsi.
In caso di abrogazione dell’art. 35, comma 5, d.lgs. 286/98 (Testo Unico sull’Immigrazione), i medici potranno liberamente segnalare alle Autorità i clandestini che si recheranno nelle strutture pubbliche per curarsi. Ciò, com’ facile intuire, disincentiverà i clandestini a recarsi presso le strutture sanitarie, con la conseguenza che saremo tutti esposti al grave rischio di diffusione di malattie infettive trasmesse dagli immigrati che, pur di non essere identificati, non si faranno curare. Per questo motivo, migliaia di medici italiani hanno aderito alla campagna «Noi non segnaliamo».
La scelleratezza di queste disposizioni – presentate dalla Lega Nord – è confermata dal fatto che, in questi giorni, 101 deputati del PDL hanno chiesto al Governo di non porre la fiducia per l’approvazione del d.d.l. AS 733 (ampi servizi sono stati pubblicati su quasi tutti i quotidiani nazionali del 19 marzo 2009). Vi allego la lettera inviata dal GRiS – Sicilia all’Assessore Regionale ed agli ordini professionali competenti con cui si manifesta forte preoccupazione per l’approvazione di queste disposizioni.
Scuola – Vi allego un’interessante lettera inviata dalla Senatrice del PD Maria Bastico al Ministro Maria Stella Gelmini.
La Senatrice manifesta alcune condivisibili perplessità sui pesanti tagli del personale scolastico disposti dal Governo con la legge n. 133/2008 ed avanza alcune proposte concrete promosse dal PD in Parlamento.
Vi segnalo, in particolare, la proposta di introdurre una indennità di disoccupazione per il personale della scuola che abbia avuto un incarico di almeno 180 giorni per quest’anno; indennità pari al 60% della retribuzione per i primi dodici mesi ed al 50% nei secondi dodici mesi. Un proposta saggia che mira a combattere l’intollerabile condizione di precarietà degli insegnanti italiani.
Eventi, iniziative ed appuntamenti
Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro – Il Governo ha annunciato – ma speriamo si tratti di un falso annuncio – che, nel prossimo Consiglio dei Ministri, intenderebbe proporre modifiche al testo unico in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Ciò, naturalmente, garantirebbe meno tutele e più rischi nei cantieri e nei luoghi di lavoro in genere.
Nel frattempo, l’Inps ha anticipato tale decisione, con la circolare n. 27 del 25 febbraio 2009, frenando l’attività ispettiva e suggerendo di rivolgere l’attenzione «alle realtà economiche gestite da minoranze etniche».
Per tentare di scongiurare tale rischio, Vi invito a sottoscrivere l’appello promosso da Cesare Damiano e Art. 21 che troverete su http://www.articolo21.info .
«Ricette di legalità» – A Catania tutti abbiamo imparato a conoscere Andrea Vecchio. Molti a rispettarlo. Altri ad odiarlo.
Ma tutti per lo stesso motivo: lui che ha subito molti danni dagli estortori mafiosi, a sua volta, alla mafia il danno l’ha fatto grosso.
E di questo, della sua coerenza, della sua simpatia e – perché non dirlo – del suo coraggio, lo ringraziamo.
Andrea, di Santa Venerina da quasi 70 anni, geometra, come ama replicare a chi lo chiama ingegnere o cavaliere, imprenditore ed anche cuoco apprezzato da chi ha la fortuna di assagiarne i piatti, ha scritto recentemente un libricino del quale – quasi io fossi Fabio Fazio – consiglio la lettura: «Ricette di legalità», presentato lo scorso venerdì 20 marzo alla Libreria Tertulia.
Per farvelo gustare, mi permetto di chiudere questa newsletter con il brano dedicato a Catania ed alla sua pasta: la norma.
Rassegna stampa
Sillabario – Destra di Norberto Bobbio – La Repubblica, 24 marzo 2009;
Sanità, riforma inadeguata – La Sicilia, 18 marzo 2009;
Interrogazione di Berretta sull’autonomia della Scuola Superiore di Catania – La Sicilia, 13 marzo 2009;
Bersani dice cose di sinistra, il PD applaude – La Sicilia, 10 marzo 2009.