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Il Senato ha approvato giovedì scorso, 28 settembre, il ddl ribattezzato “salva borghi”, una legge che prevede numerose misure a sostegno dei piccoli Comuni, per la riqualificazione ed il recupero dei centri storici, per la promozione di uno sviluppo economico, sociale, ambientale e culturale sostenibile e per promuovere l’equilibrio demografico del Paese. La legge riguarda ben 5585 Comuni italiani che hanno una popolazione residente fino a 5000 abitanti. Borghi spesso molto belli e da tutelare perché fragili, caratterizzati dalla presenza in aree a dissesto idrogeologico, da arretratezza economica, spopolamento, bassa densità abitativa, disagio insediativo. La legge prevede un fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli Comuni, con una dotazione da 10 milioni di euro per il 2017 e 15 milioni di euro per ogni anno fino al 2023, il recupero e riqualificazione dei centri storici, la promozione di alberghi diffusi, misure per il contrasto dell’abbandono di immobili, acquisizione di case cantoniere e realizzazione di circuiti e itinerari turistico-culturali, sviluppo della rete a banda ultralarga e tante altre novità.
Per conoscere nel dettaglio tutte le misure vi rimando a questo approfondimento sul ddl 2541.
Contro le mafie e la corruzione adesso abbiamo uno strumento in più. E’ il Codice Antimafia, che abbiamo approvato ieri alla Camera in via definitiva. Un provvedimento fortemente voluto dal Partito Democratico e dal ministro Andrea Orlando, che ci dà nuove armi per combattere la criminalità organizzata, per gestire meglio e in maniera più trasparente i beni confiscati alle mafie, per combattere la corruzione. L’approvazione, avvenuta dopo un iter durato oltre due anni, è un atto importante per porre un argine ai fenomeni che inquinano la nostra economia, che minacciano la nostra democrazia: è “un atto di responsabilità politica importante” hanno commentato sindacati e associazioni.
Tante le misure previste dal nuovo Codice Antimafia. Misure anticorruzione, quali l’allargamento della cerchia dei possibili destinatari di misure di prevenzione: oltre a chi è indiziato per aver aiutato latitanti di associazioni a delinquere, la riforma inserisce anche chi commette reati contro la pubblica amministrazione, come peculato, corruzione (nel caso di reato associativo) anche in atti giudiziari e concussione. Il sequestro e la confisca dei beni sono resi più veloci e tempestivi e nei Tribunali dei capoluogo sede di Corte d’Appello si istituiranno sezioni o collegi specializzati per trattare in via esclusiva i procedimenti. Viene introdotto l’istituto del controllo giudiziario delle aziende in caso di pericolo concreto di infiltrazioni mafiose e una maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari, con garanzia di competenze idonee e di rotazione negli incarichi. Previste anche misure a sostegno delle aziende sequestrate, con un fondo da 10 milioni di euro l’anno e misure per aiutare la prosecuzione delle attività e la salvaguardia dei posti di lavoro. Viene infine riorganizzata l’Agenzia nazionale per i beni confiscati dotandola di un organico di 200 persone. In questo dossier tutte le modifiche al Codice delle leggi antimafia.
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Probabilmente quasi ad ognuno di noi è capitato di avere un parente, un genitore anziano, un nonno o un amico in pena per essere stato raggirato, truffato. E’ proprio per tutelare le persone anziane che ieri alla Camera abbiamo approvato in prima lettura la proposta di legge che mira a introdurre nel Codice penale il reato di frode patrimoniale a danno di soggetti vulnerabili in ragione dell’età avanzata. Se il Senato approverà la legge, dunque, si riuscirà a punire in maniera severa chi con mezzi fraudolenti induce un anziano a dare o promettere indebitamente denaro o altro: il reato verrà punito con il carcere da due a sei anni e la multa da 400 a 3.000 euro. La frode viene punita se il fatto è commesso in casa, dentro o vicino a negozi, uffici postali, banche, ospedali e case di riposo oppure se si simula un’offerta commerciale. Spetterà quindi al giudice valutare la condizione di particolare vulnerabilità in rapporto all’età. Se la frode viene commessa per telefono o via internet scatterà l’aggravante.
In questo dossier tutte le novità della legge approvata ieri.
Tutelare le istituzioni democratiche sempre, evitando quegli inaccettabili – e purtroppo frequenti – episodi di intolleranza verso i valori dialettici della democrazia. Sono le motivazioni per cui ritengo giusta l’approvazione, ieri alla Camera, della proposta di legge a prima firma di Emanuele Fiano (Pd), che introduce nel codice penale il reato di “propaganda del regime fascista e nazifascista”. Dobbiamo riconoscere infatti come siano insufficienti gli strumenti fin qui utilizzati per reprimere comportamenti antidemocratici, ideologie violente, xenofobe, razziste. Non parliamo solo di fatti simbolici, né certamente l’obiettivo della legge è quello di punire le opinioni. Ma troppo spesso purtroppo queste manifestazioni, questi episodi di apologia del fascismo si accompagnano a gesti, condotte e comportamenti violenti, intolleranti, razzisti, tipici di una cultura e di una prassi che trae origine e spunto in periodi storici che hanno procurato in Europa e in Italia dittature e guerre, leggi razziali e discriminazioni, violenze e persecuzioni. Il rifiuto del fascismo e del nazifascismo sono ormai un patrimonio consolidato del Paese ed è per questo che non possono essere consentiti o tollerati comportamenti che intacchino questo patrimonio comune di civiltà democratica, di convivenza, di libertà, che del resto sta alla base della nostra Carta Costituzionale.
In questo dossier della Camera, i dettagli della legge, che dopo l’approvazione di ieri è passata al Senato.
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