Equo compenso per gli avvocati: un passo avanti

L’approvazione in Consiglio dei Ministri di un disegno di legge sull’equo compenso per gli avvocati è un’ottima notizia: la battaglia condotta dall’associazione Dems per rivalutare il lavoro degli avvocati e rimettere al centro l’equità delle loro retribuzioni oggi segna un importante passo avanti. L’equo compenso infatti è un’esigenza reale, molto sentita da migliaia di avvocati, soprattutto giovani, che sempre più spesso sono vessati da situazioni di squilibrio nei rapporti contrattuali con i clienti e in particolare con i clienti forti. Non a caso il ministro della Giustizia Andrea Orlando, promotore del ddl, ha parlato di vero e proprio “caporalato intellettuale” e anche per questo ho presentato alla Camera due proposte di legge: una simile al ddl approvato in Cdm e una seconda relativa all’equità delle retribuzioni di tutti i lavoratori autonomi. Grazie alla sensibilità del ministro Andrea Orlando, le esigenze dei professionisti sono state finalmente ascoltate. Con Dems abbiamo fatto dell’equo compenso una campagna nazionale, abbiamo lanciato una petizione su Change.org e proseguiremo, con queste iniziative legislative, a lavorare per portare a casa un risultato importante sotto il profilo dell’equità sociale e generazionale e del rispetto della dignità dei lavoratori.

Decreto Mezzogiorno: ecco cosa prevede

Il decreto Sud diventa legge dello Stato. Ieri alla Camera abbiamo approvato un provvedimento importante, che prevede fondi e agevolazioni per le Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. In particolare, si prevede un finanziamento fino a 1.250 milioni di euro dedicati ai nuovi giovani imprenditori under 35, con la misura “Resto al Sud” e 50 milioni di euro per favorire gli imprenditori agricoli under 40.

Il decreto prevede tantissime misure a favore del Mezzogiorno, quali semplificazioni e procedure più efficienti, l’istituzione di zone economiche speciali, risorse per far fronte a situazioni di crisi con politiche di formazione e riqualificazione dei lavoratori. Alcune norme sono rivolte al contrasto della dispersione scolastica e della marginalità sociale.

In questo dossier il dettaglio di alcune delle misure più significative.

Approvato il decreto vaccini

Oggi alla Camera abbiamo convertito in legge il cosiddetto “decreto vaccini” che amplia l’elenco delle vaccinazioni obbligatorie per i minori e modifica le sanzioni in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale relativamente ai servizi educativi, alle scuole ed ai centri di formazione professionale regionale. L’intervento mediante decreto-legge si è reso necessario perché , dal 2013 ad oggi, si è registrato un progressivo e inesorabile trend in diminuzione del ricorso alle vaccinazioni, sia obbligatorie sia raccomandate, che ha determinato una copertura vaccinale al di sotto del 95 per cento, soglia raccomandata dall’OMS per la cosiddetta “immunità di gregge”, per proteggere, cioè, indirettamente anche coloro che, per motivi di salute, non possono vaccinarsi. Un intervento necessario, dunque, per tutelare la salute di tutti e prevenire possibili, pericolose epidemie.

In questo dossier tutti i dettagli sul provvedimento.

Stop ai vitalizi: approvata alla Camera la legge del Pd

Un consenso ampio per una legge più che giusta, che abolisce i vitalizi anche per gli ex parlamentari ed equipara il trattamento pensionistico di deputati e dei senatori a quello dei dipendenti pubblici. Ieri alla Camera abbiamo approvato la proposta di legge Richetti (Pd) con 348 voti a favore, 17 contrari e 28 astenuti. La legge, che ora passa al Senato, consentirà notevoli risparmi e soprattutto introdurrà anche per gli ex parlamentari il criterio di calcolo pensionistico applicato per tutti i lavoratori. Verrà infatti ricalcolato con un criterio totalmente contributivo anche l’importo delle pensioni attualmente erogate agli ex parlamentari. La riforma del 2012 ha già abolito i vitalizi e dunque i trattamenti pensionistici per i parlamentari in carica dall’attuale legislatura sono già calcolati con il contributivo, ma appena entrerà in vigore la legge Richetti tutti i parlamentari (passati, attuali e futuri) percepiranno pensioni calcolate secondo i principi legge Fornero.
Questo comporta, per chi sarà parlamentare dalla prossima legislatura, un innalzamento dei requisiti anagrafici richiesti per l’accesso al sistema pensionistico, che saranno identici a tutti gli altri dipendenti pubblici.

Qui, nel dossier del gruppo Deputati Pd, trovate tutte le novità.