Ieri abbiamo presentato alla Camera dei Deputati la mozione sulla tragica situazione delle carceri italiani e sull’ancor più tragica condizione di vita dei detenuti. Chi mi legge sa quanto mi stia a cuore il rispetto dei diritti dei detenuti: secondo la migliore tradizione radicale, alcune feste comandate dell’anno quali Ferragosto o l’Immacolata, da quando sono deputato, le passo a visitare le nostre carceri. E, purtroppo, la visita è sempre più angosciante: che c’entra la privazione della dignità con la pena il cui fine principale è – non dimentichiamolo mai – il recupero sociale? E quando lo stato democratico occidentale arriva addirittura alla negazione più radicale della dignità umana, ossia fa ricorso alla tortura? L’occasione di parlarne ce la dà l’ottimo libro di Paolo Garofalo intitolato: “Diritti umani e tortura – Potenza e prepotenza dello stato democratico” che sarà presentato il prossimo venerdì 15 gennaio alle ore 17,00 nel Refettorio piccolo delle Biblioteche Riunite Civica e Ursino Recupero nel complesso del Monastero dei Benedettini. Con l’autore, esperto in comunicazione che ha al proprio attivo altre pubblicazioni fra le quali I Diritti dell’Uomo per l’Intergruppo Federalista dell’Assemblea Regionale Siciliana e il vademecum L’Ora d’aria per il Garante dei detenuti in Sicilia, ne parleremo io, Salvo Fleres, Senatore della Repubblica, Garante per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti in Sicilia e Coordinatore nazionale dei garanti dei diritti dei detenuti e il dott. Giovanni Rizza, Direttore dell’Istituto penitenziario di Bicocca, coordinati dalla giornalista Assia La Rosa.
Chiunque può facilmente immaginare quanti temi mi separino da Salvo Fleres, influente esponente siciliano di Forza Italia e oggi del PDL ma, evidentemente, sulle cose serie, sulle cose che stanno a cuore non solo a LUI, ci si può ragionevolmente trovare assieme e lavorare di comune accordo. Seguendo la vecchia tradizione liberale, garantista e solidale. Se volete, chiamateme pure “buonista”. La parte dei Cattivik di paese la lascio volentieri ad altri. Se poi il paese è Rosarno…
Di seguito una breve introduzione al libro tratta dalle note di copertina:
“Un viaggio che porta nel cuore di uno degli argomenti più inquietanti che il genere umano abbia mai concepito: la tortura, letta attraverso un percorso storico e sociologico che interroga costantemente il lettore sull’inutilità di essa e sul perchè l’umanità ne ha fatto sempre uso, in ogni epoca e in ogni parte del mondo. Agli inizi del XXI secolo, la tortura è un’arte ancora praticata anche nel “civilissimo” Occidente, statunitense ed europeo, e anche nel Belpaese, nascosta alle telecamere e alla vista dei cittadini.
E’ sufficiente la paura del terrorismo, del “diverso”, a giustificare l’accanimento con il quale alcuni funzionari dello Stato si dedicano all’uso della tortura? E’ stata tortura a Bolzaneto contro i giovani oppositori del G8 di Genova? Si pratica tortura nelle carceri italiane? E ancora, che cosa impedisce al Parlamento italiano di approvare un disegno di legge che introduca il reato di tortura in Italia? E’ sufficiente affidarsi al diritto internazionale per sopperire a tale limite normativo?”
Ormai la Cina è il miglior alleato dell’America, non lo avete capito? A Pechino si possono fare le peggiori porcherie e nessuno dice nulla.
Eppure il civilissimo mondo occidentale fa affari d’oro con stati, come Cina o Iran, dove la tortura è la norma. Occorrerebbe riflettere anche su questo. Ma da italiani è ovvio che deve maggiormente interessarci la dignità dell’esistere dentro il nostro sistema carcerario.
Carlo Lo Re, un comunista d’ordine… Gli son sempre piaciuti gli ircocervi, del resto.
Ormai davvero il modello mentale della Lega Nord ha prevalso, viene da dire leggendo certi commenti.
Ma cose da pazzi! Ma secondo te un partito dovrebbe solo inseguire le tendenze forcaiole che la destra ha artatamente creato e fatto maturare per anni? Ammesso e non concesso quello che dici, cosa di cui dubito, un partito ha il diritto/dovere di portare avanti campagne ideali. Non si può fare tutto solo ed esclusivamente per prendere voti, calcolando al millesimo ogni mossa.
Quella sulla dignità dei carcerati è una battaglia di civiltà che da democratico porterò sempre avanti. Anche se ciò comportasse un monocolore del Pdl per i prossimi 50 anni.
Ancora con ‘sta storia del recupero sociale come fine della pena? Mio caro Giuseppe, personalmente, te lo dico da tempo, non ci credo e non ci crederò mai … In più, da osservatore esterno che di politica e flussi elettorali qualche cosa capisce, ritengo per il Pd una botta sui denti (autoinflitta x d+) ogni volta che portate avanti il discorso dei diritti dei detenuti …
La gente in Italia (direi in tutto l’Occidente, ma non mi allargo, va) non ne vuol sentire parlare … E quando voi ne parlate perdete voti … Semplice!
L’insicurezza oggi in Italia è assoluta … Di fronte alle notizie di cronaca che si sentono (non tanto e non solo xké la stampa e la tv ci bombardano, ma in primis xké le cose accadono sul serio, sia chiaro …) nessuno di noi ragiona con serenità … E, francamente, credo che delle condizioni di vita dei detenuti freghi molto poco al 99.9% degli elettori italiani …
Vedremo che faranno quelli al governo (di qualunque colore) quando cominceranno le rivolte stile Brasile anche da noi.
Certo che davvero ormai la condizione delle carceri italiane è simile ad uno strumento di tortura. C’è da vergognarsi e basta.
Bhè, c’è anche da tentare di fare qualcosa. Perché davvero il sistema carcerario prima o poi scoppierà.