Dal sito www.bersanisegretario.it, una sintesi della mozione di Pierluigi Bersani.
IDEE PER IL PD E PER L’ITALIA
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Il Partito Democratico è la più grande intuizione degli ultimi venti anni ma ciò che abbiamo realizzato finora è al di sotto del progetto che intendevamo perseguire. Perché il Pd ha deluso le aspettative che aveva suscitato, perdendo voti, invece di allargare i consensi? Perché la vocazione maggioritaria si è ridotta alla scorciatoia del nuovismo politico, mentre avrebbe richiesto un paziente lavoro di radicamento nella società; perché si è preferita spesso la suggestione mediatica alla definizione di una riconoscibile identità politica; perché, dopo aver invocato la partecipazione popolare alle Primarie non si è riusciti a costruire un’organizzazione plurale e aperta. I nostri problemi non sono venuti dal tradimento di un’ispirazione originaria ma dal non aver collocato il progetto su basi solide.
IL NUOVO MONDO
Il vecchio mondo non c’è più e il nuovo non ha ancora un volto. E’ il momento di rimettere mano ad accordi globali sulla regolazione della finanza chiamando al tavolo i paesi emergenti, di porre sotto controllo la speculazione sulle materie prime, di tendere una mano alle nazioni più povere. Sono questi i compiti che spettano alla grande politica, quella che sa indicare un orizzonte.
Democratici del XXI secolo
La crisi dimostra che senza regole né controlli non esiste vero sviluppo. La speculazione ha vinto sulla produzione. La globalizzazione ha inciso sulla vita di ciascuno di noi, offrendo straordinarie opportunità ma ci ha portato anche le paure sotto casa. Per questo abbiamo chiamato “democratico” il nostro partito. Perché si misura con i problemi fondamentali della democrazia del nostro tempo.
L’Europa e i riformisti
La crisi restituisce attualità alle idee di fondo del riformismo: non c’è crescita senza qualità sociale e giusta redistribuzione delle risorse. Le forze progressiste del continente devono iscrivere all’ordine del giorno il rilancio dell’unità politica europea. L’Alleanza dei democratici e dei socialisti nel Parlamento europeo non è solo un felice approdo, ma un punto di partenza e un orizzonte per una ricerca comune.
In Europa per l’Italia
L’Unione Europea è la forma più avanzata di governo multilaterale e democratico della globalizzazione. Serve una ripresa coraggiosa della politica comune per il governo dei flussi immigratori, per la soluzione dei conflitti mediorientali, per la riduzione dell’inquinamento; per la ricerca e le tecnologie. L’Italia a sua volta ha bisogno dell’Europa.
UN PAESE CHE MERITA DI PIU’
In assenza di profonde riforme è a rischio la coesione del Paese.
Lavoro e cittadinanza
La prima, fondamentale frattura nasce dall’indebolimento del lavoro. Le conseguenze si sono sentite sui redditi dei lavoratori dipendenti, rimasti bloccati in termini reali, sulle donne trattate spesso come anello debole, e sui giovani che hanno subito una precarizzazione senza diritti. Se il lavoro perde dignità, anche la democrazia si indebolisce.
Ci sono natura, storia e conoscenza nella crescita italiana
Curare l’ambiente in cui viviamo richiede un cambiamento di comportamenti, di priorità e di convenienze. Tutto ciò è anche occasione per nuovi investimenti e crescita economica. E’ una sfida impegnativa, resa ancora più urgente dalla crisi climatica. L’Italia può diventare un Paese all’avanguardia nell’utilizzo delle fonti rinnovabili e per il risparmio energetico.
Fare le riforme
Lavoratori e professionisti, giovani e donne, innovatori e produttori, al Pd non chiedono urla e proteste, ma una proposta praticabile per il governo del Paese. Sono ceti popolari che soffrono a causa di bisogni primari insoddisfatti e classi medie che avvertono il rischio di impoverimento. Bisogna suscitare un progetto, un orizzonte di cambiamento.
Abbiamo fiducia nel nostro Paese
Le virtù dell’Italia sono tante, il difetto uno solo, da tanto tempo: non vince ancora la voglia di futuro. Girare il Paese verso il futuro vuol dire puntare sulla nuova generazione che è in movimento.Ai giovani è chiesto di raccogliere il testimone delle radici del movimento democratico: prendere le parti ed il punto di vista di chi lavora e produce, di chi è più debole e subordinato per costruire una società migliore per tutti.
DA DOVE RIPARTIRE
Ridurre le diseguaglianze, liberare il merito
Riformare il welfare vuol dire superare il dualismo del mercato del lavoro; sostenere le famiglie e i loro redditi; introdurre un reddito minimo di inserimento; estendere la qualità del sistema sanitario e renderlo sostenibile; aiutare i non autosufficienti. Sono politiche sostenibili con un nuovo patto di fedeltà fiscale.
L’Italia ha bisogno di una nuova stagione di liberalizzazioni. Agli imprenditori il lPd deve proporre le riforme necessarie per competere. Scuola, università e ricerca sono la prima fonte di energia per il Paese.
Riformare lo Stato per mantenere unita l’Italia
Al Sud gli investimenti devono essere garantiti, non rubati, né rapinati né dispersi. Il Sud potrà svilupparsi davvero soltanto se messo in condizione di farlo con le proprie forze.Riformare lo Stato quindi, è l’unica via per mantenere unita l’Italia. Il federalismo responsabile e solidale è la rotta da seguire per avvicinare le istituzioni ai cittadini. Le sfide per l’immediato futuro si chiamano federalismo fiscale, riforma delle autonomie locali, trasformazione del Senato in Camera delle Regioni e delle Autonomie.
Legalità è democrazia
Il centrodestra agita il problema della sicurezza, ma aggrava ogni giorno la crisi di legalità. Noi crediamo che la legge debba essere uguale per tutti. La domanda di sicurezza va presa sul serio. Vogliamo progettare la sicurezza mettendo insieme forze di polizia, magistratura, enti territoriali, polizie locali, associazionismo civile e servizi alla persona. La destra preferisce insultare la pubblica amministrazione, senza riformarla. Una riforma sana e virtuosa dell’amministrazione comincia dall’alto, con il buon esempio della politica.
Laicità e valori condivisi per un’Italia più civile
Il principio di laicità è la nostra bussola, si nutre di rispetto reciproco e di neutralità – che non significa indifferenza ‐ della Repubblica di fronte alle diverse convinzioni ideali, filosofiche, morali e religiose. In questo spirito i democratici hanno formulato proposte di legge sulle convivenze civili, sul testamento biologico e sulla libertà religiosa, che vanno rilanciate senza tentennamenti in Parlamento e nel Paese.
Dialogo e accoglienza sono anche i principi che si devono seguire per l’integrazione degli immigrati. I flussi di ingresso devono corrispondere al fabbisogno occupazionale e rendere sostenibile l’inclusione dei nuovi cittadini.
Da soli si può fare poco
Il progetto che ci ispira non è compiuto: non è esaurita la questione dell’incontro tra culture ed esperienze politiche progressiste ancora oggi divise.
C’è un vasto campo di forze di sinistra, riformiste, laiche e ambientaliste che ha cominciato a unificarsi e alle quali è giusto guardare con attenzione. La vocazione maggioritaria non significa rifiutare le alleanze, ma, al contrario, renderle possibili sulla base di chiari vincoli programmatici. Non consiste nell’autosufficienza, ma nell’impegno ad elaborare un progetto di governo che convinca il Paese. Non possiamo più confondere il bipolarismo con il bipartitismo. Il primo banco di prova verrà dalle elezioni regionali del 2010. Sarà necessario sperimentare su basi programmatiche larghi schieramenti di centrosinistra, alleanze democratiche di progresso alternative alla destra.
Sul piano istituzionale scegliamo un modello parlamentare rafforzato in alternativa a formule più o meno mascherate di presidenzialismo, una legge elettorale chiara che renda l’elettore determinante nella scelta degli eletti e del governo. E intendiamo anche risolvere il problema del conflitto di interessi che in tutti questi anni è andato aggravandosi.
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NOI, I DEMOCRATICI
L’identità plurale dei Democratici nasce dalla sintesi delle culture fondative dell’Ulivo.
Noi siamo:
Un partito popolare perché ci rivolgiamo ad un vasto arco sociale e perché decidiamo di essere presenti vicino alla vita reale delle persone.
Un partito riformista perché crediamo che l’uomo possa cambiare le cose e migliorarle. Per questo stiamo con i progressisti ovunque nel mondo e partecipiamo da protagonisti all’Alleanza fra socialisti e democratici nel Parlamento europeo.
Un partito dell’uguaglianza secondo l’ispirazione del cattolicesimo democratico e della sinistra democratica e liberale. Crediamo in un mercato aperto e regolato, al quale però non vogliamo affidare il controllo di beni essenziali come salute, istruzione e sicurezza.
Il partito delle donne e degli uomini perché crediamo che la differenza di genere sia una risorsa per la democrazia e lo sviluppo umano.
Un partito laico perché rispettiamo le fedi e le convinzioni morali di ciascuno, tenendo distinte le convinzioni religiose, filosofiche e morali dalle leggi che regolano i comportamenti di tutti.
Il partito dei lavori e dei ceti produttivi. Vogliamo tornare nei luoghi in cui si produce, ascoltare chi intraprende e chi rischia in proprio.
Il partito dei diritti civili perché crediamo nella dignità, nell’autonomia, nella libertà, nell’uguaglianza di tutte le persone; siamo contrari ad ogni forma di discriminazione e contrari ad uno Stato che tenda a sostituirsi alla libertà e alla responsabilità dell’individuo.
Un partito ambientalista perché siamo consapevoli che la Terra è una sola. Sviluppo e ambiente non sono fra loro alternativi: al contrario, l’ambiente è una risorsa essenziale per la crescita sostenibile, l’innovazione e nuovi modelli di consumo.
Il partito dei territori e della sussidiarietà. Per noi non c’è un centro che decide e una periferia che obbedisce, ma un equilibrio virtuoso tra i diversi livelli decisionali, sia per quanto attiene alle istituzioni che per il Partito.
Il partito dei giovani perché scommettiamo sul futuro del nostro Paese stando dalla parte di chi bussa alla porta e non di chi la tiene chiusa.
Il partito della conoscenza e dei saperi perché abbiamo fiducia nell’ingegno umano, crediamo che senza sapere non ci sia libertà, consideriamo prezioso il riconoscimento dei meriti dei giovani ricercatori.
Il partito dei cittadini e del nuovo civismo perché crediamo nella libertà dell’individuo e nelle risorse di una comunità solidale. Ciò trae forza da antiche radici di emancipazione e di riscatto che furono premessa delle grandi forze popolari del secolo scorso.
NOI, IL PARTITO DEMOCRATICO
Che cos’è un partito?
1. E’ uno strumento di partecipazione, di formazione civile, di impegno individuale e collettivo, di mediazione virtuosa tra società e istituzioni, di proposta e di indirizzo, di selezione democratica della classe dirigente.
2. E’ una comunità di donne e di uomini che vive di rispetto, amicizia, pari dignità e lealtà reciproci. Le iniziative popolari e le feste sono parte essenziale dell’attività di partito, così come la promozione di strumenti nuovi di comunicazione e socializzazione. La Rete non sostituisce, ma amplia le possibilità di comunicazione e di relazione.
3. Un partito si organizza in circoli in ogni comune o quartiere, nei luoghi di lavoro e di studio, nelle comunità all’estero. Si apre alle energie più fresche della società tramite una forte organizzazione giovanile. Coltiva, nella reciproca autonomia, rapporti con tutte le organizzazioni sociali, del lavoro, dell’impresa, dei consumatori, del volontariato.
Cosa significa democratico?
Il Partito democratico è un partito di iscritti e di elettori che persegue la parità di genere nelle responsabilità politiche e si organizza su base federale. La sovranità appartiene agli iscritti, che la condividono con gli elettori nelle occasioni regolate dallo Statuto. Il Pd coinvolge gli elettori, attraverso le primarie, per selezionare le candidature alle cariche elettive con particolare riferimento alle elezioni in cui non sia presente il voto di preferenza.
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in materia di organizzazione, è pressochè obbligatorio stabilire con una certa esattezza obiettivi misurabili: come sarebbe bello se …
Rimane da chiedersi se si tratti di disinteresse nei confronti di Franceschini o in blocco di tutto il Pd. Non sarebbe certo buono per il partito.
A proposito di Franceschini sparito dalla circolazione su tv e giornali, oggi sarà a Catania e “La Sicilia” non ha scritto un rigo che sia uno. Pessimo segnale un simile disinteresse del principale quotidiano cittadino.
Io credo che tutto ruoti sempre attorno allo strapotere mediatico di Berlusconi. Finché c’è questo, i nostri sono solo sogni di gloria.
Ma non è che bisogna aspettare la prima sconfitta. Il Pdl è già oggi decotto. Se tutti o quasi i media non fossero nelle mani di un unico proprietario il tracollo sarebbe evidentissimo!
Grandi aspettative di vita, eh?!?
Comunque, battute a parte, il nocciolo della questione è proprio qui, alla prima sconfitta andranno in tilt. Poco, ma sicuro.
Finora. Voglio proprio vedere che cosa accadrà nel Pdl, che cosa sarà di questa corazzata alla prima sconfitta elettorale.
La differenza però è che loro hanno il collante della vittoria. Elemento di grande forza.
Comunque non è che a identità oggi nel Pdl siano messi meglio di noi. Il caos è grande. Forse più che nel Pd.
Tipo “chi siamo”, “dove andiamo” … Passano i secoli ma Leopardi rimane centrale per gli italiani … : )))
Ritorna e ritornerà sempre, se non si risolverà con chiarezza una volta per tutte, il problema dell’identità. E’ su questo che occorre puntare.
Avete notato che già Rutelli sta mettendo le mani avanti? Con Bersani segretario non è escluso che si risolvano un po’ di contraddizioni ed i cattolici meno propensi al dialogo con i laici vadano altrove. Lo spero proprio.
Franceschini ieri qualcosa ha detto, ma mi sembra demotivato. E’ un uomo intelligente, avrà capito l’aria che tira ormai.
Vincerà a mani basse, ormai è chiaro. Ma degli altri “avversari” si sente parlare pochissimo. Si sono già arresi? Marino, poi, davvero non aveva nessun motivo per candidarsi. Dopo il congresso è ovvia che bisognerà mettere un minimo mano al discorso identità del partito.
Concordo, un ottimo programma.
Molto convincente. Davvero molto convincente.