Davanti la Wyeth Lederle, colosso della Zona industriale di Catania. Ad Aci Sant’Antonio, dietro i cancelli della Sat, un tempo azienda modello della metalmeccanica ora in smantellamento. All’ingresso della Ratio Consulta, il call center di Motta Sant’Anastasia che improvvisamente ha deciso di chiudere i battenti mettendo alla porta ottanta lavoratori. La crisi industriale e produttiva si sta mostrando in tutta la sua forza nella provincia etnea, dove centinaia di lavoratori protestano da giorni. Rischiano di perdere il posto o restano appesi alla speranza del rinnovo degli ammortizzatori sociali, come accade ai 160 dipendenti della Sat. O semplicemente temono per il proprio futuro, un futuro sempre più incerto. Questa mattina, assieme al segretario regionale Giuseppe Lupo, al segretario provinciale Luca Spataro e ai deputati nazionali e regionali del Pd ho incontrato alcuni di questi lavoratori.
Assieme, abbiamo cercato di ascoltarli, dare loro voce con la nostra presenza simbolica. Assieme, abbiamo spiegato cosa il Pd sta facendo – a livello regionale e nazionale – per ovviare alle pesanti carenze di un centrodestra inadeguato, che forse non ha ben capito la portata di questa crisi. La pesante crisi che sta imperversando in tutta la Sicilia, a Palermo come a Catania, va affrontata in maniera seria, certo non solo a parole. Al contrario, finora il Governo nazionale e quello regionale stanno dimostrando tutta la loro inadeguatezza, soprattutto nella nostra Sicilia, sempre meno al centro dell’attenzione.
Ma è proprio qui, tra le nostre aziende e per i nostri lavoratori, che occorrerebbe uno scatto, che servirebbero misure straordinarie per sostenere l’occupazione e incentivare le imprese. I dati recentemente diffusi sull’utilizzo della cassa integrazione nell’ultimo anno, con oltre 5 milioni di ore di cassa erogata, devono indurre ad implementare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali: servono misure serie per affrontare la crisi e per rendere la Sicilia più competitiva. Proprio per questo è importante il disegno di legge sul credito d’imposta per l’occupazione recentemente presentato dal Pd siciliano, un provvedimento strategico per affrontare questo momento di crisi.
Servono misure serie, servono provvedimenti come quello delle Zone franche urbane che rappresentano a livello locale un volano per l’economia. Ma anche queste, come sappiamo, rischiano di essere pesantemente depotenziate dal decreto “milleproroghe” approvato dal Governo nazionale: non più sgravi per i prossimi cinque anni nelle Zfu come Librino, ma solo il taglio dell’Ici. Le Zfu, soprattutto quella che era stata prevista per un quartiere degradato ma potenzialmente interessante come Librino, devono rimanere un pezzo importante delle politiche per il Mezzogiorno e ci batteremo ad ogni livello per evitare che vengano cancellate. Per questo abbiamo già predisposto, a livello regionale, un disegno di legge perché anche la Sicilia può e deve fare di più, istituendo Zone franche urbane regionali.
Intanto io non parlavo di liberismo, ma di ultraliberisti. In ogni caso sono più radicale: sì, credo alla malvagità in sé di una ideologica che propugna come scopo della vita la ricchezza individuale e la gestione parossisticamente privata dei mezzi di produzione e dei servizi. Servizi tipo la distribuzione di un BENE ASSOLUTO come l’ACQUA! Mi sbaglio così tanto?
Io personalmente credo più che altro alla letale pericolosità dell’egoismo che il liberismo coccola e vezzeggia. E credo, con Hobbes, che l’uomo sia fondamentalmente cattivo. E come tale propenso a fare il male più che il bene. Ergo, il liberismo mi pare uno strumento che può agevolare l’uomo in questa sua propensione maligna. Tutto qua.
Ma non buttiamola sull’ontologico, per favore. Davvero a sinistra c’è ancora qualcuno che crede alla “malvagità” del liberismo?
Sarà l’intrinseca malvagità degli ultraliberisti. : )
Però chi ancora il lavoro ce l’ha vedo che fatica a capire la tragedia di chi lo ha perso. Per non parlare, come spesso accade in Sicilia, di chi semplicemente non lo ha mai avuto.
A poco a poco mi sa che nessuno avrà più la pancia piena in Italia. Non credano di stare sereni a vita anche quelli che hanno il classico lavoro sicuro ultrablindato. Di sicuro ultrablindato oggi non c’è più nulla.
Riorganizzazione della produzione. E della vita della gente. Tutto qua. Ma per piacere, facile parlare con la pancia piena.
Ma sono semplicemente modelli di riorganizzazione della produzione, non si può vedere dietro tutto un disegno perverso e liberticida.
Sono anni ed anni, almeno una 15na, che dico e scrivo che il progetto dell’ultraliberismo imperante nel mondo è semplicemente quello di reintrodurre la schiavitù … Null’altro … Esagero? Mah … A vedere l’Italia oggi, e segnatamente il Sud, mica tanto mi pare …
Vogliono semplicemente uno scenario argentino. Questo è il progetto del premier, trascinarci in una situazione in cui i richi diverranno oscenamente sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, disperati e ricattabili.
Un inferno, semplice. Il sud Italia sta diventando una vera e propria terra di nessuno. Bassa fare una passeggiata in giro nelle principali città per capirlo.
Certo, se già al nord la crisi si sente, immagino che cosa debba essere dove il lavoro è sempre mancato.