ERAVAMO davvero in tanti, stamattina, al centro “Zo” dove il PD della Provincia catanese ha tenuto la prima Conferenza Provinciale sul Lavoro. Nel comunicato stampa che segue, si riassume una giornata intensa di viva e attenta partecipazione da parte di chi vuole che le cose cambino, e che cambino per andare – finalmente – nel verso giusto.
“Iniziare una fase di ascolto della città per costruire, a partire da oggi, il nuovo programma di governo per Catania. Vogliamo farlo a partire dalle giovani generazioni, dalle donne, da tutti quei catanesi operosi che si danno da fare e che subiscono la mancanza di politiche di sviluppo degli ultimi dieci anni di governo di centrodestra e l’assenza delle Istituzioni locali. Vogliamo mettere alla prova queste nuove generazioni, ripartire dalle potenzialità mortificate negli ultimi anni di una città che è prioritariamente una città universitaria, aperta al mare, una città del commercio e delle innovazioni. Per questo elaboreremo, a partire da oggi, una proposta partecipata per Catania 2013, che culminerà in un grande momento di confronto aperto, di elezioni primarie per la scelta del candidato alla carica di sindaco di Catania e di presidente della Provincia”.
Con queste parole il parlamentare catanese del Partito Democratico, Giuseppe Berretta, ha chiuso oggi la prima Conferenza provinciale sul lavoro organizzata dal Pd etneo. Un confronto aperto e vivace, quello svoltosi a Catania al centro ZO, in cui il tema centrale “Giovani, donne, Mezzogiorno e nuovo welfare” è stato approfondito dando voce ai giovani e alle donne di questa città. L’iniziativa, la prima del genere in Sicilia, è propedeutica alla conferenza nazionale sul Lavoro organizzata dal Pd che si svolgerà a Genova il 17 e 18 giugno e in cui verranno accolti anche gli input emersi questa mattina.
Chiaro il segnale lanciato da Catania, dove il Pd vuole avviare una nuova fase “dopo gli ultimi dieci anni che sono stati come uno tsunami per il nostro territorio” ha sottolineato Berretta: “Lo dicono tutti gli indicatori sulla disoccupazione giovanile e femminile, sulle imprese in sofferenza, quasi 13 mila solo nella nostra provincia, sul saldo negativo tra nuovi assunti e licenziati – ha proseguito il parlamentare Pd – Il fallimento delle politiche di centrodestra ormai è chiaro, questo periodo va archiviato per ripartire dai catanesi operosi che subiscono l’incapacità delle istituzioni locali. A loro vogliamo rivolgerci per ripartire da ciò che abbiamo: le nostre scuole, la nostra Università, le nostre grandi imprese. C’è bisogno di scelte radicali e per questo chiederemo il contributo di tutti cominciando da alcune proposte per una città che punti sull’ambiente, su trasporti pubblici efficienti, sulle energie alternative, su scuole ed edifici pubblici antisismici, una città in cui il wi-fi sia libero e gratuito per tutti, a cominciare dai quartieri periferici”. Una proposta di sviluppo, quella del Pd per Catania, basata prioritariamente “sul lavoro e sulla necessità di creare opportunità per le giovani generazioni” ha sottolineato il segretario provinciale del Pd, Luca Spataro.
Nella giornata di oggi – moderata dalla giornalista Elisa Catanzaro – si è parlato di lavoro declinato nelle sue tantissime forme. Un’analisi contenuta nella piattaforma nazionale del partito, “in cui si parla di diritto unico del lavoro” ha spiegato Tania Spitaleri, responsabile Lavoro del Pd provinciale: “E’ necessario garantire diritti universali, tutele per tutti a prescindere dalle forme contrattuali che spesso implicano l’assenza di garanzie: vuol dire assicurare alle donne il diritto alla maternità, vuol dire garantire un lavoro dignitoso ai giovani, assicurare un collegamento tra mondo della formazione e mondo delle imprese”.
Una priorità che, in chiave catanese, è stata declinata in un primo momento di ascolto, stamane, in cui a parlare sono stati giovani imprenditori, giovani avvocati e commercialisti, giovani donne, immigrati di seconda generazione, lavoratori precari, ragazzi e ragazze “che hanno bisogno di essere ascoltati, per far partire anche a Catania un moto di ribellione unendo tutte forze sane e produttive di questa città” ha sottolineato la parlamentare regionale Concetta Raia, presente all’incontro assieme (tra gli altri) ai deputati siciliani Giovanni Barbagallo e Nino Di Guardo e alla capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro.
A raccontare le loro esperienze e fornire proposte al partito per far ripartire Catania e le sue tante categorie sono stati Andrea Miccichè (precario dell’Università), Sebastiano Impallomeni (giovane commercialista), Daniele Sorelli (segretario provinciale dei Giovani Democratici), Dario Montana dell’associazione “Libera” e commissario dell’Asi di Catania, Elvira Ricotta Adamo (che ha raccontato le difficoltà degli immigrati di seconda generazione), Alexander Beraki (ex lavoratore del call center Ratio Consulta, in cassintegrazione), il presidente dei Giovani industriali siciliani Silvio Ontario, Matteo Flamigni (studente-lavoratore), Sergio Cosentino (giovane avvocato), Concetta La Rosa (Cgil Caltagirone), Giancarlo Mattone (precario della formazione) e Cristian Giansiracusa, giovane delle Lega delle Cooperative.
Durante la mattinata, infine, i segretari del Pd provinciale e cittadino Luca Spataro e Saro Condorelli hanno avviato una raccolta fondi per Addiopizzo. Obiettivo: acquistare una telecamera dopo i recenti casi di vandalismo ai danni dei murales antimafia realizzati dall’associazione.
Catania, 28 maggio 2011
Tanti giovani, tante idee, tanto entusiasmo. Una nuova primavera catanese?
Sì è la strada giusta. L’elettorato siciliano, in larga parte, è tradizionalmente scettico nei confronti della politica ed individualista nel ricercare soluzioni personali ai problemi comuni, per questo l’approccio politico della destra (dalle buste della spesa al clientelismo) ha sempre avuto buon gioco. Le cose però sono in movimento, le dimensioni del disagio economico e sociale ha raggiunto livelli tali che cresce ed è in fermento anche qui da noi l’esigenza di una buona Politica.
Cominciare dall’ascolto è un ottimo inizio e non dubito che nel PD vi siano i talenti necessari per giungere ad una efficace sintesi politica.
Spero solo che il mio partito trovi il coraggio di presentarsi alle prossime elezioni rinunciando ad un basso profilo, ad un programma di compromesso per massimizzare le alleanze possibili con altri partiti limitrofi.
E’ l’ora, infatti, di mettersi alla guida di queste istanze di cambiamento e di riscatto con proposte incisive e profonde o sarà un’ennesima occasione mancata per il nostro Paese.
Caro Giuseppe, grazie intanto per l’invito a partecipare alla convention di ieri, che interpreto come implicito coinvolgimento al vostro progetto di rinnovamento .
Ho colto vari spunti di riflessione attraverso gli interventi che si sono succeduti.Ho apprezzato un parterre costituito prevalentemente da giovani, talmente giovani che io, che ho da poco passato i 40, mi sono sentito appena appena datato.
Giovani validi,preparati e con le idee chiare, costretti a sfruttare l’ammortizzatore sociale della famiglia ed a combattere per non soccombere alla omologazione verso il basso tanto cara ai capi legati a qualsiasi poltrona di qualsiasi forma di potere.
Sono d’accordo d’altra parte con i soloni del vostro partito per quanto attiene la necessita’ di operare prima una rivoluzione culturale e rieducativa della gente (Barbagallo) e che non si canta messa se non si riparte da una riforma seria del mondo del lavoro (Finocchiaro), imperniata sul rispetto della dignita’ del lavoratore , passando per l’istruzione e la legalita’, e cio’ perche’ , ed in questo sono piu’ drastico di quanto scritto nel documento di anticipazione della conferenza di giugno a Genova da voi distribuito, il lavoro e’ assolutamente totalizzante.Un po’ come dire il pane e’ pane, tutto il resto e’ companatico.
Ben venga quindi il vento di primavera che possa cambiare questo clima sociale insostenibile anche dall’angolo visuale della mia realta’ lavorativa, piena di sprechi per accontentare pochi e di tagli indiscriminati a scapito di tanti.
Spero che il punto di arrivo sia una societa’ dove ognuno abbia la possibilita’ di esprimere le proprie capacita’ da mettere a servizio di tutti, in altre parole un individuo, che senza perdere la propria identita’ sia integrato nella comunita’.Adesso e’ il caso di dirti buon…lavoro. A presto.
complimenti
Lo sappiamo bene, che è un percorso lungo e pieno di ostacoli. Ed è per questo che stiamo moltiplicando i nostri sforzi per arrivare a quel cambiamento – in cui speri anche tu – e che vediamo sempre più vicino. “Rimbocchiamoci le maniche” non è, e non vuole essere, solo uno slogan. E’ invece un’esortazione a tutti a ritrovare l’entusiasmo e la voglia di fare. Perchè non solo possiamo veramente farcela, ma ne siamo ogni giorno più sicuri. Mai come adesso la speranza ha goduto di ottima salute.
Grazie, un saluto cordiale.
Penso che il percorso da voi avviato sia lungo e pieno di ostacoli, per problemi strutturali e per una mentalità radicata. Continuo a sperare in un cambiamento. “La speranza è l’ultima a morire”.
Cordiali saluti, Maria Carmen Agnello.